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Dal vivo al The Roxy, LA, CA - 8-10 dicembre 1973 Materiale attinente: |
English Español | English Italiano Español |
Al Roxy Theatre per interposta persona | Al Roxy Theatre per interposta persona |
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Tutte le composizioni sono di Frank Zappa. |
Note di copertina di Gail Zappa | Note di copertina di Gail Zappa |
L’esplorazione speleologica nell’esperienza di Ruth Underwood, guidati dalla magia e dalla mega-potenza dei suoi ricordi sul palco con FZ, è di per sé una rivelazione. Non esiste alcun biglietto o lasciapassare che vi possano far accedere nello stesso modo alla Musica di Frank Zappa. L’inesauribile generosità di Ruth, e la sua disponibilità a portarci le sue bacchette e tutto il resto, ci forniscono una visione e una chiarezza straordinarie in quell’universo che ha come epicentro la musica di FZ, nel quale lei ha vissuto per qualche tempo. Ben pochi di noi riescono a mettersi nei panni di chi è stato sul palco con FZ. Siamo proprio fortunati ad avere Ruth come guida, dalla sezione posteriore del palco. Ruth non stava dormendo ▶. Non sul palco. | L’esplorazione speleologica nell’esperienza di Ruth Underwood, guidati dalla magia e dalla mega-potenza dei suoi ricordi sul palco con FZ, è di per sé una rivelazione. Non esiste alcun biglietto o lasciapassare che vi possano far accedere nello stesso modo alla Musica di Frank Zappa. L’inesauribile generosità di Ruth, e la sua disponibilità a portarci le sue bacchette e tutto il resto, ci forniscono una visione e una chiarezza straordinarie in quell’universo che ha come epicentro la musica di FZ, nel quale lei ha vissuto per qualche tempo. Ben pochi di noi riescono a mettersi nei panni di chi è stato sul palco con FZ. Siamo proprio fortunati ad avere Ruth come guida, dalla sezione posteriore del palco. Ruth non stava dormendo ▶. Non sul palco. |
Ho corso un grosso rischio a portarle questa registrazione, innanzitutto perché qui alla UMRK crediamo che FZ non l’avrebbe mai pubblicata. Pensiamo che i mix siano, al più, lavori in corso, e sin dall’inizio Joe ed io abbiamo dovuto risolvere questioni complicate. Quali? Abbiamo deciso, nelle soverchianti tenebre dell’ennesima causa legale, di evitare il contorno del giorno ▶: qualunque materiale originale che avrebbe potuto compromettere la nostra posizione. Soltanto materiale registrato separatamente e non depositato sotto qualsivoglia contratto. Inoltre, non dovevamo usare alcun materiale dalla colonna sonora che stavamo selezionando per il Film. | Ho corso un grosso rischio a portarle questa registrazione, innanzitutto perché qui alla UMRK crediamo che FZ non l’avrebbe mai pubblicata. Pensiamo che i mix siano, al più, lavori in corso, e sin dall’inizio Joe ed io abbiamo dovuto risolvere questioni complicate. Quali? Abbiamo deciso, nelle soverchianti tenebre dell’ennesima causa legale, di evitare il contorno del giorno ▶: qualunque materiale originale che avrebbe potuto compromettere la nostra posizione. Soltanto materiale registrato separatamente e non depositato sotto qualsivoglia contratto. Inoltre, non dovevamo usare alcun materiale dalla colonna sonora che stavamo selezionando per il Film. |
Ovviamente Ruth ha detestato questa registrazione. Come quasi tutti i membri delle Mothers, e di altre band, lei non “sentiva” tutte le parti suonate sul palco. Concentrazione, concentrazione, concentrazione, più veloce, più veloce, più veloce. Non aveva mai sentito i mix preliminari. “Ruth, devi sentirla. Stai ascoltando quello che lui ha ascoltato. Se FZ ha dovuto ascoltarla, non c’è motivo per cui tu non possa”. E infine lei ha iniziato ad ascoltare, come soltanto lei sa fare. | Ovviamente Ruth ha detestato questa registrazione. Come quasi tutti i membri delle Mothers, e di altre band, lei non “sentiva” tutte le parti suonate sul palco. Concentrazione, concentrazione, concentrazione, più veloce, più veloce, più veloce. Non aveva mai sentito i mix preliminari. “Ruth, devi sentirla. Stai ascoltando quello che lui ha ascoltato. Se FZ ha dovuto ascoltarla, non c’è motivo per cui tu non possa”. E infine lei ha iniziato ad ascoltare, come soltanto lei sa fare. |
Volevamo condividere questa registrazione, nei suoi pregi e difetti. Il resto di questo esperimento è stato un misero fallimento. Avevo sperato ardentemente di raccogliere i soldi necessari per produrre in piena autonomia il film Roxy per voi ma, ahimè, così non doveva essere. Quasi tutte le offerte che abbiamo ricevuto erano orientate a realizzarne profitti. Solo pochi fedelissimi si sono fatti vivi per far davvero progredire la causa. Non potevamo poi prevedere gli alti, i bassi, i sotto, i sopra, e le galassie nane ▶ dei ritardi senza fine. Ringraziamo tutti quelli fra voi che hanno contribuito e ringraziamo tutti quelli che hanno preordinato e dopo hanno continuato ad avere pazienza con noi. E ringraziamo chi non l’ha fatto ma può lo stesso ascoltare questo album. Sono grata per tutto quello che ho ricavato da questa esperienza, non ultimo ciò che sta attraversando l’ultima frontiera. Il Film del Roxy è atterrato. | Volevamo condividere questa registrazione, nei suoi pregi e difetti. Il resto di questo esperimento è stato un misero fallimento. Avevo sperato ardentemente di raccogliere i soldi necessari per produrre in piena autonomia il film Roxy per voi ma, ahimè, così non doveva essere. Quasi tutte le offerte che abbiamo ricevuto erano orientate a realizzarne profitti. Solo pochi fedelissimi si sono fatti vivi per far davvero progredire la causa. Non potevamo poi prevedere gli alti, i bassi, i sotto, i sopra, e le galassie nane ▶ dei ritardi senza fine. Ringraziamo tutti quelli fra voi che hanno contribuito e ringraziamo tutti quelli che hanno preordinato e dopo hanno continuato ad avere pazienza con noi. E ringraziamo chi non l’ha fatto ma può lo stesso ascoltare questo album. Sono grata per tutto quello che ho ricavato da questa esperienza, non ultimo ciò che sta attraversando l’ultima frontiera. Il Film del Roxy è atterrato. |
Se sapeste cosa abbiamo fatto noi - io e Frank, io e Joe, io e tutti gli altri che ultimamente hanno contribuito a fare del film del Roxy quello che è adesso - capireste quant’è stato miracoloso e trasformativo questo processo. Jeff Stein, John Albarian e Bruce Botnick, chino il capo - con soggezione e riconoscenza per avere potuto assistere a questa parte del processo - sentendo e vedendo le esibizioni di quei musicisti eccezionali, la loro dedizione e impegno verso FZ e la sua musica, essendo riusciti a riportare alla luce il meglio di quanto, lottando, si è potuto estrarre dalla testimonianza di tutto ciò che questo evento straordinario rappresenta. I Concerti al Roxy. E oltretutto, ancora non ne avete ascoltato niente. Questo come antipasto. Restate seduti. Il piatto forte è la colonna sonora del Roxy. | Se sapeste cosa abbiamo fatto noi - io e Frank, io e Joe, io e tutti gli altri che ultimamente hanno contribuito a fare del film del Roxy quello che è adesso - capireste quant’è stato miracoloso e trasformativo questo processo. Jeff Stein, John Albarian e Bruce Botnick, chino il capo - con soggezione e riconoscenza per avere potuto assistere a questa parte del processo - sentendo e vedendo le esibizioni di quei musicisti eccezionali, la loro dedizione e impegno verso FZ e la sua musica, essendo riusciti a riportare alla luce il meglio di quanto, lottando, si è potuto estrarre dalla testimonianza di tutto ciò che questo evento straordinario rappresenta. I Concerti al Roxy. E oltretutto, ancora non ne avete ascoltato niente. Questo come antipasto. Restate seduti. Il piatto forte è la colonna sonora del Roxy. |
Questo disco è dedicato ai nostri Distributori / Collaboratori e ai Fan di FZ di ogni tipo. Grazie per esservi fatti vivi e grazie per esservi messi a disposizione. | Questo disco è dedicato ai nostri Distributori / Collaboratori e ai Fan di FZ di ogni tipo. Grazie per esservi fatti vivi e grazie per esservi messi a disposizione. |
Noi qui alla UMRK riteniamo che sia nostro dovere… | Noi qui alla UMRK riteniamo che sia nostro dovere… |
Note di copertina di Ruth Underwood | Note di copertina di Ruth Underwood |
Quando Gail mi ha invitata a scrivere le note per questa registrazione tanto attesa, mi sono sentita estremamente onorata e non vedevo l’ora di risentire questa musica. Joe Travers ha accompagnato Gail a casa mia, quando però hanno messo su il CD, non ero pronta per quello che è successo: quarant’anni sono svaniti, d’improvviso la mia cucina è diventata il Roxy ed io stavo entrando sul palco in mezzo alle luci forti, in fila con i miei amati compagni di band, e percepivo una familiare combinazione di eccitazione e di terrore. | Quando Gail mi ha invitata a scrivere le note per questa registrazione tanto attesa, mi sono sentita estremamente onorata e non vedevo l’ora di risentire questa musica. Joe Travers ha accompagnato Gail a casa mia, quando però hanno messo su il CD, non ero pronta per quello che è successo: quarant’anni sono svaniti, d’improvviso la mia cucina è diventata il Roxy ed io stavo entrando sul palco in mezzo alle luci forti, in fila con i miei amati compagni di band, e percepivo una familiare combinazione di eccitazione e di terrore. |
La settimana successiva, da sola e più concentrata, ho ascoltato una seconda volta la registrazione e sono stata altrettanto sorpresa dall’intensità della mia reazione: non mi piaceva molto il CD e, sinceramente, non ritenevo fosse all’altezza degli standard di FZ. Tant’è che ho detto a Gail che non credevo che lui avesse mai pensato di pubblicarlo. La band era un complesso riconfigurato da poco, appena tornato da una tournée di cinque settimane. Durante la tournée eravamo diventati una famiglia, adattandoci gli uni agli altri in quella cerchia isolata e ristretta. A quel tempo eravamo appena tornati nell’area di Los Angeles, riuniti alle nostre “vere” famiglie. Essendoci sparpagliati in più direzioni per riprendere i nostri ruoli e le nostre abitudini precedenti - un processo non necessariamente facile o naturale come ci si potrebbe immaginare - la dinamica era cambiata. Solo pochi giorni dopo, eccoci al Roxy, a presentare a un pubblico dal vivo del materiale nuovo e qualche vecchio pezzo rielaborato, e a stare dietro a più problemi del solito causati dal bilanciamento, dall’imprevedibilità della strumentazione, dalle distrazioni personali e dagli appunti persi (molti dei quali, miei). | La settimana successiva, da sola e più concentrata, ho ascoltato una seconda volta la registrazione e sono stata altrettanto sorpresa dall’intensità della mia reazione: non mi piaceva molto il CD e, sinceramente, non ritenevo fosse all’altezza degli standard di FZ. Tant’è che ho detto a Gail che non credevo che lui avesse mai pensato di pubblicarlo. La band era un complesso riconfigurato da poco, appena tornato da una tournée di cinque settimane. Durante la tournée eravamo diventati una famiglia, adattandoci gli uni agli altri in quella cerchia isolata e ristretta. A quel tempo eravamo appena tornati nell’area di Los Angeles, riuniti alle nostre “vere” famiglie. Essendoci sparpagliati in più direzioni per riprendere i nostri ruoli e le nostre abitudini precedenti - un processo non necessariamente facile o naturale come ci si potrebbe immaginare - la dinamica era cambiata. Solo pochi giorni dopo, eccoci al Roxy, a presentare a un pubblico dal vivo del materiale nuovo e qualche vecchio pezzo rielaborato, e a stare dietro a più problemi del solito causati dal bilanciamento, dall’imprevedibilità della strumentazione, dalle distrazioni personali e dagli appunti persi (molti dei quali, miei). |
In fin dei conti, sono contenta che Gail abbia ascoltato pazientemente le mie remore e le mie argomentazioni, e le abbia ignorate tutte! Qui c’è molta ottima musica. Frank amava questa band, e devo ammettere che c’è un fluido speciale che scorre e che riflette il rispetto reciproco che c’era fra tutti noi, così come la grande gioia che provavamo nel suonare quella musica e nello stare insieme. Sono riuscita a vedere oltre i difetti della registrazione e persino ad accettarne la qualità grossolana, genuina e senza pretese. Inoltre, ho deciso che, pur non essendo uno dei grandi CD di Zappa, è uno dei più piacevoli in assoluto da ascoltare, ammesso che ciò abbia un senso. Alla fin fine lo percepisco rassicurante e, anche se ‘rassicurante’ è un aggettivo che non ho quasi mai associato a un’esperienza con Zappa, adesso lo faccio. | In fin dei conti, sono contenta che Gail abbia ascoltato pazientemente le mie remore e le mie argomentazioni, e le abbia ignorate tutte! Qui c’è molta ottima musica. Frank amava questa band, e devo ammettere che c’è un fluido speciale che scorre e che riflette il rispetto reciproco che c’era fra tutti noi, così come la grande gioia che provavamo nel suonare quella musica e nello stare insieme. Sono riuscita a vedere oltre i difetti della registrazione e persino ad accettarne la qualità grossolana, genuina e senza pretese. Inoltre, ho deciso che, pur non essendo uno dei grandi CD di Zappa, è uno dei più piacevoli in assoluto da ascoltare, ammesso che ciò abbia un senso. Alla fin fine lo percepisco rassicurante e, anche se ‘rassicurante’ è un aggettivo che non ho quasi mai associato a un’esperienza con Zappa, adesso lo faccio. |
Lascerò che siano gli storici e i musicologi ad analizzare e ragionare sull’origine e sul significato di ogni nota. Io preferisco peregrinare indietro negli anni verso quel patrimonio di musica, persone e ricordi di tanto tempo fa, tutti ancora molto vivi per me. Per favore venite con me a dare uno sguardo a questo incontro unico, filtrato attraverso la mia prospettiva dalla sezione posteriore sul palco. | Lascerò che siano gli storici e i musicologi ad analizzare e ragionare sull’origine e sul significato di ogni nota. Io preferisco peregrinare indietro negli anni verso quel patrimonio di musica, persone e ricordi di tanto tempo fa, tutti ancora molto vivi per me. Per favore venite con me a dare uno sguardo a questo incontro unico, filtrato attraverso la mia prospettiva dalla sezione posteriore sul palco. |
È stato un privilegio rivivere ciò con tutti voi. Vi ringrazio per ricordare FZ e mantenere in vita la sua incredibile musica. | È stato un privilegio rivivere ciò con tutti voi. Vi ringrazio per ricordare FZ e mantenere in vita la sua incredibile musica. |
Per Sherwin Tilton (1952-2008), mio caro amico, che ha scattato la foto di copertina dell’album “Roxy e Altrove”, lui ci teneva molto alla musica di FZ. | Per Sherwin Tilton (1952-2008), mio caro amico, che ha scattato la foto di copertina dell’album “Roxy e Altrove”, lui ci teneva molto alla musica di FZ. |
In memoria di George Duke (1946-2013), il cuore e l’anima della band. | In memoria di George Duke (1946-2013), il cuore e l’anima della band. |
Frank, mi manchi tantissimo e mi mancherai sempre. | Frank, mi manchi tantissimo e mi mancherai sempre. |
Un ringraziamento incessante a Gail Zappa, Joe Travers e Kurt Morgan. | Un ringraziamento incessante a Gail Zappa, Joe Travers e Kurt Morgan. |
Ringrazio inoltre i miei consiglieri: Freddi Komanoff Miceli, Dorian Komanoff Bandy e Malachai Komanoff Bandy. | Ringrazio inoltre i miei consiglieri: Freddi Komanoff Miceli, Dorian Komanoff Bandy e Malachai Komanoff Bandy. |
1. “Scolpite nella roccia” | 1. “Scolpite nella roccia” |
English Español | English Italiano Español |
[Note di Ruth Underwood] Movimentando quaranta tonnellate di moderna strumentazione musicale per esibizioni dal vivo era inevitabile che ci fossero sempre problemi che la squadra tecnica doveva risolvere al momento. Inoltre, FZ cambiava regolarmente strumenti e membri della band, e quindi qualche musicista sul palco poteva non essere familiare al pubblico. Ascoltare durante le presentazioni un breve campione di ogni strumento aveva perciò un duplice scopo: permetteva alla squadra tecnica e al tecnico del mixer di effettuare aggiustamenti all’ultimo minuto e permetteva al pubblico di riconoscere ognuno di noi, grazie a un assaggio stuzzicante di quello che sarebbe arrivato dopo. | [Note di Ruth Underwood] Movimentando quaranta tonnellate di moderna strumentazione musicale per esibizioni dal vivo era inevitabile che ci fossero sempre problemi che la squadra tecnica doveva risolvere al momento. Inoltre, FZ cambiava regolarmente strumenti e membri della band, e quindi qualche musicista sul palco poteva non essere familiare al pubblico. Ascoltare durante le presentazioni un breve campione di ogni strumento aveva perciò un duplice scopo: permetteva alla squadra tecnica e al tecnico del mixer di effettuare aggiustamenti all’ultimo minuto e permetteva al pubblico di riconoscere ognuno di noi, grazie a un assaggio stuzzicante di quello che sarebbe arrivato dopo. |
A noi, singoli interpreti, queste “micro-prove del suono” permettevano di trasformarci in un corpo coeso. Quando ciò avveniva, quei momenti di unità potevano fornire fertile ispirazione alla spontaneità sempre pronta di FZ e al suo spirito d’avventura, e il concerto poteva cambiare il proprio corso prima ancora di iniziare. | A noi, singoli interpreti, queste “micro-prove del suono” permettevano di trasformarci in un corpo coeso. Quando ciò avveniva, quei momenti di unità potevano fornire fertile ispirazione alla spontaneità sempre pronta di FZ e al suo spirito d’avventura, e il concerto poteva cambiare il proprio corso prima ancora di iniziare. |
L’atmosfera intima del Roxy rappresentò un cambiamento gradito rispetto ai vasti locali nei quali avevamo suonato il più delle volte. Frank era rilassato e di buon umore, chiacchierava con la folla ed era pronto per iniziare. | L’atmosfera intima del Roxy rappresentò un cambiamento gradito rispetto ai vasti locali nei quali avevamo suonato il più delle volte. Frank era rilassato e di buon umore, chiacchierava con la folla ed era pronto per iniziare. |
Ciao, amici! | Ciao, amici! |
Questo dondola troppo | Questo dondola troppo |
Ehi, così va meglio, hmm-hmm-hmm, sì, OK? | Ehi, così va meglio, hmm-hmm-hmm, sì, OK? |
Bruce Fowler al trombone | Bruce Fowler al trombone |
Napoleon Murphy Brock al sax tenore. E voce. | Napoleon Murphy Brock al sax tenore. E voce. |
