Note di copertina di Todd Yvega
| Album notes by Todd Yvega |
“Ballatemi questo” è l’ultimo album che Frank Zappa completò prima di morire. Ma questa non è una storia di malinconia o di declino, mi limito a osservare che, nonostante la sua malattia, lui ha provato gioia nel farlo, avendo un obiettivo e sentendosi ispirato. Nel corso degli anni ho visto Frank saltare da un progetto all’altro, spesso accantonandone uno indefinitamente per concentrarsi su un altro. C’era un’elaborata pièce teatrale intitolata “Dio Fa” ▲; un’opera intitolata “Zio Sam” ▲ (su una futura America distopica con un porto di New York assurdamente inquinato); un libro di notazione musicale, con disco audio annesso, intitolato “La Guida Ritmica per il Sadico alle Parti di Batteria per il XXI secolo”. Ovviamente sto solo scavando in superficie e non sto dando a nessuno di questi progetti quanto gli spetta. Il mio punto è che “Ballatemi questo” ha dato a Frank l’opportunità di salvare delle gemme da quei progetti accantonati e di farle ascoltare. E penso che questo gli abbia portato un po’ di felicità.
| “Dance Me This” is the last album Frank Zappa completed before his death. But this is not a story of gloom or decline, it was my observation that despite his illness he took joy in the doing - having the goal and feeling inspired. Over the years I had seen Frank jump from project to project often shelving one indefinitely to focus on another. There was an elaborate stage piece titled “Dio Fa” ▲; An opera titled “Uncle Sam” ▲ (about a dystopian future America with a ludicrously polluted New York Harbor); A music notation book with accompanying audio disc titled “The Rhythmic Sadist’s Guide to Drum Patterns for the 21st Century”. Of course I’m barely scratching the surface and giving none of these their due. My point is that “Dance Me This” gave Frank the opportunity to rescue gems from these shelved projects and let them be heard. And I think that brought him some happiness. |
È notevole come Frank abbia saputo costruire un arco così coeso accostando e sovrapponendo materiali così disparati, parte dei quali erano in lavorazione da anni, altri invece erano frutto del caso della settimana precedente. Nel mix creativo capitavano eventi accidentali (FZ era sempre pronto a cambiare direzione per avvalersi di qualsiasi cosa succedesse nel frattempo). All’inizio di quell’anno la famiglia Zappa fu onorata dalla visita di un trio di cantanti di gola dalla Repubblica di Tuva, nella Siberia meridionale, in tournée negli Stati Uniti. Naturalmente ne risultò una sessione di registrazione, e per finire le voci dei tuvani spiccarono in diversi brani. Dweezil aveva installato nello studio il suo impianto di chitarra e Frank decise di farci un giro suonando sopra al pezzo che stavamo registrando quel giorno. Per quanto ne sappiamo, quella fu l’ultima volta che suonò la chitarra.
| It is remarkable that Frank was able to construct such a cohesive arc, juxtaposing and superimposing such disparate materials, some of which had been in the works for years, while others were the fruit of the previous week’s happenstance. Thrown into the creative mix were the incidentals (it was FZ’s bent to be open to changing course and making use of whatever happens along). Earlier that year, the Zappas were graced with a visit from a trio of throat singers from the Republic of Tuva in southern Siberia who were on a US concert tour. Naturally a recording session ensued, and the Tuvans’ vocals ultimately became prominent on several tracks. Dweezil had set up his guitar rig in the studio, and Frank decided to take it for a spin overdubbing on the piece we were tracking that day. As far as we know, that was the last time he played guitar. |
L’ultimo brano, intitolato “Calcolo”, è un altro caso in cui è stata integrata della spontaneità (gioco di parole voluto). È iniziato come ennesimo campione notturno di quella che Frank chiamava “musica anti-svaligiatori”. Per spiegare la musica anti-svaligiatori è necessaria una piccola digressione, ma è anch’essa collegata all’apprezzamento di Frank per le scienze (in questo caso la matematica). Stavamo discutendo di una tecnica musicale chiamata “sfasamento”, in cui diverse parti vengono riprodotte simultaneamente, ognuna secondo il proprio ciclo ma ognuna con una durata di ciclo diversa. Sebbene i singoli cicli possano essere relativamente brevi, il brano nel suo insieme non si ripete finché tutte le parti che ciclano singolarmente non si riallineano esattamente nel punto di partenza. Scegliendo durate di ciclo relativamente prime tra loro si può ottenere un periodo molto lungo (ore, persino un giorno o più) tra due ripetizioni esatte successive. Ciò mi ha ricordato una “applicazione sul campo” e ho raccontato a Frank il seguente aneddoto:
