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Hit Parader - luglio 1967
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Nel “Hit Parader” di marzo Eric Burdon ha raccontato a un giornalista britannico delle persone che ha conosciuto durante la sua ultima tournée americana.
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“Prima di ritornare in Gran Bretagna, ho registrato con Frank Zappa, il leader delle Mothers of Invention, che è considerato il maggior esponente dell’ambiente ‘disinibito’ in America”, ha detto Eric.
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“Zappa è un personaggio molto interessante - ha all’incirca 28 anni. Fa degli strani film e ne compone lui stesso le colonne sonore. Me ne ha fatto vedere uno con un ragazzo che si schiacciava le pustole su una gamba, e un altro con una sequenza ripresa con una telecamera a raggi infrarossi di un ragazzo che si sbaciucchiava con una tipica bionda di Hollywood, tutta ‘rossetto’ e ‘tacchi alti’. Non vogliono essere divertenti ma efficaci, e lo sono!”
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Quando abbiamo fatto leggere quell’articolo alla Madre Superiora, Frank Zappa, ha esclamato: “Santo cielo! Pustole sulla gamba! Oh no! È un ragazzo che ha appena fatto un incidente in moto. Ne ho una foto. Aveva delle croste sulle gambe e se le stava grattando”.
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Frank ha anche spiegato che Eric aveva sbagliato la sua età. Frank ha soltanto venticinque anni.
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Dopo avere discusso a lungo la musica delle Mothers, siamo tornati all’incontro a Los Angeles tra Frank e gli Animals. Adesso abbiamo qui una storia vera con più azione, suspense e risate di “Abbott e Costello incontrano Frankenstein”, “Hercules incontra il Dottor Zivago” e “I Gemelli Bobbsey incontrano Fanny Hill”. A te la parola, Frank Zappa:
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Il 4 luglio 1966, con quello che potrebbe essere definito come un preavviso minimo, mi è stato chiesto di produrre per conto di Tom Wilson una serie di arrangiamenti per gli Animals, un gruppo musicale inglese. Mi hanno detto: “Basta che vai lì, spieghi ai musicisti quello che vuoi, e loro lo suoneranno”.
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Arrivo in studio alle 11 in punto. Sono il primo, lì. Poi arriva Tom Wilson. Chiede: “Dove sono gli Animals?” Rispondo: “Cavolo, non lo so, Tom”.
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Avevo telefonato al sindacato dei musicisti e avevo portato lì una ragazza, un mostro di nome Carol Kaye, che suona il basso e la chitarra a 12 corde. È davvero brava… uno dei migliori musicisti da studio di Los Angeles. Inoltre, avevo portato Don Randi al piano e John Guerin alla batteria. Io avrei suonato la chitarra su un pezzo e il basso su ♫ “L’altra faccia di questa vita”; avevo portato anche un ragazzo all’armonica (Billy Roberts), quello che ha scritto ♫ “Hey Joe”.
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Eric si presenta con il suo batterista verso l’1:30 perché la sera prima erano stati a una mega-festa e, essendo loro celebrità in giro per la città a divertirsi negli ambienti dello spettacolo, avevano trascurato i loro impegni.
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Arrivano e iniziano a suonare delle demo perché non sapevano nemmeno che cosa avrebbero registrato. Nel frattempo, tutti quei musicisti mandati dal sindacato a retribuzione tripla, essendo una giornata festiva, stavano lì seduti. Stavano aspettando di capire che cosa fare.
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Finalmente decidono che cosa registrare, facciamo due tracce con i ragazzi mandati dal sindacato e poi gli Animals stessi compaiono verso le 4 del pomeriggio e passano in rassegna quattro o cinque vecchie canzoni di rhythm & blues come ♫ “Lunga, alta Sally” e ♫ “Mettiti in viaggio, Jack”.
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I due pezzi suonati dai ragazzi mandati dal sindacato sembravano piuttosto buoni. Sembravano meglio di quelli degli Animals. Diversi. Era un mix diverso.
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Finita la sessione, ho iniziato a parlare con Eric. “Il mondo dello spettacolo è meraviglioso”. “Sissignore, Frank”. “Sì, è così, Eric”.
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Ad ogni modo, quella sera sono venuti a casa mia. Non avevo ancora mai invitato nessuno nella mia nuova casa. Vivo con circa sei persone. Loro mi tengono compagnia, ma non avevo mai invitato a casa dei gruppi. Uno dei ragazzi che sarebbero arrivati era Ray Elliot, l’organista degli Them. Era un gran bel tipo. Mi piaceva davvero. Ma si è ubriacato e ha iniziato a sbattere contro tutti i mobili e fare un gran casino.
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Gli Animals stavano seduti lì nella stanza, nella penombra, sconvolgendosi e divertendosi ad acciuffare le ragazze che passavano.
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Nel frattempo, Eric esaminava la mia collezione di dischi rhythm & blues e stava impazzendo per la gioia. “Ecco il disco originale di…”, “Oh no…”, “Uau”. E ne abbiamo messi su un po’.
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Poi ho montato il proiettore e lo schermo, e ho iniziato a far vedere loro i miei filmini amatoriali, di natura sperimentale, accompagnando i film con una raccolta di musica elettronica.
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Tutti stavano seduti lì a guardare le croste sulla gamba, senza sapere come reagire. Qualcuno di loro è andato in paranoia e voleva andarsene. Gli ha dato proprio sui nervi.
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A Eric è piaciuto. È rimasto fino alle 4 di notte, dopo se n’è andato.
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Poi, senza preavviso, la sera successiva sono tornati tutti e hanno iniziato a demolirmi quasi casa. Nel frattempo, è arrivato Ray Elliot degli Them e lui mi ha davvero demolito casa. L’abbiamo portato fuori e messo su un taxi.
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Non sapevo che ciò avesse impressionato tanto Eric, fino a quando non ho letto quello che ha detto in quell’articolo di “Hit Parader”. Deve averlo proprio fatto uscire di testa. Ah ah ah.
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Testo inglese dal sito Zappa Books. |
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