Ruth Underwood alle percussioni | Ruth Underwood alle percussioni |
Va bene! | Va bene! |
OK | OK |
Il gong li conquista sempre | Il gong li conquista sempre |
Ralph Humphrey alla batteria | Ralph Humphrey alla batteria |
Chester Thompson alla batteria | Chester Thompson alla batteria |
Tom Fowler al basso | Tom Fowler al basso |
George Duke alle tastiere | George Duke alle tastiere |
Bene. Adesso ehm… accorderò la chitarra e dopo faremo per voi un programma soave. | Bene. Adesso ehm… accorderò la chitarra e dopo faremo per voi un programma soave. |
(Owen, una punta in più di sax nel monitor da palco. Basta che lo alzi, un po’) | (Owen, una punta in più di sax nel monitor da palco. Basta che lo alzi, un po’) |
Va bene, Frank! | Va bene, Frank! |
Va bene | Va bene |
Dov’è Ian Underwood? | Dov’è Ian Underwood? |
Bene. Beh, Ian è impegnato. È ehm… È con i suoi genitori in ehm… ehm… (Jugoslavia) Florida. Ma tornerà presto in città, signore e signori (Sì!). | Bene. Beh, Ian è impegnato. È ehm… È con i suoi genitori in ehm… ehm… (Jugoslavia) Florida. Ma tornerà presto in città, signore e signori (Sì!). |
Adesso apriremo con qualche… Ehi! Brian Krokus, signore e signori, lì dietro! Lui è il nostro tecnico del mixer e, ovviamente, fuori nel TIR c’è un altro tecnico del mixer; voi non potete vederlo, ma è carinissimo, si chiama Kerry McNab e ci sta ascoltando mentre parliamo di lui, ma… beh, vi state perdendo il meglio di quello che sta succedendo fuori… fuori nel TIR. | Adesso apriremo con qualche… Ehi! Brian Krokus, signore e signori, lì dietro! Lui è il nostro tecnico del mixer e, ovviamente, fuori nel TIR c’è un altro tecnico del mixer; voi non potete vederlo, ma è carinissimo, si chiama Kerry McNab e ci sta ascoltando mentre parliamo di lui, ma… beh, vi state perdendo il meglio di quello che sta succedendo fuori… fuori nel TIR. |
Apriremo il nostro programma con una canzone che tratta l’ipotesi che degli esseri extraterrestri abbiano visitato questo pianeta tanto tempo fa. | Apriremo il nostro programma con una canzone che tratta l’ipotesi che degli esseri extraterrestri abbiano visitato questo pianeta tanto tempo fa. |
Ebbene, qualcuno di voi avrà letto un libro intitolato “Gli Extraterrestri Torneranno” di Erich Von Däniken, e lì dentro c’è una cosetta, una foto di quell’area delle Ande che si chiama pianura di Nazca, signore e signori. | Ebbene, qualcuno di voi avrà letto un libro intitolato “Gli Extraterrestri Torneranno” di Erich Von Däniken, e lì dentro c’è una cosetta, una foto di quell’area delle Ande che si chiama pianura di Nazca, signore e signori. |
E ci sono quelle incisioni nella roccia che non si sa a cosa dovessero servire. Non sembra che fossero strade, visto che non portano da nessuna parte, e ce ne sono un bel po’, e c’è chi pensa, beh, che forse fossero piste di atterraggio. Le incisioni sono però molto, molto antiche e molto, molto grandi, sapete, e ciò fa capire quanto i loro artefici fossero proprio ehm… beh, avessero… eh eh… avessero davvero avuto il loro… insieme per quelle cose scolpite nella roccia. | E ci sono quelle incisioni nella roccia che non si sa a cosa dovessero servire. Non sembra che fossero strade, visto che non portano da nessuna parte, e ce ne sono un bel po’, e c’è chi pensa, beh, che forse fossero piste di atterraggio. Le incisioni sono però molto, molto antiche e molto, molto grandi, sapete, e ciò fa capire quanto i loro artefici fossero proprio ehm… beh, avessero… eh eh… avessero davvero avuto il loro… insieme per quelle cose scolpite nella roccia. |
E se fossero state delle piste di atterraggio, le cose che ci sono atterrate sopra potrebbero non provenire da questo mondo! | E se fossero state delle piste di atterraggio, le cose che ci sono atterrate sopra potrebbero non provenire da questo mondo! |
E così abbiamo una canzone che presenta l’adorabile voce del signor George Duke, e il nome di questa canzone è “Strade inca”. A te la parola, George. | E così abbiamo una canzone che presenta l’adorabile voce del signor George Duke, e il nome di questa canzone è “Strade inca”. A te la parola, George. |
2. Strade inca | 2. Strade inca |
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[Note di Ruth Underwood] Anche se di solito il nucleo di ogni pezzo restava invariato, Frank rivedeva e riorchestrava gran parte della sua musica per adattarla a ciascuna formazione o tournée. Questa interpretazione di “Strade inca” è molto civile, addirittura tranquilla, nel ritmo, nell’umore e nei versi; né qui né allora c’erano nella mente di FZ la “Regina del Guacamole”, “Armadillo ad Austin, in Texas”, o “il Coso di Chester”. Le “temute sette” volate di marimba erano ancora semplici, annotate, non ancora causa di quelle notti insonni che sarebbero arrivate un paio di mesi dopo. Fino a quel momento il manoscritto meticoloso di Frank non sembrava molto minaccioso. Non c’erano ancora nemmeno dei versi, soltanto i semplici cambi di metrica ad ogni battuta che mi ricordavano la musica di una delle principali influenze su Frank: Stravinskij. | [Note di Ruth Underwood] Anche se di solito il nucleo di ogni pezzo restava invariato, Frank rivedeva e riorchestrava gran parte della sua musica per adattarla a ciascuna formazione o tournée. Questa interpretazione di “Strade inca” è molto civile, addirittura tranquilla, nel ritmo, nell’umore e nei versi; né qui né allora c’erano nella mente di FZ la “Regina del Guacamole”, “Armadillo ad Austin, in Texas”, o “il Coso di Chester”. Le “temute sette” volate di marimba erano ancora semplici, annotate, non ancora causa di quelle notti insonni che sarebbero arrivate un paio di mesi dopo. Fino a quel momento il manoscritto meticoloso di Frank non sembrava molto minaccioso. Non c’erano ancora nemmeno dei versi, soltanto i semplici cambi di metrica ad ogni battuta che mi ricordavano la musica di una delle principali influenze su Frank: Stravinskij. |
FZ mi sfotteva spesso perché mi trascinavo in giro un’ingombrante valigia piena di tutti i tipi di bacchette, bastoncini e stecche. Non si faceva sfuggire l’occasione per prendere in giro questa e altre mie abitudini da conservatorio, però sembrava che provasse gusto a scegliere nella mia collezione quelle specifiche per un suono o un effetto speciale. In questa registrazione io uso bacchette di Billy Dorn, che erano quasi introvabili. Frank Ippolito, del mitico Negozio di Percussioni Professionali a New York, era solito mettermi da parte le bacchette di Dorn quando in negozio ne capitavano un paio. FZ le amava particolarmente perché avevano una qualità morbida e vellutata se suonate con pressione moderata, producevano invece uno splendido clangore sferragliante quando venivano usate sugli accenti cruciali. Le ho mandate in pensione nel 1974, quando il ritmo più serrato ne ha richieste di più piccole e leggere, continuo però a pensare a quelle bacchette blu scuro di Billy Dorn come alle mie bacchette “Strade inca”. | FZ mi sfotteva spesso perché mi trascinavo in giro un’ingombrante valigia piena di tutti i tipi di bacchette, bastoncini e stecche. Non si faceva sfuggire l’occasione per prendere in giro questa e altre mie abitudini da conservatorio, però sembrava che provasse gusto a scegliere nella mia collezione quelle specifiche per un suono o un effetto speciale. In questa registrazione io uso bacchette di Billy Dorn, che erano quasi introvabili. Frank Ippolito, del mitico Negozio di Percussioni Professionali a New York, era solito mettermi da parte le bacchette di Dorn quando in negozio ne capitavano un paio. FZ le amava particolarmente perché avevano una qualità morbida e vellutata se suonate con pressione moderata, producevano invece uno splendido clangore sferragliante quando venivano usate sugli accenti cruciali. Le ho mandate in pensione nel 1974, quando il ritmo più serrato ne ha richieste di più piccole e leggere, continuo però a pensare a quelle bacchette blu scuro di Billy Dorn come alle mie bacchette “Strade inca”. |
È impossibile immaginare che ci sia mai stato un tempo in cui George Duke fosse riluttante a cantare: è così bravo a farlo! Nell’apertura, con le sue raffinatezze vocali / da piano-bar, vi sfido ad ascoltarlo senza ridere. Lo stesso George si sforza di trattenersi. È così assurdo (quei versi! quegli intervalli! quel modo!), tuttavia lui pronuncia tutto molto chiaramente e riesce a farlo addirittura tutto d’un fiato. | È impossibile immaginare che ci sia mai stato un tempo in cui George Duke fosse riluttante a cantare: è così bravo a farlo! Nell’apertura, con le sue raffinatezze vocali / da piano-bar, vi sfido ad ascoltarlo senza ridere. Lo stesso George si sforza di trattenersi. È così assurdo (quei versi! quegli intervalli! quel modo!), tuttavia lui pronuncia tutto molto chiaramente e riesce a farlo addirittura tutto d’un fiato. |
Nel 1973 non c’erano molte band che suonavano musica in tempi strani rendendola swing! Durante il suo assolo George è supportato da una perfetta sezione ritmica con Ralph (il maestro dei tempi strani) alla batteria, Chester al campanaccio a mano (in contrasto con la sequenza di campanacci alpini) e Tom al basso, altrettanto a suo agio nel 7/8. Sentire il tema quando George lo rivisita di sfuggita verso la fine dell’assolo, anche se è una prassi tipica, ogni volta mi trascina e mi dà una scarica di piacere. | Nel 1973 non c’erano molte band che suonavano musica in tempi strani rendendola swing! Durante il suo assolo George è supportato da una perfetta sezione ritmica con Ralph (il maestro dei tempi strani) alla batteria, Chester al campanaccio a mano (in contrasto con la sequenza di campanacci alpini) e Tom al basso, altrettanto a suo agio nel 7/8. Sentire il tema quando George lo rivisita di sfuggita verso la fine dell’assolo, anche se è una prassi tipica, ogni volta mi trascina e mi dà una scarica di piacere. |
Il passaggio brusco dall’assolo di George a quello di Bruce è in realtà segnalato con la mano da Frank. Con il passare del tempo i suoi segnali si erano fatti più elaborati. Quella che state ascoltando è una battuta di note in sedicesimi dal “Paradiso di Fifi Dupree”, rallentata e suonata quattro volte di seguito. La sentirete spesso in questo programma, iniziate a riconoscerla. Quando a Frank venne a noia, ideò un nuovo segnale con la mano per la stessa figura, suonata però in terzine e una volta sola da lì in poi. In seguito sentirete anche questa. Capite perché dovevamo sempre tenerlo d’occhio? | Il passaggio brusco dall’assolo di George a quello di Bruce è in realtà segnalato con la mano da Frank. Con il passare del tempo i suoi segnali si erano fatti più elaborati. Quella che state ascoltando è una battuta di note in sedicesimi dal “Paradiso di Fifi Dupree”, rallentata e suonata quattro volte di seguito. La sentirete spesso in questo programma, iniziate a riconoscerla. Quando a Frank venne a noia, ideò un nuovo segnale con la mano per la stessa figura, suonata però in terzine e una volta sola da lì in poi. In seguito sentirete anche questa. Capite perché dovevamo sempre tenerlo d’occhio? |
L’assolo di trombone di Bruce, con la sua energia, la sua passione, il suo fraseggio elegante e il suo linguaggio armonico, è tipico della sua virtuosità. Dopo più ascolti posso riconoscere la logica che spinge le sue audaci incursioni ai confini dei mondi musicali, però non vi nascondo che a volte devo fare uno sforzo ulteriore per entrare nella testa di Bruce, ma ne vale sempre la pena. Questo CD è stato per me una rivelazione, lì dove si sente Bruce. Adesso mi rendo conto che, pur avendo trascorso con lui serate e serate sul palco, non sentivo il novanta per cento di quello che lui suonava, tranne i suoi assoli! Adesso che ci penso, credo che ciò fosse dovuto non solo al posizionamento e al bilanciamento dei monitor da palco, ma anche al suo impeccabile gioco di squadra. Aveva dei passaggi difficili, se non impossibili, all’unisono con altri strumenti, e il suo tono pastoso e rotondo potrebbe essersi amalgamato un po’ troppo bene. Così, con un ritardo di trentanove anni: Ciao, Bruce, benvenuto alle mie orecchie! È bellissimo sentirti adesso! | L’assolo di trombone di Bruce, con la sua energia, la sua passione, il suo fraseggio elegante e il suo linguaggio armonico, è tipico della sua virtuosità. Dopo più ascolti posso riconoscere la logica che spinge le sue audaci incursioni ai confini dei mondi musicali, però non vi nascondo che a volte devo fare uno sforzo ulteriore per entrare nella testa di Bruce, ma ne vale sempre la pena. Questo CD è stato per me una rivelazione, lì dove si sente Bruce. Adesso mi rendo conto che, pur avendo trascorso con lui serate e serate sul palco, non sentivo il novanta per cento di quello che lui suonava, tranne i suoi assoli! Adesso che ci penso, credo che ciò fosse dovuto non solo al posizionamento e al bilanciamento dei monitor da palco, ma anche al suo impeccabile gioco di squadra. Aveva dei passaggi difficili, se non impossibili, all’unisono con altri strumenti, e il suo tono pastoso e rotondo potrebbe essersi amalgamato un po’ troppo bene. Così, con un ritardo di trentanove anni: Ciao, Bruce, benvenuto alle mie orecchie! È bellissimo sentirti adesso! |
Al segnale di Frank, Ralph ed io entriamo nel cuore del brano con le battute velocizzate della sezione in 7/8, Ralph ai campanacci alpini ed io alla marimba. Il mio modo di suonare in questa registrazione è insolitamente rilassato, tanto che ci metto un paio di battute per sincronizzarmi con la sezione ritmica. È stato un caso perché per mia natura io suono in anticipo rispetto al ritmo. (L’anno successivo, a questo punto della musica non c’era un inizio di ritmo, c’era solo un tourbillon!) | Al segnale di Frank, Ralph ed io entriamo nel cuore del brano con le battute velocizzate della sezione in 7/8, Ralph ai campanacci alpini ed io alla marimba. Il mio modo di suonare in questa registrazione è insolitamente rilassato, tanto che ci metto un paio di battute per sincronizzarmi con la sezione ritmica. È stato un caso perché per mia natura io suono in anticipo rispetto al ritmo. (L’anno successivo, a questo punto della musica non c’era un inizio di ritmo, c’era solo un tourbillon!) |
Abbiamo un’altra occasione per goderci la voce di George e poi siamo arrivati. Il giro sul mio set da percussione, dal vibrafono alla marimba passando per le “piccole percussioni” (come le chiamava FZ: due bonghi, un rullante ottavino e un rullante da parata), i due timpani e, infine, la grancassa da concerto, era molto più facile da suonare di quanto potrebbe sembrare. Frank mi aveva spiegato l’armonia che voleva e mi aveva fatto spezzare gli accordi e distribuire le note nel tempo assegnato ad ognuno degli strumenti. In questo caso avevo scelto di suonare uno schema meno impegnativo, concentrandomi invece sulla mia preoccupazione principale: evitare di inciampare nel groviglio di cavi e nastri adesivi sul pavimento! | Abbiamo un’altra occasione per goderci la voce di George e poi siamo arrivati. Il giro sul mio set da percussione, dal vibrafono alla marimba passando per le “piccole percussioni” (come le chiamava FZ: due bonghi, un rullante ottavino e un rullante da parata), i due timpani e, infine, la grancassa da concerto, era molto più facile da suonare di quanto potrebbe sembrare. Frank mi aveva spiegato l’armonia che voleva e mi aveva fatto spezzare gli accordi e distribuire le note nel tempo assegnato ad ognuno degli strumenti. In questo caso avevo scelto di suonare uno schema meno impegnativo, concentrandomi invece sulla mia preoccupazione principale: evitare di inciampare nel groviglio di cavi e nastri adesivi sul pavimento! |
Il fischiettio di George alla fine è piacevole e richiama la sua apertura, aggiungendo ancora una volta un tocco affascinante e informale a questa formidabile impresa compositiva e tecnica di tutta la band. | Il fischiettio di George alla fine è piacevole e richiama la sua apertura, aggiungendo ancora una volta un tocco affascinante e informale a questa formidabile impresa compositiva e tecnica di tutta la band. |
Va bene, caro | Va bene, caro |
Una semplice introduzione d’atmosfera | Una semplice introduzione d’atmosfera |
È arrivato un veicolo da chissà dove lassù | È arrivato un veicolo da chissà dove lassù |
Per atterrare proprio sulle Ande? | Per atterrare proprio sulle Ande? |
Era rotondo e aveva un motore | Era rotondo e aveva un motore |
Oppure era qualcosa di diverso? | Oppure era qualcosa di diverso? |
Un veicolo | Un veicolo |
Un veicolo, un veicolo | Un veicolo, un veicolo |
Ha costeggiato le montagne | Ha costeggiato le montagne |
E ha trovato un posto per parcheggiarsi? | E ha trovato un posto per parcheggiarsi? |
Oppure qualcuno ha costruito uno spiazzo | Oppure qualcuno ha costruito uno spiazzo |
Per adibire lo spazio | Per adibire lo spazio |
Dove far atterrare una cosa così? | Dove far atterrare una cosa così? |
Grazie, caro | Grazie, caro |
È arrivato un veicolo da chissà dove lassù? È arrivato un veicolo | È arrivato un veicolo da chissà dove lassù? È arrivato un veicolo |
(I suoi capezzoli adesso si stanno rizzando) | (I suoi capezzoli adesso si stanno rizzando) |
È arrivato da chissà dove lassù? Sono stati gli indiani, dapprima, a scolpire la collina? | È arrivato da chissà dove lassù? Sono stati gli indiani, dapprima, a scolpire la collina? |
È arrivato un veicolo da chissà dove lassù | È arrivato un veicolo da chissà dove lassù |
Per atterrare proprio sulle Ande? | Per atterrare proprio sulle Ande? |
Era rotondo e aveva un motore | Era rotondo e aveva un motore |
Oppure era qualcosa di diverso? | Oppure era qualcosa di diverso? |
Un veicolo | Un veicolo |
Un veicolo, un veicolo | Un veicolo, un veicolo |
Ha costeggiato le montagne | Ha costeggiato le montagne |
E ha trovato un posto per parcheggiarsi? | E ha trovato un posto per parcheggiarsi? |
Oppure qualcuno ha costruito uno spiazzo | Oppure qualcuno ha costruito uno spiazzo |
O adibito uno spazio | O adibito uno spazio |
Dove far atterrare una cosa così? | Dove far atterrare una cosa così? |
È arrivato un veicolo da chissà dove lassù? | È arrivato un veicolo da chissà dove lassù? |
È arrivato un veicolo da chissà dove lassù? | È arrivato un veicolo da chissà dove lassù? |
Sono stati gli indiani, dapprima, a scolpire la collina? | Sono stati gli indiani, dapprima, a scolpire la collina? |
[Strumentale] | [Strumentale] |