| The final track, titled “Calculus” is another case where the spontaneous was integrated (pun intended). It started as just another nightly specimen of what Frank called “burglar music”. To explain burglar music requires a little digression - but even this story ties into Frank’s appreciation for the sciences (mathematics in this case). We were discussing a musical technique called “phasing” in which several parts play simultaneously with each looping but with each having a different loop length. Although the individual loops may be relatively short, the piece as a whole doesn’t repeat until all the individually looped parts realign in exactly their original orientation. By choosing loop lengths that are relatively prime to each other one can achieve a very long period between exact repetitions (hours, even a day or more). That reminded me of an “application in the field” and I told Frank the following story: |
Stavo registrando tutti i giorni in una grande struttura con più studi. Ogni mattina scoprivamo che uno o più membri del personale del turno di notte avevano rovistato nella nostra stanza, rubando i nostri popcorn per microonde, nel migliore dei casi, o prendendo in prestito o manomettendo la nostra attrezzatura, nel peggiore. Sperando di scoraggiare i colpevoli, facendo sembrare dall’esterno della stanza che fossimo ancora dentro a lavorare, ho utilizzato la tecnica sopra menzionata per ideare uno speciale brano al Synclavier e l’ho lasciato suonare per tutta la notte. Riproduceva un sottoinsieme di tracce per circa 20 secondi, si fermava, aspettava, riproduceva rumori di riavvolgimento, aspettava, si riavviava… tutto a intervalli apparentemente casuali, senza ripetersi mai esattamente.
| I had been recording daily at a large facility with multiple studios. Every morning we’d discover that one or more of the night staff had scavenged through our room stealing our microwave popcorn at best or borrowing or tampering with our equipment at worst. Hoping to deter the culprit(s) by making it sound from outside the room as if we were still inside working I utilized the aforementioned technique to devise a special Synclavier piece and let it play all night. It would play some subset of tracks for about 20 seconds or so, stop, wait, play rewind noises, wait, restart… all at seemingly random intervals and never repeating itself exactly.
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Frank apprezzò la spiritosaggine di comporre per degli svaligiatori. Da allora, il concetto di “musica anti-svaligiatori” mutò in modo tale che il suo obiettivo diventò la stimolazione intellettuale, piuttosto che la deterrenza, e divenne una tradizione all’UMRK. La sera, prima di andarmene, l’ultima cosa che facevo era inventare una specie di motivetto (usando le tecniche sopra menzionate e altre simili, di solito assistite da algoritmi) e lasciarlo suonare sul Synclavier per divertire Frank quando sarebbe arrivato la mattina dopo.
| Frank appreciated the farce of composing for burglars. Thereafter the “burglar music” concept mutated such that the objective was intellectual stimulation rather than deterrence, and it became a tradition at UMRK. Whenever I was about to quit for the night, the last thing I’d do was whip up some sort of ditty (using the aforementioned and similar techniques, and usually algorithmically assisted) and leave it on the Synclavier to amuse Frank when he arrived in the morning. |
Le regole erano:
| The rules were: |
(1) Se la sua preparazione richiedeva più di dieci minuti, non poteva essere definita musica anti-svaligiatori.
| (1) If it takes more than ten minutes to set up then it doesn’t qualify as burglar music. |
(2) Per avere ragione d’esistere, doveva avere qualcosa di intricato o intrigante. (Non gli avrei fatto perdere tempo con motivetti insipidi).
| (2) It has to have something intricate or intriguing to justify its existence. (I wouldn’t waste his time with some insipid jingle). |
Uno degli artefatti dalla sessione con i cantanti di gola tuvani era la registrazione di un’esibizione a cappella di Anatoli Kuular. Le sillabe e gli altri vocalizzi erano basati su tempi che variavano nel corso del brano. Frank voleva creare una mappa del tempo che potesse essere applicata a tutti i suoi brani al Synclavier, per sincronizzarli ai tempi di quei vocalizzi. Abbiamo ottenuto questo risultato posizionando manualmente dei marcatori in corrispondenza degli ancoraggi ritmici chiave, ritoccandone la posizione finché non sembravano giusti, e quindi calcolando una curva ‘spline’ che intersecasse gli ancoraggi senza discontinuità, riducendo al minimo i cambiamenti bruschi di curvatura (cambi di tempo) tra loro. La tecnica è la stessa utilizzata dagli scienziati e dagli statistici quando “interpolano” un set di dati empirici. Quando la mappa del tempo fu completata, Frank era già andato a letto, e quindi volevo lasciargli una demo da ascoltare al mattino, così avrebbe capito che aveva funzionato. Cercare e caricare uno dei suoi brani mostruosi avrebbe richiesto troppo tempo, quindi ho semplicemente spizzettato una traccia ritmica “foom-fop” con basso e violino pizzicato assistito algoritmicamente, come demo da offrire allo svaligiatore di quella notte.