È arrivato un veicolo da chissà dove lassù | È arrivato un veicolo da chissà dove lassù |
Per atterrare proprio sulle Ande? | Per atterrare proprio sulle Ande? |
Era rotondo e aveva un motore | Era rotondo e aveva un motore |
Oppure era qualcosa di diverso? | Oppure era qualcosa di diverso? |
Un veicolo | Un veicolo |
Un veicolo, un veicolo | Un veicolo, un veicolo |
Ha costeggiato le montagne | Ha costeggiato le montagne |
E ha trovato un posto per parcheggiarsi? | E ha trovato un posto per parcheggiarsi? |
Oppure qualcuno ha costruito uno spiazzo | Oppure qualcuno ha costruito uno spiazzo |
O adibito uno spazio | O adibito uno spazio |
Dove far atterrare una cosa così? | Dove far atterrare una cosa così? |
È arrivato un veicolo da chissà dove lassù? | È arrivato un veicolo da chissà dove lassù? |
È arrivato un veicolo da chissà dove lassù? | È arrivato un veicolo da chissà dove lassù? |
Sono stati gli indiani, dapprima, a scolpire la collina? | Sono stati gli indiani, dapprima, a scolpire la collina? |
Grazie! Grazie mille. Grazie, e grazie. Bene. Allora, come qualcuno di voi saprà, Hollywood è il migliore dei mondi possibili, sul serio, è qui che succede tutto, capite? Vedete, è proprio bello qui ed è un… ed è un… è… è fantastico stare a Hollywood, vivere qui, far parte di questa comunità e via dicendo, perché ci sono tantissimi pervertiti, capite? E i pervertiti… i pervertiti aiutano i normali a fare bella figura, e così… ricordatevelo sempre quando vedete un pervertito. Ma per i nostri amici nel mondo della perversione abbiamo questa canzone che si chiama “Pinguina soggiogata”. E capite a cosa mi riferisco, non è vero? | Grazie! Grazie mille. Grazie, e grazie. Bene. Allora, come qualcuno di voi saprà, Hollywood è il migliore dei mondi possibili, sul serio, è qui che succede tutto, capite? Vedete, è proprio bello qui ed è un… ed è un… è… è fantastico stare a Hollywood, vivere qui, far parte di questa comunità e via dicendo, perché ci sono tantissimi pervertiti, capite? E i pervertiti… i pervertiti aiutano i normali a fare bella figura, e così… ricordatevelo sempre quando vedete un pervertito. Ma per i nostri amici nel mondo della perversione abbiamo questa canzone che si chiama “Pinguina soggiogata”. E capite a cosa mi riferisco, non è vero? |
Questa è proprio strana, capite a cosa mi riferisco | Questa è proprio strana, capite a cosa mi riferisco |
3. Pinguina soggiogata | 3. Pinguina soggiogata |
English Español | English Italiano Español |
[Note di Ruth Underwood] C’è qualcosa di così avvincente ed espressivo nel modo in cui Frank canta questo pezzo da trascinarmi nella teatralità e nelle immagini pur senza capirne davvero granché! La struttura e l’armonia sono semplicissime, però l’orchestrazione è deliziosamente trasparente e d’atmosfera, con sorprendenti combinazioni di strumenti e forti raffiche di colori musicali che sfumano velocemente così come sono apparsi. C’è la sensazione che il tempo si sia sospeso e mi sento piacevolmente disorientata. Ne apprezzo gli aspetti studiati, ben ponderati: il colpo soffocato di piatti alla fine del fraseggio (capriccioso la prima volta, ma più comico nelle ripetizioni), i rintocchi penetranti del campanaccio, gli urli e i gemiti lamentosi del trombone, i suoni dal sintetizzatore e dal flexatone, la benvenuta lussureggianza dell’armonia delle voci in tre parti, lo shock del glissato forte della marimba sul RE alto della parola “urla” e, più spiazzante di tutto, la sensazione che, anche se mi sento emotivamente attratta dalla poesia dei versi, alla fin fine sia tutta soltanto parodia, secondo la prassi standard di FZ. | [Note di Ruth Underwood] C’è qualcosa di così avvincente ed espressivo nel modo in cui Frank canta questo pezzo da trascinarmi nella teatralità e nelle immagini pur senza capirne davvero granché! La struttura e l’armonia sono semplicissime, però l’orchestrazione è deliziosamente trasparente e d’atmosfera, con sorprendenti combinazioni di strumenti e forti raffiche di colori musicali che sfumano velocemente così come sono apparsi. C’è la sensazione che il tempo si sia sospeso e mi sento piacevolmente disorientata. Ne apprezzo gli aspetti studiati, ben ponderati: il colpo soffocato di piatti alla fine del fraseggio (capriccioso la prima volta, ma più comico nelle ripetizioni), i rintocchi penetranti del campanaccio, gli urli e i gemiti lamentosi del trombone, i suoni dal sintetizzatore e dal flexatone, la benvenuta lussureggianza dell’armonia delle voci in tre parti, lo shock del glissato forte della marimba sul RE alto della parola “urla” e, più spiazzante di tutto, la sensazione che, anche se mi sento emotivamente attratta dalla poesia dei versi, alla fin fine sia tutta soltanto parodia, secondo la prassi standard di FZ. |
In mezzo a tutto ciò c’è l’assolo trascinante di Frank alla chitarra per due ritornelli su semplici giri di blues, con un forte supporto dalla sezione ritmica. Si tratta di un contrasto molto appagante rispetto alla qualità enigmatica del resto della canzone. | In mezzo a tutto ciò c’è l’assolo trascinante di Frank alla chitarra per due ritornelli su semplici giri di blues, con un forte supporto dalla sezione ritmica. Si tratta di un contrasto molto appagante rispetto alla qualità enigmatica del resto della canzone. |
Lei è proprio come una pinguina soggiogata, accidenti | Lei è proprio come una pinguina soggiogata, accidenti |
Oh yeah oh yeah oh | Oh yeah oh yeah oh |
Laggiù, sul lato umido del letto | Laggiù, sul lato umido del letto |
Proprio come la pinguina imponente | Proprio come la pinguina imponente |
Sbatte le sue ali da due etti | Sbatte le sue ali da due etti |
(Suonate più piano dietro di me, ragazzi) | (Suonate più piano dietro di me, ragazzi) |
Oddio, capisci che non c’è più niente da fare | Oddio, capisci che non c’è più niente da fare |
Quando lei viene verso di te impettita e ti ci avvolge la testa | Quando lei viene verso di te impettita e ti ci avvolge la testa |
Sbattendo le sue ali da due etti, sbattendole | Sbattendo le sue ali da due etti, sbattendole |
Lei è proprio come una pinguina soggiogata, accidenti | Lei è proprio come una pinguina soggiogata, accidenti |
Scuote il ginger ale leggero, vibrando | Scuote il ginger ale leggero, vibrando |
Come una pinguina quando le pile si stanno scaricando | Come una pinguina quando le pile si stanno scaricando |
(Sapete com’è quando le pile del vibratore si scaricano e via dicendo?) | (Sapete com’è quando le pile del vibratore si scaricano e via dicendo?) |
Oddio, dovrai farla saltare attraverso un vero cerchio infuocato ▶ | Oddio, dovrai farla saltare attraverso un vero cerchio infuocato ▶ |
Fatto con dei Kleenex avvolti su un fil di ferro di gruccia arrotolato | Fatto con dei Kleenex avvolti su un fil di ferro di gruccia arrotolato |
[Strumentale] | [Strumentale] |
Lei è proprio come una pinguina soggiogata, accidenti | Lei è proprio come una pinguina soggiogata, accidenti |
Oh yeah oh yeah oh | Oh yeah oh yeah oh |
Che ulula verso qualche luna antarticolata | Che ulula verso qualche luna antarticolata |
Nelle notti assiderate, con le sue pinne imbiancate | Nelle notti assiderate, con le sue pinne imbiancate |
Quando scorge il cerchio nella stanza, urla spaventata | Quando scorge il cerchio nella stanza, urla spaventata |
(Santo cielo, ha di nuovo scorto il cerchio) | (Santo cielo, ha di nuovo scorto il cerchio) |
Che ci deve essere una pinguina legata lo si evince | Che ci deve essere una pinguina legata lo si evince |
Quando si sente quell’urlo atroce e non ci sono altri uccelli nelle vicinanze | Quando si sente quell’urlo atroce e non ci sono altri uccelli nelle vicinanze |
Lei è proprio come una pinguina soggiogata, accidenti | Lei è proprio come una pinguina soggiogata, accidenti |
Oh yeah oh yeah oh | Oh yeah oh yeah oh |
Lei è proprio come una pinguina soggiogata, accidenti | Lei è proprio come una pinguina soggiogata, accidenti |
Oh yeah oh yeah oh | Oh yeah oh yeah oh |
Ah, devi stare attento a non lasciarle le cinghie troppo molli | Ah, devi stare attento a non lasciarle le cinghie troppo molli |
Altrimenti lei potrebbe anche tirare un pugno al tuo cane / avvilupparti il bigolo | Altrimenti lei potrebbe anche tirare un pugno al tuo cane / avvilupparti il bigolo |
Altrimenti lei potrebbe anche tirare un pugno al tuo cane / avvilupparti il bigolo | Altrimenti lei potrebbe anche tirare un pugno al tuo cane / avvilupparti il bigolo |
Fino a ridurtelo come un biscotto essiccato per cani… | Fino a ridurtelo come un biscotto essiccato per cani… |
Il nome di questo pezzo è “T’Mershi Duween”, un numero di bongo | Il nome di questo pezzo è “T’Mershi Duween”, un numero di bongo |
4. T’Mershi Duween | 4. T’Mershi Duween |
English Español | English Italiano Español |
[Note di Ruth Underwood] Per l’apertura Frank ha voluto aggiungere a entrambi i set da percussione della mia sezione i sapori unici dei bonghi, del rullante ottavino e del rullante da parata, così ho iniziato a suonare le percussioni con Ralph e Chester! Come ulteriore gratificazione, questa è stata per me una delle composizioni meno difficili da suonare, quindi mi sono potuta crogiolare nella gloria dell’abile orchestrazione inventiva di Frank e partecipare da vicino all’energia frenetica e all’entusiasmo. | [Note di Ruth Underwood] Per l’apertura Frank ha voluto aggiungere a entrambi i set da percussione della mia sezione i sapori unici dei bonghi, del rullante ottavino e del rullante da parata, così ho iniziato a suonare le percussioni con Ralph e Chester! Come ulteriore gratificazione, questa è stata per me una delle composizioni meno difficili da suonare, quindi mi sono potuta crogiolare nella gloria dell’abile orchestrazione inventiva di Frank e partecipare da vicino all’energia frenetica e all’entusiasmo. |
Il tonale ripetitivo ascendente e gli schemi ritmici sono scritti in 5/8, ma a un ritmo così veloce sembra che inizino a deviare verso i 6/8. L’ho notato spesso, anni fa, e anche adesso ascoltando questa registrazione. So che abbiamo suonato correttamente perché siamo sempre stati maniacalmente attenti a suddividere il tempo. Cosa interessante, so che altri musicisti che hanno suonato la stessa sezione musicale hanno avuto un problema simile. | Il tonale ripetitivo ascendente e gli schemi ritmici sono scritti in 5/8, ma a un ritmo così veloce sembra che inizino a deviare verso i 6/8. L’ho notato spesso, anni fa, e anche adesso ascoltando questa registrazione. So che abbiamo suonato correttamente perché siamo sempre stati maniacalmente attenti a suddividere il tempo. Cosa interessante, so che altri musicisti che hanno suonato la stessa sezione musicale hanno avuto un problema simile. |
Ho sempre sentito un’affinità con questo brano, è nel mio DNA. Impazzisco quando sento quei quarti e quei quinti aperti avanzare minacciosamente negli strumenti più bassi, l’effetto crotalo delle bacchette di plastica che colpiscono le barre di metallo, il movimento a scatti di ossa sferraglianti nel registro superiore della marimba, l’intrusione dei campanacci, quelli alpini suonati con finezza, quelli svizzeri, invece, con batacchi scossi teatralmente, l’umpà-umpà-umpà-umpà del trombone che, insieme al basso, invita a quell’inquietante sovrapposizione di metriche, il giro cromatico del basso che “cammina” in entrambe le direzioni. Sento un impeto est-europeo e mi torna in mente la musica orchestrale degli inizi del 1900 - un po’ di Musorgskij, di Rimskij-Korsakov e un po’ del primo Stravinskij - e selvaggi e notturni rituali e festeggiamenti. | Ho sempre sentito un’affinità con questo brano, è nel mio DNA. Impazzisco quando sento quei quarti e quei quinti aperti avanzare minacciosamente negli strumenti più bassi, l’effetto crotalo delle bacchette di plastica che colpiscono le barre di metallo, il movimento a scatti di ossa sferraglianti nel registro superiore della marimba, l’intrusione dei campanacci, quelli alpini suonati con finezza, quelli svizzeri, invece, con batacchi scossi teatralmente, l’umpà-umpà-umpà-umpà del trombone che, insieme al basso, invita a quell’inquietante sovrapposizione di metriche, il giro cromatico del basso che “cammina” in entrambe le direzioni. Sento un impeto est-europeo e mi torna in mente la musica orchestrale degli inizi del 1900 - un po’ di Musorgskij, di Rimskij-Korsakov e un po’ del primo Stravinskij - e selvaggi e notturni rituali e festeggiamenti. |
[Strumentale] | [Strumentale] |
5. Variazioni su “Alito di cane” + Zio Carne | 5. Variazioni su “Alito di cane” + Zio Carne |
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[Note di Ruth Underwood] Di solito “Variazioni su ‘Alito di Cane’” e “Zio Carne” sono accoppiate, e questa esibizione non fa eccezione. Sono molto diverse ma, ciò nonostante, compatibili. | [Note di Ruth Underwood] Di solito “Variazioni su ‘Alito di Cane’” e “Zio Carne” sono accoppiate, e questa esibizione non fa eccezione. Sono molto diverse ma, ciò nonostante, compatibili. |
Negli studi Apostolic di New York, tra l’ottobre del ’67 e il febbraio del ’68, Frank poté accedere alle più moderne tecnologie di registrazione e poté creare un’incredibile ricchezza multistrato. “Variazioni su ‘Alito di Cane’” è uno dei brani più divinamente lirici che lui abbia mai composto. Se conoscete l’album “Zio Carne” capirete perché dico che la musica è delicata e raffinata, con fraseggi graziosi e fluidi, romantici in modo così trascinante da implorare quasi di essere cantati. Il toccante suono dell’organo Gibson, con la sua fluttuante qualità vocale, assume qui un’essenza operistica indimenticabile. | Negli studi Apostolic di New York, tra l’ottobre del ’67 e il febbraio del ’68, Frank poté accedere alle più moderne tecnologie di registrazione e poté creare un’incredibile ricchezza multistrato. “Variazioni su ‘Alito di Cane’” è uno dei brani più divinamente lirici che lui abbia mai composto. Se conoscete l’album “Zio Carne” capirete perché dico che la musica è delicata e raffinata, con fraseggi graziosi e fluidi, romantici in modo così trascinante da implorare quasi di essere cantati. Il toccante suono dell’organo Gibson, con la sua fluttuante qualità vocale, assume qui un’essenza operistica indimenticabile. |
Quando l’ho riascoltata di recente, questa registrazione mi ha ancora una volta commossa profondamente e anche colpita con il suo mondo di contrasti rispetto all’esecuzione in “Roxy”. Nel 1973 eravamo una formazione di otto musicisti - tre di noi batteristi / percussionisti (quattro, includendo FZ) - e presentavamo questa musica dal vivo in tournée. Anche se Frank non poteva rifare quello che aveva realizzato cinque anni prima per l’album in studio, è riuscito lo stesso a far suonare di nuovo, in modo diverso, questa musica deliziosa. | Quando l’ho riascoltata di recente, questa registrazione mi ha ancora una volta commossa profondamente e anche colpita con il suo mondo di contrasti rispetto all’esecuzione in “Roxy”. Nel 1973 eravamo una formazione di otto musicisti - tre di noi batteristi / percussionisti (quattro, includendo FZ) - e presentavamo questa musica dal vivo in tournée. Anche se Frank non poteva rifare quello che aveva realizzato cinque anni prima per l’album in studio, è riuscito lo stesso a far suonare di nuovo, in modo diverso, questa musica deliziosa. |
Innanzitutto, mi ha permesso di suonare tutto quello che volevo, aprendomi le porte del paradiso! Avendo completamente consumato quell’LP nel corso degli anni, amavo e conoscevo intimamente questo brano. Ho semplicemente combinato in una parte tutto quello che sapevo suonare, e quando Frank non si lamentava, andava bene così. Con il mio suono come una costante, lui ha usato le perennemente mutevoli combinazioni degli strumenti a disposizione per abbinare i temi: il trombone con il vibrafono, il piano con la chitarra, il trombone con la marimba, i campanacci alpini con la marimba, il trombone con il sintetizzatore, il flauto o il sax tenore di Napoleon che si uniscono ad ognuna di queste coppie. | Innanzitutto, mi ha permesso di suonare tutto quello che volevo, aprendomi le porte del paradiso! Avendo completamente consumato quell’LP nel corso degli anni, amavo e conoscevo intimamente questo brano. Ho semplicemente combinato in una parte tutto quello che sapevo suonare, e quando Frank non si lamentava, andava bene così. Con il mio suono come una costante, lui ha usato le perennemente mutevoli combinazioni degli strumenti a disposizione per abbinare i temi: il trombone con il vibrafono, il piano con la chitarra, il trombone con la marimba, i campanacci alpini con la marimba, il trombone con il sintetizzatore, il flauto o il sax tenore di Napoleon che si uniscono ad ognuna di queste coppie. |
Per ottenere più varietà, i musicisti potevano cambiare registro o aggiungere sottili infiorettature. Bruce ha offerto uno dei miei momenti preferiti in questo CD, con il suo tocco di lingua raddoppiato per accoppiare la trama del “doppio stop” rullato di marimba a una delle ripetizioni. Non riesco proprio a smettere di pensarci! Musicalmente è molto interessante il giro di basso di Tom, di tanto in tanto ciclico, è un complemento piacevole alle percussioni mentre queste procedono nei cambiamenti di metrica. A dire il vero si perdono alcuni degli elementi luminosi e rapsodici del disco che tanto mi avevano attratto, però al posto loro c’è un’energia irresistibile. | Per ottenere più varietà, i musicisti potevano cambiare registro o aggiungere sottili infiorettature. Bruce ha offerto uno dei miei momenti preferiti in questo CD, con il suo tocco di lingua raddoppiato per accoppiare la trama del “doppio stop” rullato di marimba a una delle ripetizioni. Non riesco proprio a smettere di pensarci! Musicalmente è molto interessante il giro di basso di Tom, di tanto in tanto ciclico, è un complemento piacevole alle percussioni mentre queste procedono nei cambiamenti di metrica. A dire il vero si perdono alcuni degli elementi luminosi e rapsodici del disco che tanto mi avevano attratto, però al posto loro c’è un’energia irresistibile. |
Nel punto in cui i campanacci alpini entrano per la prima volta in “Variazioni su ‘Alito di Cane’”, Frank metteva via la sua chitarra e per il resto del brano si univa a me nella sezione di percussioni, per tutto “Zio Carne” fino all’apertura di “RDNZL”, che a volte lo seguiva subito dopo, come in questa registrazione. Mi sembra ancora di vederlo farsi strada attraverso il palco, come nessun altro, con la sua camminata sinuosa e al tempo stesso angolosa. Avvicinandosi alle “piccole percussioni” rallentava un po’ per prendere le bacchette da rullante che gli lasciavo sempre nello stesso posto preciso. E da quel momento, metà della band suonava batterie e percussioni! | Nel punto in cui i campanacci alpini entrano per la prima volta in “Variazioni su ‘Alito di Cane’”, Frank metteva via la sua chitarra e per il resto del brano si univa a me nella sezione di percussioni, per tutto “Zio Carne” fino all’apertura di “RDNZL”, che a volte lo seguiva subito dopo, come in questa registrazione. Mi sembra ancora di vederlo farsi strada attraverso il palco, come nessun altro, con la sua camminata sinuosa e al tempo stesso angolosa. Avvicinandosi alle “piccole percussioni” rallentava un po’ per prendere le bacchette da rullante che gli lasciavo sempre nello stesso posto preciso. E da quel momento, metà della band suonava batterie e percussioni! |
Chester teneva perfettamente il ritmo attraverso i cambiamenti di metrica, Ralph seguiva il contorno dei temi melodici con i campanacci alpini, aggiungendo punteggiatura e riempitivi di batteria, e Frank espandeva il tutto offrendo un’altra prova di talento con colpi esplosivi di tamburo e una distribuzione creativa delle “note mancanti” che soltanto lui poteva materializzare sui bonghi, sul rullante da parata e sul rullante ottavino. Variava spesso la sua parte e di tanto in tanto non suonava affatto per diverse battute, per modificare la densità del suono prima di riprendere. A volte sembrava rilassato, in uno stato d’animo completamente trasformato. Ben nascosto dentro la sezione di percussioni e poco visibile al pubblico, Frank era nel proprio mondo, pur tuttavia sempre consapevole e attento al tutto. | Chester teneva perfettamente il ritmo attraverso i cambiamenti di metrica, Ralph seguiva il contorno dei temi melodici con i campanacci alpini, aggiungendo punteggiatura e riempitivi di batteria, e Frank espandeva il tutto offrendo un’altra prova di talento con colpi esplosivi di tamburo e una distribuzione creativa delle “note mancanti” che soltanto lui poteva materializzare sui bonghi, sul rullante da parata e sul rullante ottavino. Variava spesso la sua parte e di tanto in tanto non suonava affatto per diverse battute, per modificare la densità del suono prima di riprendere. A volte sembrava rilassato, in uno stato d’animo completamente trasformato. Ben nascosto dentro la sezione di percussioni e poco visibile al pubblico, Frank era nel proprio mondo, pur tuttavia sempre consapevole e attento al tutto. |
Mentre le “Variazioni su ‘Alito di Cane’” volgono al termine e sembrano fluttuare via, sono rimpiazzate da un motivo di sottofondo in quattro battute che continua con fermezza la metrica in 3/4 che accompagna “Zio Carne”. Durante questo passaggio tra i brani Frank si “rigenerava”, guardando i suoi strumenti a percussione nella sezione, dando di tanto in tanto un’occhiata di sfuggita al resto della band e preparandosi per la sfida successiva. | Mentre le “Variazioni su ‘Alito di Cane’” volgono al termine e sembrano fluttuare via, sono rimpiazzate da un motivo di sottofondo in quattro battute che continua con fermezza la metrica in 3/4 che accompagna “Zio Carne”. Durante questo passaggio tra i brani Frank si “rigenerava”, guardando i suoi strumenti a percussione nella sezione, dando di tanto in tanto un’occhiata di sfuggita al resto della band e preparandosi per la sfida successiva. |
“Zio Carne” è molto meno complicata delle “Variazioni su ‘Alito di Cane’”. È essenzialmente una composizione per bacchette con il supporto di tutti gli altri strumenti, incluso il basso (che raddoppia la melodia ripetuta nella seconda metà del tema principale). Tranne che per una breve interruzione durante la successiva coda, la metrica rimane in 3/4 dall’inizio alla fine. Chester e Ralph mantengono rade e addirittura primitive le loro parti di batteria, con solo pochi riempitivi e sincopi ben piazzate, permettendo di ascoltare la marimba e lasciando spazio a Frank per il suo modo unico di fare musica. Quando lui estende il suo ambito melodico ai timpani e alla grancassa da concerto, tenendo ancora le bacchette da tamburo rullante secondo la cosiddetta ‘presa tradizionale’, l’effetto è ben poco tradizionale! Inoltre, il timbro dei bonghi ben accordati e gli alti del rullante ottavino, in particolare nelle ultime note che Frank suona alla fine del brano, accennano e mi riportano al carattere sorprendente dei suoni percussivi che lui aveva prodotto anni prima nell’album “Zio Carne”. Non ho idea se Frank l’avesse fatto di proposito, ma mi piace fare quest’associazione. | “Zio Carne” è molto meno complicata delle “Variazioni su ‘Alito di Cane’”. È essenzialmente una composizione per bacchette con il supporto di tutti gli altri strumenti, incluso il basso (che raddoppia la melodia ripetuta nella seconda metà del tema principale). Tranne che per una breve interruzione durante la successiva coda, la metrica rimane in 3/4 dall’inizio alla fine. Chester e Ralph mantengono rade e addirittura primitive le loro parti di batteria, con solo pochi riempitivi e sincopi ben piazzate, permettendo di ascoltare la marimba e lasciando spazio a Frank per il suo modo unico di fare musica. Quando lui estende il suo ambito melodico ai timpani e alla grancassa da concerto, tenendo ancora le bacchette da tamburo rullante secondo la cosiddetta ‘presa tradizionale’, l’effetto è ben poco tradizionale! Inoltre, il timbro dei bonghi ben accordati e gli alti del rullante ottavino, in particolare nelle ultime note che Frank suona alla fine del brano, accennano e mi riportano al carattere sorprendente dei suoni percussivi che lui aveva prodotto anni prima nell’album “Zio Carne”. Non ho idea se Frank l’avesse fatto di proposito, ma mi piace fare quest’associazione. |
A questo punto del CD il suono della marimba è piuttosto secco e ovattato, come un tamburellio su un tavolo, e mi ha sorpreso quando l’ho sentito. Nel maggio del 1973, mentre eravamo in tournée a Chicago, avevamo comprato una delle prime marimbe in kelon di Musser. Il kelon (una termoplastica verdastra poi verniciata in marrone per fini cosmetici) era stato appena inventato per ottenere una maggior resistenza e sonorità rispetto al legno, a metà strada tra una classica marimba in palissandro e un vibrafono. C’è piaciuta, ne abbiamo ordinata una e l’abbiamo fatta preparare per le tournée successive. Joe Travers mi ha recentemente spiegato che tutte le percussioni della mia sezione sono state registrate al Roxy su una singola traccia monofonica. È un peccato che la marimba manchi di brillantezza, soprattutto in questo brano dove si esibisce splendidamente. | A questo punto del CD il suono della marimba è piuttosto secco e ovattato, come un tamburellio su un tavolo, e mi ha sorpreso quando l’ho sentito. Nel maggio del 1973, mentre eravamo in tournée a Chicago, avevamo comprato una delle prime marimbe in kelon di Musser. Il kelon (una termoplastica verdastra poi verniciata in marrone per fini cosmetici) era stato appena inventato per ottenere una maggior resistenza e sonorità rispetto al legno, a metà strada tra una classica marimba in palissandro e un vibrafono. C’è piaciuta, ne abbiamo ordinata una e l’abbiamo fatta preparare per le tournée successive. Joe Travers mi ha recentemente spiegato che tutte le percussioni della mia sezione sono state registrate al Roxy su una singola traccia monofonica. È un peccato che la marimba manchi di brillantezza, soprattutto in questo brano dove si esibisce splendidamente. |
Durante tutta la registrazione è evidente come Frank abbia dato alla marimba e al vibrafono un risalto veramente insolito, innalzandoli alla stessa levatura degli altri strumenti melodici. Assegnandogli dei veri e propri muscoli musicali, invece di relegarli al ruolo tradizionale di “ciliegine sulla torta” o di effetti sonori comici, ha realizzato qualcosa di molto raro, soprattutto fra le rock band. In “Cane / Carne” la sua presenza fisica al mio fianco metteva ciò ben in chiaro. | Durante tutta la registrazione è evidente come Frank abbia dato alla marimba e al vibrafono un risalto veramente insolito, innalzandoli alla stessa levatura degli altri strumenti melodici. Assegnandogli dei veri e propri muscoli musicali, invece di relegarli al ruolo tradizionale di “ciliegine sulla torta” o di effetti sonori comici, ha realizzato qualcosa di molto raro, soprattutto fra le rock band. In “Cane / Carne” la sua presenza fisica al mio fianco metteva ciò ben in chiaro. |
[Strumentale] | [Strumentale] |
6. RDNZL | 6. RDNZL |
English Español | English Italiano Español |
[Note di Ruth Underwood] Posso solo dire: “Attenzione, state indietro!” Anche in questa versione relativamente sana, “RDNZL” mi dà una scossa e mi mette KO! Ho una reazione tangibile alle ripetute raffiche di energia e mi ricordo di quando io stessa ero una di quelle spirali avvoltolate strettamente che spiccano il volo in ogni direzione, ognuno di noi in tempi diversi e tutti sull’orlo di una qualche crisi di nervi, ma in senso buono. | [Note di Ruth Underwood] Posso solo dire: “Attenzione, state indietro!” Anche in questa versione relativamente sana, “RDNZL” mi dà una scossa e mi mette KO! Ho una reazione tangibile alle ripetute raffiche di energia e mi ricordo di quando io stessa ero una di quelle spirali avvoltolate strettamente che spiccano il volo in ogni direzione, ognuno di noi in tempi diversi e tutti sull’orlo di una qualche crisi di nervi, ma in senso buono. |
La struttura di questo brano è semplice e geniale (ma potreste non accorgervene, talmente resterete sorpresi dalla forza della musica che state ascoltando). In poche parole, “RDNZL” ha due principali temi melodici: il primo arriva subito dopo le otto battute d’apertura ed è veloce, il secondo arriva, su segnale, subito dopo assolo di chitarra di Frank ed è lento. A questo punto c’è una sezione centrale orchestrata di carattere contrastante - stile, suono, umore, metrica - seguita da un caos controllato, prima che le cose si fermino e ripartano. I due precedenti principali temi melodici ritornano, ma capovolti: adesso il secondo arriva prima, su segnale, dopo la fine dell’assolo di George, ed è veloce (con riempitivi di percussioni), poi il primo ritorna ed è lento, ponderato e insistente. Ci porta fino alla fine, ad eccezione di una ripresa momentanea dello scompiglio pianificato, e fino alla nota conclusiva. Va inoltre ricordato il ritmo onnipresente e sincopato che incornicia le porzioni di musica. È usato come cornice e come espediente per le transizioni, fornisce però dall’inizio alla fine un’insistenza appropriata e frenetica. | La struttura di questo brano è semplice e geniale (ma potreste non accorgervene, talmente resterete sorpresi dalla forza della musica che state ascoltando). In poche parole, “RDNZL” ha due principali temi melodici: il primo arriva subito dopo le otto battute d’apertura ed è veloce, il secondo arriva, su segnale, subito dopo assolo di chitarra di Frank ed è lento. A questo punto c’è una sezione centrale orchestrata di carattere contrastante - stile, suono, umore, metrica - seguita da un caos controllato, prima che le cose si fermino e ripartano. I due precedenti principali temi melodici ritornano, ma capovolti: adesso il secondo arriva prima, su segnale, dopo la fine dell’assolo di George, ed è veloce (con riempitivi di percussioni), poi il primo ritorna ed è lento, ponderato e insistente. Ci porta fino alla fine, ad eccezione di una ripresa momentanea dello scompiglio pianificato, e fino alla nota conclusiva. Va inoltre ricordato il ritmo onnipresente e sincopato che incornicia le porzioni di musica. È usato come cornice e come espediente per le transizioni, fornisce però dall’inizio alla fine un’insistenza appropriata e frenetica. |
Quando ci potevamo concedere il lusso di un civile conteggio per iniziare “RDNZL”, Frank gridava: “Uno, uno, uno, uno”, e avevamo il tempo per prepararci. Ogni “uno” indicava una battuta e stabiliva così il ritmo (potete sentirlo contare in questo modo prima di “RDNZL” in “Non Potrete Più Fare Questo sul Palco, Volume 2” e in “King Kong” su questo CD ‘Roxy’). Quando “RDNZL” seguiva senza interruzione “Zio Carne”, come qui, lo vedevo solo indicare il battere e dopo si salvi chi può! | Quando ci potevamo concedere il lusso di un civile conteggio per iniziare “RDNZL”, Frank gridava: “Uno, uno, uno, uno”, e avevamo il tempo per prepararci. Ogni “uno” indicava una battuta e stabiliva così il ritmo (potete sentirlo contare in questo modo prima di “RDNZL” in “Non Potrete Più Fare Questo sul Palco, Volume 2” e in “King Kong” su questo CD ‘Roxy’). Quando “RDNZL” seguiva senza interruzione “Zio Carne”, come qui, lo vedevo solo indicare il battere e dopo si salvi chi può! |
Frank aveva voluto un’apertura adeguatamente vistosa e mi aveva lasciato ideare qualcosa da suonare al vibrafono nella tonalità iniziale in RE. Quella velocissima sequenza, un accordo in SOL 2º arpeggiato alla Zappa, era un tentativo di offrire quella scintillante sontuosità che il brano meritava, una specie di fanfara reale. Come al solito avevo proposto le bacchette più dure per uno schizzo più brillante; a quei tempi non consideravo quanto questo potesse essere infido se eseguito a rompicollo, per non parlare del riflesso accecante delle luci di scena sulle barre di metallo argentato del vibrafono. Ero veramente allo scoperto, e, beh, a volte facevo centro, a volte no, ma quando ce la facevo, valeva il rischio. | Frank aveva voluto un’apertura adeguatamente vistosa e mi aveva lasciato ideare qualcosa da suonare al vibrafono nella tonalità iniziale in RE. Quella velocissima sequenza, un accordo in SOL 2º arpeggiato alla Zappa, era un tentativo di offrire quella scintillante sontuosità che il brano meritava, una specie di fanfara reale. Come al solito avevo proposto le bacchette più dure per uno schizzo più brillante; a quei tempi non consideravo quanto questo potesse essere infido se eseguito a rompicollo, per non parlare del riflesso accecante delle luci di scena sulle barre di metallo argentato del vibrafono. Ero veramente allo scoperto, e, beh, a volte facevo centro, a volte no, ma quando ce la facevo, valeva il rischio. |
L’uso che Frank faceva degli aumenti e delle diminuzioni (alterando i valori delle note di un tema all’interno di una determinata metrica o cadenza) era una delle sue tecniche preferite e qui funziona in modo spettacolare. Altri esempi memorabili possono essere ascoltati in “Strade inca” (le temute sette), in “Zio Carne” su “Non Potrete Più Fare Questo sul Palco, Volume 2” (verso la fine) e in “Gran Lesto” (nella sezione finale) su “Non Potrete Più Fare Questo sul Palco, Volume 1”. | L’uso che Frank faceva degli aumenti e delle diminuzioni (alterando i valori delle note di un tema all’interno di una determinata metrica o cadenza) era una delle sue tecniche preferite e qui funziona in modo spettacolare. Altri esempi memorabili possono essere ascoltati in “Strade inca” (le temute sette), in “Zio Carne” su “Non Potrete Più Fare Questo sul Palco, Volume 2” (verso la fine) e in “Gran Lesto” (nella sezione finale) su “Non Potrete Più Fare Questo sul Palco, Volume 1”. |
“RDNZL” mette in mostra le virtù dei membri della band e gli assoli sono stupendi. Quello di Bruce è il primo ed è debitamente frenetico e a volte folle, solo per librarsi gloriosamente e atterrare sulle note perfette in cima alla sua gamma, fra ricadute nella frenesia, prima di placarsi quando inizia l’assolo di Frank. | “RDNZL” mette in mostra le virtù dei membri della band e gli assoli sono stupendi. Quello di Bruce è il primo ed è debitamente frenetico e a volte folle, solo per librarsi gloriosamente e atterrare sulle note perfette in cima alla sua gamma, fra ricadute nella frenesia, prima di placarsi quando inizia l’assolo di Frank. |
Non mi stancherò mai degli assoli di chitarra di FZ. Come minimo, sono mini-composizioni sempre logiche, consistenti, ben modellate e concepite in modo interessante, che hanno un senso per me, ma quelle più sublimi mi strappano via il cuore! Questo assolo non vi deluderà, con il suo uso di modelli con note basse e a battuta singola che si sviluppano verso un livello più elevato e, integrando calore e intensità, sfociano in scintille di note in ogni dove, mantenendo l’eccitazione… fino a calmarsi poi nelle sezioni di gruppo. | Non mi stancherò mai degli assoli di chitarra di FZ. Come minimo, sono mini-composizioni sempre logiche, consistenti, ben modellate e concepite in modo interessante, che hanno un senso per me, ma quelle più sublimi mi strappano via il cuore! Questo assolo non vi deluderà, con il suo uso di modelli con note basse e a battuta singola che si sviluppano verso un livello più elevato e, integrando calore e intensità, sfociano in scintille di note in ogni dove, mantenendo l’eccitazione… fino a calmarsi poi nelle sezioni di gruppo. |
L’assolo di Napoleon emerge dal caos controllato che ho citato prima. Anche se è molto breve e serve soprattutto come transizione verso l’assolo di George, posso immaginarmi Guy Lombardo, Motorhead, Bunk e Ian che lo guardano annuendo e fornendogli ispirazioni. Non potrebbero essere migliori, quel vibrato agitato e ampio, quelle fastidiose notarelle demenziali che mantengono alta l’energia, anche quando scendono di tono e lasciano posto all’assolo di George. | L’assolo di Napoleon emerge dal caos controllato che ho citato prima. Anche se è molto breve e serve soprattutto come transizione verso l’assolo di George, posso immaginarmi Guy Lombardo, Motorhead, Bunk e Ian che lo guardano annuendo e fornendogli ispirazioni. Non potrebbero essere migliori, quel vibrato agitato e ampio, quelle fastidiose notarelle demenziali che mantengono alta l’energia, anche quando scendono di tono e lasciano posto all’assolo di George. |