| One of the artifacts from the session with the Tuvan throat singers was a recording of an a cappella performance by Anatoli Kuular. The syllables and other vocal gestures implied a tempo that varied throughout. Frank wanted to create a tempo map that could be applied to any of his Synclavier pieces causing them to conform to the tempo implied by the vocal. We achieved this by manually placing markers at key rhythmic anchors, nudging them until they felt right, and then computing a spline curve that smoothly intersects the anchors while minimizing abrupt changes of curvature (tempo shifts) between them. The technique is the same used by scientists and statisticians when they “curve fit” a set of empirical data. When the tempo map was complete, Frank had already gone to bed so I wanted to leave a demonstration for him to hear in the morning just so he’d know that it worked. Not wanting to take the time to find and load one of his monstrous pieces, I just cranked out a “foom-fop” rhythm track with Bass and algorithmically assisted Violin Pizzicati as a demo for that night’s burglar offering. |
Mi aspettavo che il giorno seguente Frank avrebbe scelto un suo brano esistente da sincronizzare ai vocalizzi di Anatoli ma, quando sono arrivato, Ruth Underwood era in visita e lei e Frank si erano un po’ invaghiti di quella demo. (Ruth mi disse che le piaceva quello che avevo creato. Le spiegai che gran parte era stata generata algoritmicamente secondo la tecnica anti-svaligiatori, quindi, in senso stretto, in realtà non l’avevo creato io. Lei rispose: “Beh, allora mi piace quello che non hai creato”). Frank decise di usare quella demo come chiusura dell’album, spiegando qualcosa del tipo: “A quel punto dell’album, dopo tutte le precedenti scorribande, un po’ di sollievo tramite uno stupido foom-fop è proprio quello di cui abbiamo bisogno”.
| I expected that the next day Frank would choose an existing piece to conform to Anatoli’s vocal, but when I arrived Ruth Underwood was visiting and she and Frank had become somewhat enamored by the demo. (Ruth told me she loved what I did. I explained that much of it was algorithmically generated in burglar fashion so I didn’t really do it in the traditional sense. She replied: “Well then I love what you didn’t do”). Frank decided to use that demo as the album closer explaining something to the effect of: “By that point in the album after all the preceding escapades, some relief by way of mindless foom-fop is exactly what we need”. |
Poiché l’interpolazione della curva aveva richiesto dei calcoli, Frank intitolò il brano “Calcolo”. Non ho potuto fare a meno di notare che questo titolo è sottilmente legato a un filo conduttore ricorrente nella produzione creativa di FZ. La parola inglese “calculus” ha un altro significato: è sinonimo di tartaro, la concrezione minerale che viene rimossa con l’igiene orale. Immagino il disegno dei denti sotto la lente di ingrandimento sulla copertina di “Sta Tutto Guarendo Bene” ▲; la sequenza animata del dilemma sull’igiene orale in “200 Motels” ▲; la coltivazione di filo interdentale in “Montana” ▲. Forse questo legame è solo una coincidenza, ma mi piace lo stesso.
| Because the curve fitting involved calculus, Frank named the piece “Calculus”. I couldn’t help but notice that this title subtly ties in with a recurring thread in FZ’s creative output. The word “calculus” has another meaning: it is synonymous with tartar, the mineral concretion removed when scaling teeth. I picture the painting of the teeth under the magnifying glass on the cover of “EIHN” ▲; the animated Dental Hygiene Dilemma sequence in “200 Motels” ▲; raising dental floss ▲ in “Montana”. Maybe the connection is merely a coincidence, but I appreciate it just the same. |
Note di copertina di Gail Zappa
| Album notes by Gail Zappa |
Questa mia storia è una di tante storie d’amore convergenti. Non è importante come è iniziata o chi sono tutti i personaggi. Ma, per quelli di voi che scandiscono il tempo con mezzi diversi dal cuore o dal piede, iniziamo dal 1993. L’anno che mieté due uomini, uno molto giovane, entrambi troppo giovani per essere persi da tutti noi. Entrambi Artisti, entrambi Maestri, entrambi hanno lasciato enormi eredità. Una rivelata attraverso i suoi diari, l’altra, la sua musica. Hanno regalato a tutti noi, i cui cuori sono stati toccati dalla loro profonda influenza, una gioia sconfinata e un senso complice di meraviglia. Ciò ci accomuna, e loro hanno creato tantissimo da condividere. E hanno ispirato almeno due persone che hanno agito attraverso straordinarie storie d’amore. La prima è la madre di Dan Eldon, Kathy. Il secondo è il figlio di Frank Zappa, Dweezil.