George avanza e circonda le note calanti di Napoleon con il pianoforte Fender Rhodes morbido come un cuscino e poi, trattenendo l’energia ceduta dal sax tenore, decolla con il sintetizzatore come un uccello liberato che vola e che, selvaggiamente felice e su di giri, mantiene questo brano animato e pulsante dall’inizio alla fine, sospinto e sostenuto dalle agili dita danzanti di Tom al basso, secondo me, uno dei momenti salienti di questo CD, e dalla batteria incredibilmente raffinata di Ralph. | George avanza e circonda le note calanti di Napoleon con il pianoforte Fender Rhodes morbido come un cuscino e poi, trattenendo l’energia ceduta dal sax tenore, decolla con il sintetizzatore come un uccello liberato che vola e che, selvaggiamente felice e su di giri, mantiene questo brano animato e pulsante dall’inizio alla fine, sospinto e sostenuto dalle agili dita danzanti di Tom al basso, secondo me, uno dei momenti salienti di questo CD, e dalla batteria incredibilmente raffinata di Ralph. |
Nel 1974 Frank ha aggiunto ancora più teatralità con un corale crescente, un’impennata musicale in otto battute che precede l’epilogo del tema. Se siete curiosi, potete ascoltare anche questo su “Non Potrete Più Fare Questo sul Palco, Volume 2”. È l’unica cosa di cui sento qui la mancanza. | Nel 1974 Frank ha aggiunto ancora più teatralità con un corale crescente, un’impennata musicale in otto battute che precede l’epilogo del tema. Se siete curiosi, potete ascoltare anche questo su “Non Potrete Più Fare Questo sul Palco, Volume 2”. È l’unica cosa di cui sento qui la mancanza. |
Questo “RDNZL” è un tour de force, e la band ne è stata all’altezza. | Questo “RDNZL” è un tour de force, e la band ne è stata all’altezza. |
[Strumentale] | [Strumentale] |
Grazie | Grazie |
(Brian, puoi alzare un po’ i corni in questo… questo monitor da palco qua? Cosa? Non è in quello lassù. C’era? Bene, alza un po’ anche i… i corni. Bruce non riesce a sentirsi) | (Brian, puoi alzare un po’ i corni in questo… questo monitor da palco qua? Cosa? Non è in quello lassù. C’era? Bene, alza un po’ anche i… i corni. Bruce non riesce a sentirsi) |
Vorrei dedicare la prossima canzone a ehm… John e Nellie Wilson perché probabilmente conoscono quello di cui parla questa canzone più di chiunque altro in questa sala. Il nome di questa canzone è “Il villaggio del sole”. | Vorrei dedicare la prossima canzone a ehm… John e Nellie Wilson perché probabilmente conoscono quello di cui parla questa canzone più di chiunque altro in questa sala. Il nome di questa canzone è “Il villaggio del sole”. |
7. Villaggio del sole | 7. Villaggio del sole |
English Español | English Italiano Español |
[Note di Ruth Underwood] Nel periodo in cui ho fatto tournée con la band di Frank, “Villaggio del sole” si è fermata nella sua continua evoluzione per il tempo sufficiente a stabilizzarsi in tre versioni essenziali, quella in questo CD è la seconda delle tre. Combina qualcuna delle qualità contemplative e folcloristiche della prima (cantata da George nella band di Ian / Jean-Luc all’inizio del 1973) con sentori dell’energia e della complessità musicale che ancora dovevano arrivare (nell’interpretazione su di giri cantata da Napoleon nella band a sei membri del 1974). Questo arrangiamento al Roxy è talmente equilibrato e appagante - e soprattutto anche benvenuto, posizionato fra due lunghe serie di brani strumentali - che potreste sentirvi cullati dalla sua facile pastosità. Scrutate più a fondo, vi prego, nelle ricche sfumature della musica e nell’immaginario personale dei versi. “Villaggio del sole”, in soli tre minuti e ventiquattro secondi, può essere un viaggio potente e infinitamente rivelatore. L’ho amata fin dal primo giorno, e con il passare degli anni l’apprezzo sempre più intimamente. | [Note di Ruth Underwood] Nel periodo in cui ho fatto tournée con la band di Frank, “Villaggio del sole” si è fermata nella sua continua evoluzione per il tempo sufficiente a stabilizzarsi in tre versioni essenziali, quella in questo CD è la seconda delle tre. Combina qualcuna delle qualità contemplative e folcloristiche della prima (cantata da George nella band di Ian / Jean-Luc all’inizio del 1973) con sentori dell’energia e della complessità musicale che ancora dovevano arrivare (nell’interpretazione su di giri cantata da Napoleon nella band a sei membri del 1974). Questo arrangiamento al Roxy è talmente equilibrato e appagante - e soprattutto anche benvenuto, posizionato fra due lunghe serie di brani strumentali - che potreste sentirvi cullati dalla sua facile pastosità. Scrutate più a fondo, vi prego, nelle ricche sfumature della musica e nell’immaginario personale dei versi. “Villaggio del sole”, in soli tre minuti e ventiquattro secondi, può essere un viaggio potente e infinitamente rivelatore. L’ho amata fin dal primo giorno, e con il passare degli anni l’apprezzo sempre più intimamente. |
Quando oggi guardo lo spartito per il vibrafono, proprio quello che Frank mi consegnò alle prove quarant’anni fa, sono colpita dalle stesse sorprese che saltano fuori dalla pagina esattamente come mi avevano colpita quel primo giorno ancora vivo nella mia memoria… tenendo in mano lo spartito avevo iniziato a fare lentamente ritorno al vibrafono, studiando la parte mentre camminavo. Scorrendola in fretta ero rimasta sorpresa tanto da quello che c’era quanto da quello che non c’era: non c’erano quei campi minati che spesso stavano in agguato nelle note di Frank! In effetti sembrava facile da suonare, e la scrittura così rada poteva sembrare incompleta se non fosse stato per il fraseggio dettagliato e l’articolazione marcata su ogni nota. La metrica era in 4/4 dall’inizio alla fine, inusuale per FZ, e sembrava che gli elementi cambiassero ogni due battute. | Quando oggi guardo lo spartito per il vibrafono, proprio quello che Frank mi consegnò alle prove quarant’anni fa, sono colpita dalle stesse sorprese che saltano fuori dalla pagina esattamente come mi avevano colpita quel primo giorno ancora vivo nella mia memoria… tenendo in mano lo spartito avevo iniziato a fare lentamente ritorno al vibrafono, studiando la parte mentre camminavo. Scorrendola in fretta ero rimasta sorpresa tanto da quello che c’era quanto da quello che non c’era: non c’erano quei campi minati che spesso stavano in agguato nelle note di Frank! In effetti sembrava facile da suonare, e la scrittura così rada poteva sembrare incompleta se non fosse stato per il fraseggio dettagliato e l’articolazione marcata su ogni nota. La metrica era in 4/4 dall’inizio alla fine, inusuale per FZ, e sembrava che gli elementi cambiassero ogni due battute. |
La mia parte iniziava con triadi maggiori e minori che si spostavano in moto parallelo, un po’ modali, forse un corale; le due battute seguenti prolungavano quell’idea ma, iniziando mezzo passo più in basso, creavano molte alterazioni (qui, in bemolle); le due battute successive erano più cromatiche, con diesis e bemolli, e introducevano accordi di quattro note, per maggiore dissonanza e movimento armonico; la densità si rilassava infine nell’ampiezza e nella forte spinta verso una cadenza tradizionale, anche se era una semi-cadenza 1-4-5, che terminava sulla dominante e non una risoluzione pienamente soddisfacente verso la scala tonica. | La mia parte iniziava con triadi maggiori e minori che si spostavano in moto parallelo, un po’ modali, forse un corale; le due battute seguenti prolungavano quell’idea ma, iniziando mezzo passo più in basso, creavano molte alterazioni (qui, in bemolle); le due battute successive erano più cromatiche, con diesis e bemolli, e introducevano accordi di quattro note, per maggiore dissonanza e movimento armonico; la densità si rilassava infine nell’ampiezza e nella forte spinta verso una cadenza tradizionale, anche se era una semi-cadenza 1-4-5, che terminava sulla dominante e non una risoluzione pienamente soddisfacente verso la scala tonica. |
Poi, verso la metà, mi resi conto con un sussulto che fino a quel punto mancavano totalmente gli accordi “Zappa 2” - triadi senza terzi maggiori o minori, costruite invece sul 1º, 2º e 5º grado della scala diatonica - proprio quegli accordi della musica di FZ che mi avevano sempre attratto e che le conferivano un suono così distintivo. | Poi, verso la metà, mi resi conto con un sussulto che fino a quel punto mancavano totalmente gli accordi “Zappa 2” - triadi senza terzi maggiori o minori, costruite invece sul 1º, 2º e 5º grado della scala diatonica - proprio quegli accordi della musica di FZ che mi avevano sempre attratto e che le conferivano un suono così distintivo. |
Continuando il mio rapido esame della parte si rivelarono quattro battute che riportavano al primo materiale; lì, però, Frank aveva rinunciato alle triadi e le aveva sostituite con delle ottave, un’altra rarità nelle parti annotate di bacchette di FZ (un’eccezione è “Gran Lesto” e “Finale di ‘Gran Lesto’”): dopo le ottave arrivano accordi sul registro superiore, muovendosi cromaticamente con un forte sapore di armonia jazz, che portano a una più consona e persino confortante figura ripetuta in due battute, contenente un accordo in settima maggiore e una figura sincopata nel registro inferiore, forse raddoppiante una parte di basso; le ultime sei battute del brano ricordano le triadi, gli accordi di quattro note e le ottave, in rotta verso la cadenza; risaltavano però cose più insolite: un accordo FA-SOL-DO catturava la mia attenzione, ma ho presto capito essere una sospensione 4-3 che si risolve in una triade in DO maggiore, più che un effettivo “Zappa 2” in quel contesto, per sette battiti e mezzo c’era un accordo completo in FA settimo maggiore - in una composizione di FZ la cadenza finale era di nuovo una mezza cadenza, che terminava sulla dominante e rifiutava di risolversi - percepivo verso le note lì sulla pagina una sensazione quasi gospel. | Continuando il mio rapido esame della parte si rivelarono quattro battute che riportavano al primo materiale; lì, però, Frank aveva rinunciato alle triadi e le aveva sostituite con delle ottave, un’altra rarità nelle parti annotate di bacchette di FZ (un’eccezione è “Gran Lesto” e “Finale di ‘Gran Lesto’”): dopo le ottave arrivano accordi sul registro superiore, muovendosi cromaticamente con un forte sapore di armonia jazz, che portano a una più consona e persino confortante figura ripetuta in due battute, contenente un accordo in settima maggiore e una figura sincopata nel registro inferiore, forse raddoppiante una parte di basso; le ultime sei battute del brano ricordano le triadi, gli accordi di quattro note e le ottave, in rotta verso la cadenza; risaltavano però cose più insolite: un accordo FA-SOL-DO catturava la mia attenzione, ma ho presto capito essere una sospensione 4-3 che si risolve in una triade in DO maggiore, più che un effettivo “Zappa 2” in quel contesto, per sette battiti e mezzo c’era un accordo completo in FA settimo maggiore - in una composizione di FZ la cadenza finale era di nuovo una mezza cadenza, che terminava sulla dominante e rifiutava di risolversi - percepivo verso le note lì sulla pagina una sensazione quasi gospel. |
Per farla breve, pur senza avere suonato una sola nota della mia parte avevo capito quanto mi fossi sbagliata a giudicare rado o incompleto quell’umile spartito… era infatti densissimo, all’inizio come un inno o un corale, passando attraverso un’armonia da jazz contemporaneo e dissolvendosi in una più accessibile e confortevole sensazione gospel. Mi sentivo un po’ presa alla sprovvista e a quel punto ero pronta per suonare e ascoltare “Villaggio del sole” con gli altri strumenti. | Per farla breve, pur senza avere suonato una sola nota della mia parte avevo capito quanto mi fossi sbagliata a giudicare rado o incompleto quell’umile spartito… era infatti densissimo, all’inizio come un inno o un corale, passando attraverso un’armonia da jazz contemporaneo e dissolvendosi in una più accessibile e confortevole sensazione gospel. Mi sentivo un po’ presa alla sprovvista e a quel punto ero pronta per suonare e ascoltare “Villaggio del sole” con gli altri strumenti. |
Risultò poi che lo spartito che ho appena descritto non era l’intera canzone. Frank ne compose un’altra parte, ma non è mai esistito niente di scritto. Il suo nuovo segmento era un interludio, e dopo dovevamo ripetere il materiale iniziale, rendendo la struttura del brano un modulo standard di canzone (due sezioni simili nei contenuti, collegate con un interludio di materiale nuovo o contrastante; insomma, per farla ancora più semplice, un modello ABA). Nei primi giorni in cui abbiamo provato questo brano, Frank aveva composto anche un’introduzione ben orchestrata che è stata però sacrificata in favore di quella più casuale su questa registrazione. | Risultò poi che lo spartito che ho appena descritto non era l’intera canzone. Frank ne compose un’altra parte, ma non è mai esistito niente di scritto. Il suo nuovo segmento era un interludio, e dopo dovevamo ripetere il materiale iniziale, rendendo la struttura del brano un modulo standard di canzone (due sezioni simili nei contenuti, collegate con un interludio di materiale nuovo o contrastante; insomma, per farla ancora più semplice, un modello ABA). Nei primi giorni in cui abbiamo provato questo brano, Frank aveva composto anche un’introduzione ben orchestrata che è stata però sacrificata in favore di quella più casuale su questa registrazione. |
Tutti gli elementi che ho evidenziato sono stati utilizzati nel corso dei secoli dalla maggior parte dei compositori, e Frank stesso ne ha senza dubbio utilizzati molti prima e dopo “Villaggio del sole”, ma la loro presenza simultanea nella sua modesta durata è ciò che, secondo me, produce quella dolcezza e quella freschezza sorprendenti e disarmanti, ed è ciò che contraddistingue questa canzone rispetto ad altri suoi lavori. | Tutti gli elementi che ho evidenziato sono stati utilizzati nel corso dei secoli dalla maggior parte dei compositori, e Frank stesso ne ha senza dubbio utilizzati molti prima e dopo “Villaggio del sole”, ma la loro presenza simultanea nella sua modesta durata è ciò che, secondo me, produce quella dolcezza e quella freschezza sorprendenti e disarmanti, ed è ciò che contraddistingue questa canzone rispetto ad altri suoi lavori. |
Ecco alcuni dei tanti momenti che prediligo in questa esibizione: | Ecco alcuni dei tanti momenti che prediligo in questa esibizione: |
- la dedica di Frank della canzone, che dà un tono personale prima che venga suonata una sola nota | - la dedica di Frank della canzone, che dà un tono personale prima che venga suonata una sola nota |
- l’uso da parte di Frank di “Il” mentre annuncia la canzone, che le dà formalità e solennità (non mi ricordo di averlo mai più sentito usarlo di nuovo dopo il Roxy) | - l’uso da parte di Frank di “Il” mentre annuncia la canzone, che le dà formalità e solennità (non mi ricordo di averlo mai più sentito usarlo di nuovo dopo il Roxy) |
- il fatto che l’introduzione di Frank alla canzone non suscita alcuna reazione in quel pubblico che, prima di quell’esibizione, non l’aveva mai sentita né ne aveva mai sentito parlare | - il fatto che l’introduzione di Frank alla canzone non suscita alcuna reazione in quel pubblico che, prima di quell’esibizione, non l’aveva mai sentita né ne aveva mai sentito parlare |
- Napoleon che dice due volte “Farmdale” invece di “Palmdale”, la canzone era ancora una novità anche per lui! | - Napoleon che dice due volte “Farmdale” invece di “Palmdale”, la canzone era ancora una novità anche per lui! |
- la voce vellutata di George insieme al timbro tagliente di Napoleon, una bella combinazione | - la voce vellutata di George insieme al timbro tagliente di Napoleon, una bella combinazione |
- la straordinaria parte di basso di Tom! Oltre a integrarsi come rassicurante presenza in sottofondo e fornire anche i necessari supporti e colpi ritmici, la parte di Tom è tanto interessante e melodicamente complessa quanto la melodia cantata, e potrei passare tutto il giorno a sentirla! Quando raddoppia la frase vocale composta, o si unisce brevemente alle parti di chitarra di FZ, o saltella allegramente fino al registro superiore (un’idea di Tom), il mio cuore accelera e a volte mi ricorda il grande James Jamerson. | - la straordinaria parte di basso di Tom! Oltre a integrarsi come rassicurante presenza in sottofondo e fornire anche i necessari supporti e colpi ritmici, la parte di Tom è tanto interessante e melodicamente complessa quanto la melodia cantata, e potrei passare tutto il giorno a sentirla! Quando raddoppia la frase vocale composta, o si unisce brevemente alle parti di chitarra di FZ, o saltella allegramente fino al registro superiore (un’idea di Tom), il mio cuore accelera e a volte mi ricorda il grande James Jamerson. |
- il ritmo di Chester, perfetto come sempre. Quelle tre semplici note che dopo l’interludio riportano alla sezione A… che cosa posso dire? | - il ritmo di Chester, perfetto come sempre. Quelle tre semplici note che dopo l’interludio riportano alla sezione A… che cosa posso dire? |
- il modo di suonare il tamburello di Ralph, sensibile e consapevole, che ne eleva il ruolo a “percussione a mano” | - il modo di suonare il tamburello di Ralph, sensibile e consapevole, che ne eleva il ruolo a “percussione a mano” |
- i fraseggi di chitarra di Frank, che commentano e infondono energia e tengono a bada l’umore sentimentale | - i fraseggi di chitarra di Frank, che commentano e infondono energia e tengono a bada l’umore sentimentale |
- il basso e la marimba orchestrati all’unisono, come da partitura di FZ, durante la figura sincopata e lungo tutto l’interludio, uno dei suoi colori preferiti e usati più spesso | - il basso e la marimba orchestrati all’unisono, come da partitura di FZ, durante la figura sincopata e lungo tutto l’interludio, uno dei suoi colori preferiti e usati più spesso |
- l’interludio stesso e il suo carattere completamente diverso; potremmo anche intuire l’intenzione di Frank di tornare al Villaggio del Sole e qualche suo pensiero e sensazione, però nella sezione dell’interludio siamo proprio lì! La musica cambia platealmente: il ritmo dell’hi-hat è sorprendente e d’improvviso sentiamo il ritmo della città… la gente, i ristoranti, il Palmdale Boulevard, la vita notturna… e, con un colpo di genio, Frank compone una lunga sincope su “andranno adesso gli inciampiconi”, allungando il tempo e poi inserendo due battiti in più, con uno schema di campanacci alpini particolarmente forte e veloce sulla prima di queste battute, creando un effetto d’inciampo in mezzo al ritmo corrente. Succede due volte e coglie anche noi di sorpresa. | - l’interludio stesso e il suo carattere completamente diverso; potremmo anche intuire l’intenzione di Frank di tornare al Villaggio del Sole e qualche suo pensiero e sensazione, però nella sezione dell’interludio siamo proprio lì! La musica cambia platealmente: il ritmo dell’hi-hat è sorprendente e d’improvviso sentiamo il ritmo della città… la gente, i ristoranti, il Palmdale Boulevard, la vita notturna… e, con un colpo di genio, Frank compone una lunga sincope su “andranno adesso gli inciampiconi”, allungando il tempo e poi inserendo due battiti in più, con uno schema di campanacci alpini particolarmente forte e veloce sulla prima di queste battute, creando un effetto d’inciampo in mezzo al ritmo corrente. Succede due volte e coglie anche noi di sorpresa. |
- la sovrapposizione di freschezza e calore nel vibrafono e nel clavinet. Molti mesi fa ho detto a Gail che consideravo il vibrafono come l’anima del brano (era sempre lì, nel suo composito stato iniziale, ad eccezione di sottilissimi aggiustamenti ritmici per adattarsi alle varie impostazioni). A volte era appena udibile, ma era comunque una presenza fresca e pulsante. Lei ha reagito descrivendo l’impressione che aveva avuto molti anni prima, mentre lei e Frank viaggiavano in macchina verso Villaggio del Sole, di onde increspate di calore che si vedevano salire dal manto stradale. Bene, quando ascolto questa canzone, il clavinet di George è quel calore. | - la sovrapposizione di freschezza e calore nel vibrafono e nel clavinet. Molti mesi fa ho detto a Gail che consideravo il vibrafono come l’anima del brano (era sempre lì, nel suo composito stato iniziale, ad eccezione di sottilissimi aggiustamenti ritmici per adattarsi alle varie impostazioni). A volte era appena udibile, ma era comunque una presenza fresca e pulsante. Lei ha reagito descrivendo l’impressione che aveva avuto molti anni prima, mentre lei e Frank viaggiavano in macchina verso Villaggio del Sole, di onde increspate di calore che si vedevano salire dal manto stradale. Bene, quando ascolto questa canzone, il clavinet di George è quel calore. |
Frank ha sempre detto che non scriveva canzoni d’amore - che non ci credeva - ma io ritengo che “Villaggio del sole” sia palesemente e innegabilmente una canzone d’amore piena di anelito, legami, ricordi e paura del distacco. L’immagine visiva di Villaggio del Sole che lui dipinge con i versi è molto dettagliata e realistica, e quindi molto più interessante di un racconto idealizzato. Come sempre i suoi occhi sono ben aperti, lui è onesto e diretto: qui non c’è sarcasmo, cinismo o parodia. Frank rivela un lato di sé solitamente riservato alle persone a lui più vicine, e noi, privilegiati per avere potuto intravedere qualcosa di tanto privato e raro, vogliamo proteggerlo e accudirlo. | Frank ha sempre detto che non scriveva canzoni d’amore - che non ci credeva - ma io ritengo che “Villaggio del sole” sia palesemente e innegabilmente una canzone d’amore piena di anelito, legami, ricordi e paura del distacco. L’immagine visiva di Villaggio del Sole che lui dipinge con i versi è molto dettagliata e realistica, e quindi molto più interessante di un racconto idealizzato. Come sempre i suoi occhi sono ben aperti, lui è onesto e diretto: qui non c’è sarcasmo, cinismo o parodia. Frank rivela un lato di sé solitamente riservato alle persone a lui più vicine, e noi, privilegiati per avere potuto intravedere qualcosa di tanto privato e raro, vogliamo proteggerlo e accudirlo. |
“Villaggio del sole” è un capolavoro. Non saprò mai cosa John e Nellie Wilson conoscessero a proposito della canzone e del suo vero significato, ma non ne sono dispiaciuta. Mi attrae il suo tema universale e l’immagine elegiaca del ritorno a casa di Frank (come me lo immagino io). A volte mi ritrovo in pellegrinaggio verso quel luogo interiore agrodolce e quasi insopportabilmente triste e bello. | “Villaggio del sole” è un capolavoro. Non saprò mai cosa John e Nellie Wilson conoscessero a proposito della canzone e del suo vero significato, ma non ne sono dispiaciuta. Mi attrae il suo tema universale e l’immagine elegiaca del ritorno a casa di Frank (come me lo immagino io). A volte mi ritrovo in pellegrinaggio verso quel luogo interiore agrodolce e quasi insopportabilmente triste e bello. |
Allora premo un’altra volta il tasto di ripetizione… | Allora premo un’altra volta il tasto di ripetizione… |
Sto tornando a casa al villaggio del sole | Sto tornando a casa al villaggio del sole |
Dove si allevano tacchini, appena passata Palmdale | Dove si allevano tacchini, appena passata Palmdale |
Mi sono deciso e so che andrò al Villaggio del | Mi sono deciso e so che andrò al Villaggio del |
Sole, Dio santo, spero che non soffi il vento | Sole, Dio santo, spero che non soffi il vento |
Ti scrosta la verniciatura e ti rovina pure il parabrezza, sì | Ti scrosta la verniciatura e ti rovina pure il parabrezza, sì |
Non so come la gente faccia a sopportarlo, ma sembra sia così | Non so come la gente faccia a sopportarlo, ma sembra sia così |
Visto che stanno ancora tutti lì, anche Johnny Franklin | Visto che stanno ancora tutti lì, anche Johnny Franklin |
Nel villaggio del sole, beh | Nel villaggio del sole, beh |
Villaggio del sole | Villaggio del sole |
Oh, il villaggio del sole, figlio | Oh, il villaggio del sole, figlio |
Villaggio del Sole per te | Villaggio del Sole per te |
La piccola Mary, e Teddy, e anche Thelma | La piccola Mary, e Teddy, e anche Thelma |
All’incrocio con il Palmdale Boulevard, lì | All’incrocio con il Palmdale Boulevard, lì |
Oltre il Village Inn, bimba, e il Barbecue, sì | Oltre il Village Inn, bimba, e il Barbecue, sì |
Ho sentito dire che non c’è più, beh, spero che non sia così | Ho sentito dire che non c’è più, beh, spero che non sia così |
Dove andranno adesso gli inciampiconi a guardare le luci che diventano blu? | Dove andranno adesso gli inciampiconi a guardare le luci che diventano blu? |
Dove andranno adesso gli inciampiconi a guardare le luci che diventano blu? | Dove andranno adesso gli inciampiconi a guardare le luci che diventano blu? |
Sto tornando a casa al villaggio del sole | Sto tornando a casa al villaggio del sole |
Dove si allevano tacchini, appena passata Palmdale | Dove si allevano tacchini, appena passata Palmdale |
Mi sono deciso e so che andrò al Villaggio del | Mi sono deciso e so che andrò al Villaggio del |
Sole, Dio santo, spero che non soffi il vento | Sole, Dio santo, spero che non soffi il vento |
Ti scrosta la verniciatura e ti rovina pure il parabrezza, sì | Ti scrosta la verniciatura e ti rovina pure il parabrezza, sì |
Non so come la gente faccia a sopportarlo, ma sembra sia così | Non so come la gente faccia a sopportarlo, ma sembra sia così |
Visto che stanno ancora tutti lì, anche Johnny Franklin | Visto che stanno ancora tutti lì, anche Johnny Franklin |
Nel villaggio del sole, oh | Nel villaggio del sole, oh |
Villaggio del sole | Villaggio del sole |
Il villaggio del sole, figlio | Il villaggio del sole, figlio |
Villaggio del Sole per te, te, oh sì, sì! | Villaggio del Sole per te, te, oh sì, sì! |
8. Latrato di echidna (a te) | 8. Latrato di echidna (a te) |
English Español | English Italiano Español |
[Note di Ruth Underwood] Diversamente dalla mia parte nel “Villaggio del sole”, le quattro sezioni di musica raccolte sotto questo titolo (precedentemente, “Forza eccentrifuga”) non erano state scritte e consegnate durante le prove. Frank decise di organizzarle così e, in un modo o nell’altro, ha funzionato. Si sono evolute da temi che forse lui aveva già in testa, alcune di queste erano invece modelli sui quali si era esercitato alla chitarra durante le prove del suono o aspettando che l’impianto fosse sistemato o anche durante i suoi assoli nei concerti. Si fissava su un gruppo di note o di accordi, lo suonava non appena poteva per giorni e anche per settimane, fino a che non iniziava a prendere forma e ad essere riconoscibile da noi. | [Note di Ruth Underwood] Diversamente dalla mia parte nel “Villaggio del sole”, le quattro sezioni di musica raccolte sotto questo titolo (precedentemente, “Forza eccentrifuga”) non erano state scritte e consegnate durante le prove. Frank decise di organizzarle così e, in un modo o nell’altro, ha funzionato. Si sono evolute da temi che forse lui aveva già in testa, alcune di queste erano invece modelli sui quali si era esercitato alla chitarra durante le prove del suono o aspettando che l’impianto fosse sistemato o anche durante i suoi assoli nei concerti. Si fissava su un gruppo di note o di accordi, lo suonava non appena poteva per giorni e anche per settimane, fino a che non iniziava a prendere forma e ad essere riconoscibile da noi. |
Di conseguenza, quando una composizione veniva alla luce in questo modo, ognuno di noi iniziava ad accumulare un’infinità di ritagli di carta con appunti sulle note con le quali lui ci alimentava - e che potevano cambiare spontaneamente in ogni istante. Quando di recente ho parlato con Tom della sua parte, mi ha detto che aveva ancora un taccuino pieno di questi frammenti musicali (io gli ho detto che i miei stavano in una cartella da qualche parte nel mio armadio-libreria, al che ci siamo fatti insieme una grassa risata). Suppongo che chiunque abbia mai suonato in una delle band di FZ abbia la propria collezione di questi ‘piani d’azione’, come li chiamo io. | Di conseguenza, quando una composizione veniva alla luce in questo modo, ognuno di noi iniziava ad accumulare un’infinità di ritagli di carta con appunti sulle note con le quali lui ci alimentava - e che potevano cambiare spontaneamente in ogni istante. Quando di recente ho parlato con Tom della sua parte, mi ha detto che aveva ancora un taccuino pieno di questi frammenti musicali (io gli ho detto che i miei stavano in una cartella da qualche parte nel mio armadio-libreria, al che ci siamo fatti insieme una grassa risata). Suppongo che chiunque abbia mai suonato in una delle band di FZ abbia la propria collezione di questi ‘piani d’azione’, come li chiamo io. |
La mia conversazione con Tom mi ha fatto venir voglia di cercare tutto quello che avevo su questo brano, e vorrei che poteste vederlo! Cancellature, parentesi, forme geometriche, frecce, “solo la 2ª volta”, “8VA”, indicazioni con pennarelli colorati che evidenziavano questo e quello e che si facevano più audaci ed estreme sulle alterazioni. Il mio titolo in cima era “XC FORTS” (non l’avevo mai visto scritto, quindi non potevo conoscerlo). Tutto quell’obbrobrio ▶ mi ha riportato in mente il ritratto di Dorian Gray perché, a partire dai nostri appunti sfigurati, frammentati, alterati e spiegazzati, il pubblico arrivava a godersi della musica elegante e senza soluzione di continuità! | La mia conversazione con Tom mi ha fatto venir voglia di cercare tutto quello che avevo su questo brano, e vorrei che poteste vederlo! Cancellature, parentesi, forme geometriche, frecce, “solo la 2ª volta”, “8VA”, indicazioni con pennarelli colorati che evidenziavano questo e quello e che si facevano più audaci ed estreme sulle alterazioni. Il mio titolo in cima era “XC FORTS” (non l’avevo mai visto scritto, quindi non potevo conoscerlo). Tutto quell’obbrobrio ▶ mi ha riportato in mente il ritratto di Dorian Gray perché, a partire dai nostri appunti sfigurati, frammentati, alterati e spiegazzati, il pubblico arrivava a godersi della musica elegante e senza soluzione di continuità! |
Deve essere stato uno shock per un ascoltatore sentire nel 1973 l’inizio di questo brano. Con il suo semplice tema d’apertura, non diversamente da molta musica di quel periodo, si interrompeva all’improvviso con suoni insoliti, accoppiamenti e combinazioni acustiche e timbriche, accenti, e una sovrapposizione ritmica di modelli da undici note che ciclavano sul tempo regolare (è matematico che alla fine del fraseggio due di questi modelli sovrapposti si allineino, ed era sempre un sollievo quando ciò succedeva). È a tutt’oggi uno shock. Le porzioni antifonali fanno rizzare i capelli e mettono in luce l’ingegnosa orchestrazione di FZ in un contesto limitato. E per tutto il tempo George, con le sue quattro mani, tirava fuori i suoi trucchi da one-man-band, suonando qualsiasi cosa servisse - infiorettature, glissandi, sdoppiamenti virtuosistici - e cambiando in un attimo colori ed effetti. | Deve essere stato uno shock per un ascoltatore sentire nel 1973 l’inizio di questo brano. Con il suo semplice tema d’apertura, non diversamente da molta musica di quel periodo, si interrompeva all’improvviso con suoni insoliti, accoppiamenti e combinazioni acustiche e timbriche, accenti, e una sovrapposizione ritmica di modelli da undici note che ciclavano sul tempo regolare (è matematico che alla fine del fraseggio due di questi modelli sovrapposti si allineino, ed era sempre un sollievo quando ciò succedeva). È a tutt’oggi uno shock. Le porzioni antifonali fanno rizzare i capelli e mettono in luce l’ingegnosa orchestrazione di FZ in un contesto limitato. E per tutto il tempo George, con le sue quattro mani, tirava fuori i suoi trucchi da one-man-band, suonando qualsiasi cosa servisse - infiorettature, glissandi, sdoppiamenti virtuosistici - e cambiando in un attimo colori ed effetti. |
Il passaggio dalla suddivisione binaria a quella ternaria porta in serbo altre delizie. Dopo i quattro fraseggi ripetuti con risposta antifonale, prestate attenzione alla parte di basso di Tom! Lo sentirete suonare una lunga scala cromatica discendente e cambiare poi direzione per salire con una scala di toni interi. Poco dopo copre di nuovo un lungo intervallo, ma questa volta ascendendo nelle terze minori (arpeggi in settima diminuita) prima di discendere nello stesso modo. Anni fa non mi rendevo conto che l’avesse inventato lui stesso. È ancora orgoglioso di come sia riuscito a farci stare il tutto alla perfezione, ed è fantastico. | Il passaggio dalla suddivisione binaria a quella ternaria porta in serbo altre delizie. Dopo i quattro fraseggi ripetuti con risposta antifonale, prestate attenzione alla parte di basso di Tom! Lo sentirete suonare una lunga scala cromatica discendente e cambiare poi direzione per salire con una scala di toni interi. Poco dopo copre di nuovo un lungo intervallo, ma questa volta ascendendo nelle terze minori (arpeggi in settima diminuita) prima di discendere nello stesso modo. Anni fa non mi rendevo conto che l’avesse inventato lui stesso. È ancora orgoglioso di come sia riuscito a farci stare il tutto alla perfezione, ed è fantastico. |
Questi brani hanno una doppia personalità accattivante, da un lato “il normale” (i tempi regolari) e dall’altro “lo strano” (i tempi irregolari) che lottano per avere la meglio e prevaricare in momenti diversi. È una competizione entusiasmante, piena di energia, affascinante e convincente, dove ogni strumento partecipa e dà il massimo. Quando inizia la sezione finale - tutta in cinque quarti con modelli accentati - e corre esultante avanzando alla carica, i tempi irregolari prevalgono e si impongono! Come vorrei che fosse durata di più. È stato magnifico esserne stata protagonista e avere tirato fuori, con tutto quello di cui disponevo, quegli accenti. In cuor mio, erano le articolazioni che collegavano e definivano le ossa musicali di Frank e senza di esse, credetemi, non sarebbe Frank Zappa. | Questi brani hanno una doppia personalità accattivante, da un lato “il normale” (i tempi regolari) e dall’altro “lo strano” (i tempi irregolari) che lottano per avere la meglio e prevaricare in momenti diversi. È una competizione entusiasmante, piena di energia, affascinante e convincente, dove ogni strumento partecipa e dà il massimo. Quando inizia la sezione finale - tutta in cinque quarti con modelli accentati - e corre esultante avanzando alla carica, i tempi irregolari prevalgono e si impongono! Come vorrei che fosse durata di più. È stato magnifico esserne stata protagonista e avere tirato fuori, con tutto quello di cui disponevo, quegli accenti. In cuor mio, erano le articolazioni che collegavano e definivano le ossa musicali di Frank e senza di esse, credetemi, non sarebbe Frank Zappa. |
[Strumentale] | [Strumentale] |
9. Non la lavi mai quella cosa? | 9. Non la lavi mai quella cosa? |
English Español | English Italiano Español |
[Note di Ruth Underwood] Quando la sezione finale di “Latrato di echidna” non poteva protrarsi oltre, questo brano era il tramite ideale per portare ancora più lontano la sua potente vitalità! Eseguita precedentemente dalla magnifica orchestra Petite Wazoo nel 1972, in quel periodo “Non la lavi mai quella cosa?” stava subendo cambiamenti radicali, con un’orchestrazione completamente nuova, metriche alterate e un ritmo più veloce, raggiungendo però infine vette altissime di demenzialità grazie a due idee fantasiose buttate lì spontaneamente un giorno, durante una normale conversazione. | [Note di Ruth Underwood] Quando la sezione finale di “Latrato di echidna” non poteva protrarsi oltre, questo brano era il tramite ideale per portare ancora più lontano la sua potente vitalità! Eseguita precedentemente dalla magnifica orchestra Petite Wazoo nel 1972, in quel periodo “Non la lavi mai quella cosa?” stava subendo cambiamenti radicali, con un’orchestrazione completamente nuova, metriche alterate e un ritmo più veloce, raggiungendo però infine vette altissime di demenzialità grazie a due idee fantasiose buttate lì spontaneamente un giorno, durante una normale conversazione. |