| My story here is one of many converging love stories. It is not important as to how it began or who all of the characters are. But for those of you who mark time by other means than your heart or your foot, let’s begin in 1993. The year that claimed the lives of two men, one very young, both way too young to be a loss to all of us. They have in common enormous legacies, both Artists, both Masters. The one revealed through journals, the other, Music. They have given all of us whose hearts have been touched by their profound influence boundless joy and a conspiratorial sense of wonder. We are in this together and they have created so much to share. And they have inspired at least two people who have acted through remarkable love stories of their own. The first is the mother of Dan Eldon. The second is the son of Frank Zappa. |
Quando vidi per la prima volta i diari di Dan - li tenevo in mano e sentivo il peso del loro significato nel documentare le sue idee e la sua stessa esistenza su questo pianeta - Kathy me li mise in mano e mi raccontò la sua intenzione di farne un libro. I loro dorsi sono circa un decimo della larghezza dei bordi esterni dei libri di Dan impilati, così pieni delle sue parole, disegni, foto, osservazioni, oggetti a caso, umorismo. Il Viaggio è la Destinazione. Sono stata testimone della trasformazione della vita di Kathy attraverso il suo amore per i suoi figli, osservando la missione di vita autoimposta di Dan e l’incredibile successo della sua missione creativa attraverso l’attivismo, e le sono veramente grata per il permesso di includere gli Elefanti di Dan.
| When I first saw Dan’s journals - held them in my hand and felt the weight of their significance in documenting his ideas and his own existence on this planet - Kathy put them in my hands and told me how she planned to introduce them in a book. Their spines are about one-tenth the the width of the books’ outer edges stacked, so filled are they with Dan’s words, drawings, photos, observations, found objects, humor. The Journey is the Destination. I have been a witness to the transformation of her own life through her love for her children, examining her son’s self-imposed life mission and the incredible success of her own creative mission through activism, and I’m so grateful to her for permission to include Dan’s Elephants. |
Zappa Plays Zappa è un’impresa non meno ispirata. Per esporre le nuove, attuali e future generazioni alla musica di FZ. Per espandere il pubblico e le opportunità per l’intento del Compositore e della Musica stessa di essere ascoltata nel modo in cui Lui l’ha creata. E la padronanza di Dweezil del proprio prodigioso talento durante la sua profonda immersione nel suo amore verso suo padre e verso la musica.
| Zappa Plays Zappa is a feat no less inspired. To expose new, now and next generations to FZ’s music. To expand the audience and the opportunities for the Composer’s intent and the Music itself to be heard the way the Composer created it.And Dweezil’s own mastery of his prodigious talent through his deep dive into his love for his father and the music. |
Kathy Eldon, Dweezil Zappa. Oh, fino a che punto si spingono! Sconfiggono 30 tigri al giorno. Una cosa è pubblicare un libro, un’altra è costruire una comunità attorno all’attivismo attraverso l’arte. E, per alcuni, la chitarra è più alta del monte Everest. Migliaia di persone l’hanno scalato, ma sono pochi quelli che vivono in quell’atmosfera e la chiamano casa. Prendi soltanto ciò che puoi trasportare e soltanto ciò che ti dà sostentamento.