Stavamo tutti riuniti tranquillamente durante le prove, rilassandoci in una di quelle pause che agivano a più livelli sul sovraccarico causato dal duro lavoro e dallo stare rinchiusi insieme per tanto tempo. Un gruppo cordiale, ci divertivamo un sacco durante quelle pause. A un certo momento Frank ha proposto di suddividere il tema in punti specifici e di inserire dei riempitivi di cinque battute di percussioni in quegli intervalli misurati. Abbiamo ridacchiato, immaginandoci questo nuovo piano. Presto abbiamo iniziato ad animarci e qualcuno è intervenuto con delle proposte originali. Quando Ralph ha proposto il suo colpo di genio - eliminare del tutto i riempitivi di percussioni nella ripetizione e lasciare soltanto silenzio nei vuoti - abbiamo iniziato a sovreccitarci e ridere senza freno. Quando mi sono voltata verso Frank per vedere la sua reazione a tutta quella nostra euforia, lui era sulla sua sedia, una gamba accavallata sopra il ginocchio, la chitarra ancora in grembo, la testa piegata di lato, il volto tutto deformato, la bocca spalancata e apparentemente bloccata in una di quelle che Gail chiama “risate silenziose”. Non dimenticherò mai quell’immagine di lui. | Stavamo tutti riuniti tranquillamente durante le prove, rilassandoci in una di quelle pause che agivano a più livelli sul sovraccarico causato dal duro lavoro e dallo stare rinchiusi insieme per tanto tempo. Un gruppo cordiale, ci divertivamo un sacco durante quelle pause. A un certo momento Frank ha proposto di suddividere il tema in punti specifici e di inserire dei riempitivi di cinque battute di percussioni in quegli intervalli misurati. Abbiamo ridacchiato, immaginandoci questo nuovo piano. Presto abbiamo iniziato ad animarci e qualcuno è intervenuto con delle proposte originali. Quando Ralph ha proposto il suo colpo di genio - eliminare del tutto i riempitivi di percussioni nella ripetizione e lasciare soltanto silenzio nei vuoti - abbiamo iniziato a sovreccitarci e ridere senza freno. Quando mi sono voltata verso Frank per vedere la sua reazione a tutta quella nostra euforia, lui era sulla sua sedia, una gamba accavallata sopra il ginocchio, la chitarra ancora in grembo, la testa piegata di lato, il volto tutto deformato, la bocca spalancata e apparentemente bloccata in una di quelle che Gail chiama “risate silenziose”. Non dimenticherò mai quell’immagine di lui. |
Anche l’idea di Ralph prese piede! In questo CD potete sentire distintamente Frank che tiene il tempo con il piede durante i “silenzi”, cosa che ci aiutava anche a restare coesi (per noi era più difficile nei locali con la moquette, dove non si sentivano più i suoi colpetti di piede). Si compiaceva di rendere le cose ancora più complicate assegnandoci altri compiti da eseguire in quei vuoti, come far finta di pettinarci i capelli (pensate a Kookie, nella serie televisiva “Indirizzo Permanente”) o fare una piroetta prima di riprendere le nostre parti. FZ si divertiva cercando di fuorviarmi durante il segmento “Guardate Ruth” e molte volte cambiava quello che diceva o come lo diceva; il suo numeretto divertente spesso mi rendeva più difficile concentrarmi sul conteggio che suonare il fraseggio scritto stesso. | Anche l’idea di Ralph prese piede! In questo CD potete sentire distintamente Frank che tiene il tempo con il piede durante i “silenzi”, cosa che ci aiutava anche a restare coesi (per noi era più difficile nei locali con la moquette, dove non si sentivano più i suoi colpetti di piede). Si compiaceva di rendere le cose ancora più complicate assegnandoci altri compiti da eseguire in quei vuoti, come far finta di pettinarci i capelli (pensate a Kookie, nella serie televisiva “Indirizzo Permanente”) o fare una piroetta prima di riprendere le nostre parti. FZ si divertiva cercando di fuorviarmi durante il segmento “Guardate Ruth” e molte volte cambiava quello che diceva o come lo diceva; il suo numeretto divertente spesso mi rendeva più difficile concentrarmi sul conteggio che suonare il fraseggio scritto stesso. |
In questo brano scherzoso si scontrano piacevolmente molti spunti musicali. In primo luogo, mi piace pensare che la musica originale e frivola che avevo suonato alla marimba per Frank in un giorno di prova possa avere ispirato lui, il maestro sintetista, a comporre questo brano. In secondo luogo, Dweezil ha descritto un aspetto della musica di Frank come “vignettistico”, e qui ce n’è un bellissimo esempio nell’uso che Frank faceva di un fraseggio preso in prestito da “Pinguina soggiogata”. Capita due volte, in due sequenze ripetute tre volte ciascuna, ed è presentato in maniera assai grottesca, di grande effetto. Degni di nota sono anche i ritmi che alludono chiaramente all’avanspettacolo, alla musica da ballo dell’epoca delle grandi big band, e anche a qualche musical americano pre-1960. La raffinata batteria di Ralph, con sincopi ‘alla breve’ ed enfasi dei sincopati sui piatti, contribuisce stilisticamente molto in quella direzione; non “sentite” il tip-tap in quei campanacci alpini e nei riempitivi di percussioni? Come spesso accadeva, mantenere gli alti standard musicali in una composizione come questa richiedeva altrettanta o maggiore precisione e abilità di quella richiesta per eseguire la cosiddetta musica “seria” di FZ. | In questo brano scherzoso si scontrano piacevolmente molti spunti musicali. In primo luogo, mi piace pensare che la musica originale e frivola che avevo suonato alla marimba per Frank in un giorno di prova possa avere ispirato lui, il maestro sintetista, a comporre questo brano. In secondo luogo, Dweezil ha descritto un aspetto della musica di Frank come “vignettistico”, e qui ce n’è un bellissimo esempio nell’uso che Frank faceva di un fraseggio preso in prestito da “Pinguina soggiogata”. Capita due volte, in due sequenze ripetute tre volte ciascuna, ed è presentato in maniera assai grottesca, di grande effetto. Degni di nota sono anche i ritmi che alludono chiaramente all’avanspettacolo, alla musica da ballo dell’epoca delle grandi big band, e anche a qualche musical americano pre-1960. La raffinata batteria di Ralph, con sincopi ‘alla breve’ ed enfasi dei sincopati sui piatti, contribuisce stilisticamente molto in quella direzione; non “sentite” il tip-tap in quei campanacci alpini e nei riempitivi di percussioni? Come spesso accadeva, mantenere gli alti standard musicali in una composizione come questa richiedeva altrettanta o maggiore precisione e abilità di quella richiesta per eseguire la cosiddetta musica “seria” di FZ. |
Bruce sviluppa un altro assolo stellare, sostenuto da un attento e affidabile supporto. Frank mi aveva chiesto di suonare i cambiamenti armonici sui secondi ritornelli sia negli assoli di Bruce sia in quelli di George. Tenendo conto della spinta cromatica discendente del fraseggio del basso, per creare un po’ di contrasto ho eseguito gli accordi nel modo il più statico possibile. Cercando di emulare il suono metallico del pianoforte verticale di una volta, ho usato la tecnica “batti / smorza” (non è un termine musicale valido). Era pazzesco! Quando la marimba è entrata, entrambe le volte, la testa di Frank ha iniziato a dondolare per l’entusiasmo. Ho avuto l’impressione che gli piacesse quell’effetto più di tutte quelle parti scritte messe insieme, quelle parti tecnicamente ardue alle quali mi ero rassegnata! | Bruce sviluppa un altro assolo stellare, sostenuto da un attento e affidabile supporto. Frank mi aveva chiesto di suonare i cambiamenti armonici sui secondi ritornelli sia negli assoli di Bruce sia in quelli di George. Tenendo conto della spinta cromatica discendente del fraseggio del basso, per creare un po’ di contrasto ho eseguito gli accordi nel modo il più statico possibile. Cercando di emulare il suono metallico del pianoforte verticale di una volta, ho usato la tecnica “batti / smorza” (non è un termine musicale valido). Era pazzesco! Quando la marimba è entrata, entrambe le volte, la testa di Frank ha iniziato a dondolare per l’entusiasmo. Ho avuto l’impressione che gli piacesse quell’effetto più di tutte quelle parti scritte messe insieme, quelle parti tecnicamente ardue alle quali mi ero rassegnata! |
Mentre si sviluppa l’assolo di piano di George, si percepiscono la necessità, l’energia e il calore. George ha il dono prodigioso di saper assimilare tutto quello che gli succede intorno e, infondendogli la propria empatia musicale unica e il proprio spirito gioioso, ci trasforma e ci unisce tutti. Quando le sue ottave diatoniche ascendenti, espressive e perfettamente concepite, ci portano nel secondo ritornello (cogliete il suo momentaneo riferimento al tema), io sono in uno stato di beatitudine, le note sincopate danzano allegramente in cima ai piatti e Frank è contento. Non c’è niente di meglio. | Mentre si sviluppa l’assolo di piano di George, si percepiscono la necessità, l’energia e il calore. George ha il dono prodigioso di saper assimilare tutto quello che gli succede intorno e, infondendogli la propria empatia musicale unica e il proprio spirito gioioso, ci trasforma e ci unisce tutti. Quando le sue ottave diatoniche ascendenti, espressive e perfettamente concepite, ci portano nel secondo ritornello (cogliete il suo momentaneo riferimento al tema), io sono in uno stato di beatitudine, le note sincopate danzano allegramente in cima ai piatti e Frank è contento. Non c’è niente di meglio. |
[Strumentale] | [Strumentale] |
Signore e signori | Signore e signori |
Guardate Ruth! | Guardate Ruth! |
Durante tutto il nostro programma | Durante tutto il nostro programma |
Ruth stava pensando: | Ruth stava pensando: |
“Che cosa potrò fare di incredibile?” | “Che cosa potrò fare di incredibile?” |
Qualcosa di carino per la telecamera, spero, Ruth, fagli vedere qualcosina | Qualcosa di carino per la telecamera, spero, Ruth, fagli vedere qualcosina |
[Strumentale] | [Strumentale] |
10. Dozzinalità - Percussioni | 10. Dozzinalità - Percussioni |
English Español | English Italiano Español |
[Note di Ruth Underwood] Dopo l’assolo di piano di George, “Non la lavi mai quella cosa?” di solito entrava in un’esplosiva stravaganza di batteria e, davvero, che altro avrebbe potuto fare? Per il mio modo di vedere, quel momento di liberazione virtuosistica annunciava nei concerti dal vivo un cambiamento verso un’atmosfera più sciolta, free jazz, lontano dalla musica rigorosamente strutturata. L’interludio di batteria e percussioni forniva un’efficace cornice all’ispirazione musicale di Frank. | [Note di Ruth Underwood] Dopo l’assolo di piano di George, “Non la lavi mai quella cosa?” di solito entrava in un’esplosiva stravaganza di batteria e, davvero, che altro avrebbe potuto fare? Per il mio modo di vedere, quel momento di liberazione virtuosistica annunciava nei concerti dal vivo un cambiamento verso un’atmosfera più sciolta, free jazz, lontano dalla musica rigorosamente strutturata. L’interludio di batteria e percussioni forniva un’efficace cornice all’ispirazione musicale di Frank. |
Quando Ralph era l’unico batterista, Frank si univa spesso alle percussioni. In caso contrario, controllava la mia esibizione con gesti espressivi della mano, o dalla sua posizione abituale sul palco o venendo vicino ai miei strumenti e indicandoli molto precisamente per farmi capire i suoni che desiderava, in definitiva “suonandomi”. Come sempre, FZ teneva d’occhio tutto e tutti, e con segnali prestabiliti della mano creava stupendi effetti d’insieme, quasi componendo al momento. Poteva cambiare completamente direzione e suonare un assolo blues alla chitarra o coinvolgere il pubblico in attività spontanee. Quando ritornavamo alla fine orchestrata di “Non la lavi mai quella cosa”, era per una piccola opera d’arte, maestosa e austera, a tempo di valzer, trattenuta e robotica, dissonante e ipnotica, e proprio inaspettata viste le festosità precedenti. | Quando Ralph era l’unico batterista, Frank si univa spesso alle percussioni. In caso contrario, controllava la mia esibizione con gesti espressivi della mano, o dalla sua posizione abituale sul palco o venendo vicino ai miei strumenti e indicandoli molto precisamente per farmi capire i suoni che desiderava, in definitiva “suonandomi”. Come sempre, FZ teneva d’occhio tutto e tutti, e con segnali prestabiliti della mano creava stupendi effetti d’insieme, quasi componendo al momento. Poteva cambiare completamente direzione e suonare un assolo blues alla chitarra o coinvolgere il pubblico in attività spontanee. Quando ritornavamo alla fine orchestrata di “Non la lavi mai quella cosa”, era per una piccola opera d’arte, maestosa e austera, a tempo di valzer, trattenuta e robotica, dissonante e ipnotica, e proprio inaspettata viste le festosità precedenti. |
(Questa piccola composizione, che funzionava da coda, era un gioiellino sul modello ABA, lunga solo un minuto circa ma assolutamente memorabile. La sezione B era un corale alla Hindemith suonato con il pianoforte Fender Rhodes e il vibrafono, ed era delicata e assolutamente deliziosa! Nel disco “Roxy e Altrove” ne è stato mantenuto soltanto l’ultimo terzo - dopo il ritorno alla sezione A - ma potete almeno assaporarne una parte. Magari in futuro ne sarà pubblicata una versione completa). | (Questa piccola composizione, che funzionava da coda, era un gioiellino sul modello ABA, lunga solo un minuto circa ma assolutamente memorabile. La sezione B era un corale alla Hindemith suonato con il pianoforte Fender Rhodes e il vibrafono, ed era delicata e assolutamente deliziosa! Nel disco “Roxy e Altrove” ne è stato mantenuto soltanto l’ultimo terzo - dopo il ritorno alla sezione A - ma potete almeno assaporarne una parte. Magari in futuro ne sarà pubblicata una versione completa). |
Per questa esibizione Frank aveva invitato i suoi due spettacolari batteristi a fare degli assoli. Era l’occasione perfetta per mettere in mostra le loro prodigiose capacità tecniche e per introdurre al pubblico il nuovo membro della sezione, nascosto nel retro: Chester. Ralph e Chester erano molto diversi per estrazione, formazione musicale e personalità, come espresso dai loro stili artistici nettamente differenti. In un primo momento FZ aveva delegato il mantenimento del tempo o “vena” a Chester, che aveva meno familiarità con la musica. Ciò lasciava spazio a Ralph per compiti più complessi, permettendoci così di avere una più ampia gamma di suoni percussivi. Quando sono entrati più in sintonia tra loro, Ralph e Chester prendevano essi stessi decisioni sui compiti musicali condivisi. Una delle prime cose che hanno fatto è stata quella di accordare le loro batterie all’incirca un terzo l’una dall’altra, per avere un’impronta percettibilmente varia e distinta (Chester è quello più alto). Nel corso della sua esistenza Frank ha sempre scorto le potenzialità di tutti i suoi musicisti, e sotto la sua direzione i loro talenti sono stati utilizzati ed espansi ben oltre le loro stesse aspettative. È stato esaltante e appassionante partecipare a questa esperienza, e vedere cambiare e crescere artisti già esperti. | Per questa esibizione Frank aveva invitato i suoi due spettacolari batteristi a fare degli assoli. Era l’occasione perfetta per mettere in mostra le loro prodigiose capacità tecniche e per introdurre al pubblico il nuovo membro della sezione, nascosto nel retro: Chester. Ralph e Chester erano molto diversi per estrazione, formazione musicale e personalità, come espresso dai loro stili artistici nettamente differenti. In un primo momento FZ aveva delegato il mantenimento del tempo o “vena” a Chester, che aveva meno familiarità con la musica. Ciò lasciava spazio a Ralph per compiti più complessi, permettendoci così di avere una più ampia gamma di suoni percussivi. Quando sono entrati più in sintonia tra loro, Ralph e Chester prendevano essi stessi decisioni sui compiti musicali condivisi. Una delle prime cose che hanno fatto è stata quella di accordare le loro batterie all’incirca un terzo l’una dall’altra, per avere un’impronta percettibilmente varia e distinta (Chester è quello più alto). Nel corso della sua esistenza Frank ha sempre scorto le potenzialità di tutti i suoi musicisti, e sotto la sua direzione i loro talenti sono stati utilizzati ed espansi ben oltre le loro stesse aspettative. È stato esaltante e appassionante partecipare a questa esperienza, e vedere cambiare e crescere artisti già esperti. |
Il primo assolo di batteria che sentirete è quello di Ralph, sul canale sinistro. Con i suoi segnali con la mano Frank fornisce alla band le sequenze e i crescendo, e dà il via all’assolo di Chester, sulla destra. Dopo molti altri scambi avanti e indietro diretti da FZ, la band è stata colta di sorpresa da un evento improvvisato: Frank sentì il bisogno di farci eseguire soltanto le parti di batteria e percussioni del pezzo che sentirete nella sua completezza nel brano successivo. Quante volte durante un concerto dal vivo qualcuno, musicista o ascoltatore, può ascoltare un intero brano suonato da una sola sezione del complesso? È affascinante da sentire adesso, soprattutto perché l’orchestrazione di questo brano è organizzata in modo molto intricato. Questa è stata per noi la prima volta, e credo non sia mai più successo. | Il primo assolo di batteria che sentirete è quello di Ralph, sul canale sinistro. Con i suoi segnali con la mano Frank fornisce alla band le sequenze e i crescendo, e dà il via all’assolo di Chester, sulla destra. Dopo molti altri scambi avanti e indietro diretti da FZ, la band è stata colta di sorpresa da un evento improvvisato: Frank sentì il bisogno di farci eseguire soltanto le parti di batteria e percussioni del pezzo che sentirete nella sua completezza nel brano successivo. Quante volte durante un concerto dal vivo qualcuno, musicista o ascoltatore, può ascoltare un intero brano suonato da una sola sezione del complesso? È affascinante da sentire adesso, soprattutto perché l’orchestrazione di questo brano è organizzata in modo molto intricato. Questa è stata per noi la prima volta, e credo non sia mai più successo. |
È stato fisicamente piuttosto complicato da eseguire, con o senza il resto del gruppo: a un certo punto Ralph ha dovuto infatti tuffarsi sotto la marimba per accedere il più in fretta possibile agli strumenti nella mia zona. Per fortuna i pickup della Barcus-Berry avevano eliminato la necessità dei risonatori a spigolo vivo sugli strumenti a percussione, così Ralph poté uscirne indenne! Lui ed io ci alternavamo ai timpani e ai grandi gong soltanto in base alla prossimità fisica, ma quell’effetto sorprendentemente ricco, come un “muro di bacchette”, era suonato da Ralph al vibrafono e da me alla marimba. Grazie al cielo eravamo allenati da pazzi! (… e voi pensavate che i percussionisti non fossero veri musicisti…). | È stato fisicamente piuttosto complicato da eseguire, con o senza il resto del gruppo: a un certo punto Ralph ha dovuto infatti tuffarsi sotto la marimba per accedere il più in fretta possibile agli strumenti nella mia zona. Per fortuna i pickup della Barcus-Berry avevano eliminato la necessità dei risonatori a spigolo vivo sugli strumenti a percussione, così Ralph poté uscirne indenne! Lui ed io ci alternavamo ai timpani e ai grandi gong soltanto in base alla prossimità fisica, ma quell’effetto sorprendentemente ricco, come un “muro di bacchette”, era suonato da Ralph al vibrafono e da me alla marimba. Grazie al cielo eravamo allenati da pazzi! (… e voi pensavate che i percussionisti non fossero veri musicisti…). |