| Kathy Eldon, Dweezil Zappa. Oh the lengths they go! They lick 30 tigers every day. It is one thing to get a book published but quite another to build a community around activism through art. And the guitar for some is taller than Mount Everest. Thousands have scaled it but few are the ones who live in that atmosphere and call it home. You take only what you can carry and only that which sustains you. |
E perché vi dico questo? Perché quando ho visto per la prima volta gli Elefanti di Dan Eldon ho capito che quel disegno era la copertina di “Ballatemi questo”. Il titolo di quello che adesso è il 100º album di FZ è un ammonimento di FZ stesso. Fatemi vedere come la musica si muove attraverso di voi. In quanto tale. Come se fosse una gara di ballo sul palco di FZ. Ma non lo è. È esattamente come FZ l’ha lasciato più di 20 anni fa. Quando il digitale era acerbo e poco maneggevole. E gli eoni si stavano chiudendo ▶ per lui. Nella sua visione di una presentazione scenica di danza moderna ha descritto come voleva rappresentare Wolf Harbor (fate delle ricerche su questo posto, esiste davvero): gruppi di ballerini fianco a fianco dovevano reggere lunghi sacchi neri della spazzatura srotolati e farli “ondeggiare” all’altezza dei fianchi (dei rifiuti) per simboleggiare le acque scure, torbide e inquinate del fangoso Wolf Harbor.
| And why I’m telling you this? Because when I first saw Dan Eldon’s Elephants I knew this drawing was the cover for “Dance Me This”. The title of what is now FZ’s 100th album is an admonition by FZ himself. Show me how it moves through you. As it. As if it were a dance contest on FZ’s stage. But it isn’t. It is exactly as FZ left it more than 20 years ago. When digital was raw and unwieldly. And the aeons were closing ▶ for him. In his vision for a staged presentation for modern dance he described how he wanted to represent Wolf Harbor (do the research on this place which really does exist): Groups of dancers side by side would hold long rolled out lengths of black trash bags and “wave” them at waist (waste) height to signify the dark and murky polluted waters of sludgy Wolf Harbor. |
Ballatemi questo.
| Dance Me This. |
E cerchiamo tutti noi di fare il possibile per garantire che gli Elefanti continuino sempre a ballare qui sul nostro pianeta.
| And may we all do everything possible to ensure that Elephants will always be dancing here on our planet. |
Note di copertina di Ralph Leighton
| Album notes by Ralph Leighton |
2 gennaio 1993 - Istituto di Tecnologia della California, a Pasadena. Il pubblico va in estasi, trasportato in un altro mondo dai suoni eterei dei cantanti di gola dalla sperduta terra di Tannu Tuva - quel Shangri-La siberiano una volta famoso per i suoi francobolli triangolari raccolti da un giovane Richard Feynman.
| January 2, 1993 - Caltech, in Pasadena, California. The audience is ecstatic, transported to another world by the ethereal sounds of throat-singers from the lost land of Tannu Tuva - that Siberian Shangri-La once famous for its triangular stamps collected by a young Richard Feynman. |
Un uomo serio con la barba, gli occhiali e uno sguardo determinato negli occhi mi venne incontro dopo il concerto: “Il mio nome è Matt Groening. Frank vorrebbe incontrare i tuvani”.
| An earnest bearded man wearing glasses, with a determined look in his eyes, approached me after the concert: “My name is Matt Groening. Frank would like to meet the Tuvans”. |
“Frank?”
| “Frank?” |
“Zappa”
| “Zappa” |
La sera successiva i tuvani arrivarono alla UMRK. I Chieftains e Johnny “Guitar” Watson erano già lì. Quello che seguì è stato filmato dalla BBC che stava producendo un documentario sul mito vivente, Zappa, che non solo ha incantato gli ospiti ma è anche riuscito a fare la prima registrazione in studio negli Stati Uniti dei cantanti di gola tuvani. (La composizione di Frank che ne seguì, “Calcolo”, con la voce del cantante di gola tuvano Anatoli Kuular, è sconvolgente!). Quella serata magica ha raggiunto il suo apice con i tuvani che suonavano ♫ “La canzone dei cammellieri” - con l’aggiunta al mix di cornamuse irlandesi e di un violino indiano da parte dei Chieftains e di L. Shankar, mentre Johnny “Guitar” Watson cantilenava “Portando a casa la pecora! Portando a casa la pecora!” e Frank strimpellava felice la sua chitarra.
| The next night, the Tuvans entered the UMRK. The Chieftains and Johnny “Guitar” Watson were already there. What ensued was captured by BBC TV which was producing a documentary about the living legend Zappa, who not only charmed the guests, but also managed to make the first studio recording of Tuvan throat-singers in the United States. (Frank’s ensuing composition “Calculus”, featuring the voice of Tuvan throat-singer Anatoli Kuular, is mind-bending!). The magical evening peaked with the Tuvans playing ♫ “The camel caravan song” - The Chieftains and L. Shankar adding Irish pipes and an Indian violin to the mix, while Johnny “Guitar” Watson chanted “Bringin’ home the sheep! Bringin’ home the sheep!” and Frank strummed happily on his guitar. |