[Strumentale] | [Strumentale] |
Ruth Underwood, Ralph Humphrey, Chester Thompson. | Ruth Underwood, Ralph Humphrey, Chester Thompson. |
Grazie. | Grazie. |
Bene, adesso abbiamo per voi una sorpresa. Siete stati tutti presi in giro. | Bene, adesso abbiamo per voi una sorpresa. Siete stati tutti presi in giro. |
Questa cosetta non era niente di più e niente di meno che la parte ritmica della prossima canzone che suoneremo adesso, una canzone sui film di mostri che si chiama “Un po’ più di dozzinalità, per favore”. | Questa cosetta non era niente di più e niente di meno che la parte ritmica della prossima canzone che suoneremo adesso, una canzone sui film di mostri che si chiama “Un po’ più di dozzinalità, per favore”. |
Ecco come suona con tutto quanto insieme, ne avete già sentito la parte di percussioni. | Ecco come suona con tutto quanto insieme, ne avete già sentito la parte di percussioni. |
Veloci, sbaragliamoli. | Veloci, sbaragliamoli. |
11. Dozzinalità | 11. Dozzinalità |
English Español | English Italiano Español |
[Note di Ruth Underwood] Questa ispirata follia è, da parte di Frank, sia parodia sia omaggio ai film di mostri di serie B, ed è al tempo stesso, in puro stile zappiano, comicità grossolana e raffinatezza realizzate straordinariamente bene. | [Note di Ruth Underwood] Questa ispirata follia è, da parte di Frank, sia parodia sia omaggio ai film di mostri di serie B, ed è al tempo stesso, in puro stile zappiano, comicità grossolana e raffinatezza realizzate straordinariamente bene. |
Dopo essere stati ben ragguagliati sulle batterie e sulle percussioni, potrete notare qui un tamburello suonato splendidamente da Ralph che, a un’analisi attenta, non compare nelle versioni precedenti. Ne ho recentemente parlato con Ralph, e lui non è del tutto sicuro perché ci sia questa differenza. La mia teoria è che, semplicemente, nell’eventualità impredicibile che Frank avesse interrotto a metà percorso la propria impulsiva esibizione alla batteria / percussioni in ‘Dozzinalità’, Ralph non volesse rischiare di farsi trovare senza le sue bacchette e quindi preferiva tenerle in mano, rinunciando così all’opzione tamburello. | Dopo essere stati ben ragguagliati sulle batterie e sulle percussioni, potrete notare qui un tamburello suonato splendidamente da Ralph che, a un’analisi attenta, non compare nelle versioni precedenti. Ne ho recentemente parlato con Ralph, e lui non è del tutto sicuro perché ci sia questa differenza. La mia teoria è che, semplicemente, nell’eventualità impredicibile che Frank avesse interrotto a metà percorso la propria impulsiva esibizione alla batteria / percussioni in ‘Dozzinalità’, Ralph non volesse rischiare di farsi trovare senza le sue bacchette e quindi preferiva tenerle in mano, rinunciando così all’opzione tamburello. |
Ecco altri aspetti interessanti per gli ascoltatori maniacali: | Ecco altri aspetti interessanti per gli ascoltatori maniacali: |
- “Frunobulax” è un nome inventato da Gail, basato sul nome di una mucca che Moon aveva disegnato quando aveva cinque anni | - “Frunobulax” è un nome inventato da Gail, basato sul nome di una mucca che Moon aveva disegnato quando aveva cinque anni |
- L’abbondanza di “ah ah ah” durante certi pezzi, soprattutto questo, era l’imitazione che Frank faceva della mia risata (ai tempi delle tournée estreme), una specie di filo conduttore folcloristico ancora più elaborato nei concerti dell’anno successivo | - L’abbondanza di “ah ah ah” durante certi pezzi, soprattutto questo, era l’imitazione che Frank faceva della mia risata (ai tempi delle tournée estreme), una specie di filo conduttore folcloristico ancora più elaborato nei concerti dell’anno successivo |
- L’inimitabile stile di ballo di Bruce durante “Dozzinalità” era proprio ipnotico, ogni parte del suo corpo era simultaneamente in movimento in direzioni opposte, sospingendolo per il palco in modo imprevedibile ma aggraziato. Riuscivo a malapena a staccargli gli occhi di dosso per suonare la mia parte. | - L’inimitabile stile di ballo di Bruce durante “Dozzinalità” era proprio ipnotico, ogni parte del suo corpo era simultaneamente in movimento in direzioni opposte, sospingendolo per il palco in modo imprevedibile ma aggraziato. Riuscivo a malapena a staccargli gli occhi di dosso per suonare la mia parte. |
- L’album “Roxy e Altrove” ha una gustosa introduzione parlata di FZ a “Dozzinalità”, che spiega il motivo per cui l’aveva scritta. | - L’album “Roxy e Altrove” ha una gustosa introduzione parlata di FZ a “Dozzinalità”, che spiega il motivo per cui l’aveva scritta. |
Napoleon si era unito alla band nello stesso periodo di Chester, tre mesi prima di questo lavoro al Roxy, ma è riuscito ben presto a rendere “Dozzinalità” molto personale. Interpretava ogni vicenda descritta nella canzone con esagerate buffonate sul palco, creando uno spettacolo spassoso. Altrettanto eroico era il suo sforzo di articolare chiaramente le parole di Frank, complicate e sempre importanti, che qui sono stipate in spazi arditamente corti e in un ritmo veloce (anche se, in questa versione, leggermente più gestibile). | Napoleon si era unito alla band nello stesso periodo di Chester, tre mesi prima di questo lavoro al Roxy, ma è riuscito ben presto a rendere “Dozzinalità” molto personale. Interpretava ogni vicenda descritta nella canzone con esagerate buffonate sul palco, creando uno spettacolo spassoso. Altrettanto eroico era il suo sforzo di articolare chiaramente le parole di Frank, complicate e sempre importanti, che qui sono stipate in spazi arditamente corti e in un ritmo veloce (anche se, in questa versione, leggermente più gestibile). |
Mi sono mangiato un ottimo hot dog | Mi sono mangiato un ottimo hot dog |
Poi mi sono visto un film di Hollywood | Poi mi sono visto un film di Hollywood |
Mi sono mangiato un ottimo hot dog | Mi sono mangiato un ottimo hot dog |
Poi mi sono visto un film di Hollywood | Poi mi sono visto un film di Hollywood |
La piccola Miss Muffet, sì, accoccolata accanto a me | La piccola Miss Muffet, sì, accoccolata accanto a me |
Mi sono girato e le ho chiesto: “Le vedi adesso, eh? | Mi sono girato e le ho chiesto: “Le vedi adesso, eh? |
Le cordicelle sul Ragno Gigante? | Le cordicelle sul Ragno Gigante? |
La cerniera lampo dalla Laguna? | La cerniera lampo dalla Laguna? |
AH AH AH! | AH AH AH! |
Le bocchette da dove salgono le bolle nelle vasche? | Le bocchette da dove salgono le bolle nelle vasche? |
E le linguette ai lati della luna! | E le linguette ai lati della luna! |
La gelatina e la vernice sulla lampadina da 40 watt | La gelatina e la vernice sulla lampadina da 40 watt |
Che usano quando La Melma zampilla | Che usano quando La Melma zampilla |
Le grinze e le pieghe sulla roccia di cartone, sì | Le grinze e le pieghe sulla roccia di cartone, sì |
E la tela della caverna è troppo molla | E la tela della caverna è troppo molla |
I vestiti e i cappelli e le cravatte sono troppo larghi | I vestiti e i cappelli e le cravatte sono troppo larghi |
E troppo corti addosso allo scienziato | E troppo corti addosso allo scienziato |
La dottoressa in chimica con il cervello a scomparsa, sì | La dottoressa in chimica con il cervello a scomparsa, sì |
E intanto il mostro, il Giappone, se l’è appena divorato!” | E intanto il mostro, il Giappone, se l’è appena divorato!” |
Signore e signori, il mostro, che i contadini di questa zona chiamano “Frunobulax”, è stato appena visto avvicinarsi alla centrale elettrica! I proiettili non riescono a fermarlo. I missili non riescono a fermarlo. Forse dovremo usare la forza nucleare! | Signore e signori, il mostro, che i contadini di questa zona chiamano “Frunobulax”, è stato appena visto avvicinarsi alla centrale elettrica! I proiettili non riescono a fermarlo. I missili non riescono a fermarlo. Forse dovremo usare la forza nucleare! |
Raccomandiamo a tutti di andare subito al rifugio! | Raccomandiamo a tutti di andare subito al rifugio! |
Uau! Si salvi chi può, potrebbe essere la vostra ultima possibilità, alzatevi in fretta, dài, correte al rifugio, dài, tutti, alzatevi, più veloci che potete, correte. | Uau! Si salvi chi può, potrebbe essere la vostra ultima possibilità, alzatevi in fretta, dài, correte al rifugio, dài, tutti, alzatevi, più veloci che potete, correte. |
VA’ AL RIFUGIO! (“BIMBA MIA, BIMBA MIA!”) | VA’ AL RIFUGIO! (“BIMBA MIA, BIMBA MIA!”) |
VA’ AL RIFUGIO | VA’ AL RIFUGIO |
VA’ AL RIFUGIO | VA’ AL RIFUGIO |
VA’ AL RIFUGIO! (“BIMBA MIA, BIMBA MIA!”) | VA’ AL RIFUGIO! (“BIMBA MIA, BIMBA MIA!”) |
VA’ AL RIFUGIO | VA’ AL RIFUGIO |
VA’ AL RIFUGIO | VA’ AL RIFUGIO |
La piccola Miss Muffet accoccolata accanto a me | La piccola Miss Muffet accoccolata accanto a me |
Le cordicelle che pendono, le riesci a vedere? | Le cordicelle che pendono, le riesci a vedere? |
Fanno dondolare le zampe e chiudere di scatto la bocca | Fanno dondolare le zampe e chiudere di scatto la bocca |
E l’occhio orribile | E l’occhio orribile |
E l’occhio orribile | E l’occhio orribile |
E l’occhio orribile | E l’occhio orribile |
Fanno ruotare! | Fanno ruotare! |
Riesci a vedere tutto ciò? Riesci a vederlo da qui? | Riesci a vedere tutto ciò? Riesci a vederlo da qui? |
Riesci a ridere fino a piegarti in due? | Riesci a ridere fino a piegarti in due? |
Se non ci riesci, mi dispiace, perché solo questo volevo sapere! | Se non ci riesci, mi dispiace, perché solo questo volevo sapere! |
Mi serve un po’ più di dozzinalità, per favore | Mi serve un po’ più di dozzinalità, per favore |
Bimba, mi dispiace, perché solo questo volevo sapere | Bimba, mi dispiace, perché solo questo volevo sapere |
Mi serve un po’ più di dozzinalità, per favore | Mi serve un po’ più di dozzinalità, per favore |
Bimba, mi dispiace, perché solo questo volevo sapere | Bimba, mi dispiace, perché solo questo volevo sapere |
Mi serve un po’ più di dozzinalità, per favore | Mi serve un po’ più di dozzinalità, per favore |
Bimba, mi dispiace, perché solo questo volevo sapere | Bimba, mi dispiace, perché solo questo volevo sapere |
Mi serve un po’ più di dozzinalità | Mi serve un po’ più di dozzinalità |
Più dozzinale è, meglio è | Più dozzinale è, meglio è |
Bimba, mi dispiace, perché solo questo volevo sapere | Bimba, mi dispiace, perché solo questo volevo sapere |
Mi serve un po’ più di dozzinalità | Mi serve un po’ più di dozzinalità |
Più dozzinale è, meglio è | Più dozzinale è, meglio è |
Bimba, mi dispiace, perché solo questo volevo sapere | Bimba, mi dispiace, perché solo questo volevo sapere |
Mi serve un po’ più di dozzinalità | Mi serve un po’ più di dozzinalità |
Più dozzinale è, meglio è | Più dozzinale è, meglio è |
Bimba, mi dispiace, perché solo questo volevo sapere | Bimba, mi dispiace, perché solo questo volevo sapere |
Mi serve un po’ più di dozzinalità | Mi serve un po’ più di dozzinalità |
Più dozzinale è, meglio è | Più dozzinale è, meglio è |
Più dozzinale è, meglio è | Più dozzinale è, meglio è |
Più dozzinale è, meglio è | Più dozzinale è, meglio è |
Più dozzinale è, meglio è | Più dozzinale è, meglio è |
Bimba, mi dispiace, perché solo questo volevo sapere | Bimba, mi dispiace, perché solo questo volevo sapere |
Mi serve un po’ più di dozzinalità | Mi serve un po’ più di dozzinalità |
12. Il paradiso di Fifi Dupree | 12. Il paradiso di Fifi Dupree |
English Español | English Italiano Español |
[Note di Ruth Underwood] Mi ricordo ancora di quando “Il paradiso di Fifi Dupree” era un semplice “breve brano strumentale con un tempo strano e un’atmosfera jazz”, eppure dopo solo qualche settimana di prove il brano iniziò a sviluppare una nuova vita. Fornì terreno fertile per estesi assoli da parte di quasi tutti (tranne che dalla reticente suonatrice di bacchette), e il progetto allargato era trasformativo. Dopo che tutti i musicisti si erano messi a proprio agio con un modo diverso di fare musica, da quel punto in poi “Il paradiso di Fifi Dupree” sfuggì a semplici categorizzazioni. Era pur sempre vero che nel mondo di FZ potevano capitare in ogni istante delle novità impreviste, però questo brano è diventato una cornice all’interno della quale la sperimentazione era ancora più benvenuta e incoraggiata, e ogni musicista poteva imbarcarsi in qualche esplorazione creativa più approfondita. | [Note di Ruth Underwood] Mi ricordo ancora di quando “Il paradiso di Fifi Dupree” era un semplice “breve brano strumentale con un tempo strano e un’atmosfera jazz”, eppure dopo solo qualche settimana di prove il brano iniziò a sviluppare una nuova vita. Fornì terreno fertile per estesi assoli da parte di quasi tutti (tranne che dalla reticente suonatrice di bacchette), e il progetto allargato era trasformativo. Dopo che tutti i musicisti si erano messi a proprio agio con un modo diverso di fare musica, da quel punto in poi “Il paradiso di Fifi Dupree” sfuggì a semplici categorizzazioni. Era pur sempre vero che nel mondo di FZ potevano capitare in ogni istante delle novità impreviste, però questo brano è diventato una cornice all’interno della quale la sperimentazione era ancora più benvenuta e incoraggiata, e ogni musicista poteva imbarcarsi in qualche esplorazione creativa più approfondita. |
I contributi più rilevanti e autorevoli erano le introduzioni improvvisate di George, che con il tempo si erano fatte più elaborate e più audaci. Brani notevoli di per sé, coprivano la più ampia gamma di umori, suoni e stili. Frank interveniva di tanto in tanto con segnali della mano, in altri momenti lasciava invece spazio a George per inventarsi un mondo e trascinare la band. Quando era pronto, George suonava al piano un accordo specifico, che è diventato un segnale per avvertirci dell’imminente rapida volata di piano in quattro battute composta da FZ che iniziava il brano stesso. Ho sempre pensato a quell’accordo come “Accordo del Mistero”, un’allusione al titolo del “Poema dell’Estasi” di Skrjabin del 1907, però non c’era di fatto alcun mistero al riguardo: erano soltanto le prime cinque (o più) note della volata, così come composta (FA diesis, SOL, RE, LA, SI bemolle, tutte ascendenti, ecc.), suonate come un tremolo prolungato. Ci siamo subito condizionati a reagire a quel suono, come sognatori richiamati alla realtà dal nostro universo di fantasie… con gli assoli dei singoli musicisti sarebbero però senza dubbio arrivate in seguito altre meraviglie. | I contributi più rilevanti e autorevoli erano le introduzioni improvvisate di George, che con il tempo si erano fatte più elaborate e più audaci. Brani notevoli di per sé, coprivano la più ampia gamma di umori, suoni e stili. Frank interveniva di tanto in tanto con segnali della mano, in altri momenti lasciava invece spazio a George per inventarsi un mondo e trascinare la band. Quando era pronto, George suonava al piano un accordo specifico, che è diventato un segnale per avvertirci dell’imminente rapida volata di piano in quattro battute composta da FZ che iniziava il brano stesso. Ho sempre pensato a quell’accordo come “Accordo del Mistero”, un’allusione al titolo del “Poema dell’Estasi” di Skrjabin del 1907, però non c’era di fatto alcun mistero al riguardo: erano soltanto le prime cinque (o più) note della volata, così come composta (FA diesis, SOL, RE, LA, SI bemolle, tutte ascendenti, ecc.), suonate come un tremolo prolungato. Ci siamo subito condizionati a reagire a quel suono, come sognatori richiamati alla realtà dal nostro universo di fantasie… con gli assoli dei singoli musicisti sarebbero però senza dubbio arrivate in seguito altre meraviglie. |
[Strumentale] | [Strumentale] |
Vorrei ringraziarvi davvero per essere venuti stasera al concerto | Vorrei ringraziarvi davvero per essere venuti stasera al concerto |
Bruce Fowler al trombone | Bruce Fowler al trombone |
Napoleon Murphy Brock al sax tenore e voce principale | Napoleon Murphy Brock al sax tenore e voce principale |
Ruth Underwood alle percussioni | Ruth Underwood alle percussioni |
Ralph Humphrey alla batteria | Ralph Humphrey alla batteria |
Chester Thompson alla batteria | Chester Thompson alla batteria |
Tom Fowler al basso | Tom Fowler al basso |
George Duke alle tastiere | George Duke alle tastiere |
Grazie mille. Buonanotte. | Grazie mille. Buonanotte. |
13. King Kong + La vendetta di Chunga + Signor Geni Verdi | 13. King Kong + La vendetta di Chunga + Signor Geni Verdi |
English Español | English Italiano Español |
[Note di Ruth Underwood] FZ era una fonte inesauribile di variazioni e intriganti permutazioni che scaturivano da lui al minimo stimolo, e la sua passione per ri-arrangiare ad ogni occasione la propria musica era di certo ben nota ai musicisti e al pubblico. Quella volta, come medley per il bis, ricorse a tre classici: “King Kong” e “Signor Geni Verdi” dal suo lavoro al Garrick Theater nel 1967, e “La vendetta di Chunga”, del 1969 circa. Comprimendoli drasticamente per adattarli alla nuova configurazione li ha ulteriormente unificati presentandoli nello stesso tono, tempo e ritmo prevalenti, perdendo così un po’ del loro carattere distintivo. Secondo me, “King Kong” è quello che ne soffre di più, avendone sacrificato tutta la precedente intimità da musica da camera, la sottigliezza, quelle piacevoli dissonanze e quei sorprendenti cambi di tempo espressi nei concerti dal vivo degli anni ’60. Detto questo, mi accorgo di essere sedotta dagli assoli stupendi, dall’energia al calor bianco e da quella che è senza dubbio la coda di FZ più genialmente assurda e memorabile! | [Note di Ruth Underwood] FZ era una fonte inesauribile di variazioni e intriganti permutazioni che scaturivano da lui al minimo stimolo, e la sua passione per ri-arrangiare ad ogni occasione la propria musica era di certo ben nota ai musicisti e al pubblico. Quella volta, come medley per il bis, ricorse a tre classici: “King Kong” e “Signor Geni Verdi” dal suo lavoro al Garrick Theater nel 1967, e “La vendetta di Chunga”, del 1969 circa. Comprimendoli drasticamente per adattarli alla nuova configurazione li ha ulteriormente unificati presentandoli nello stesso tono, tempo e ritmo prevalenti, perdendo così un po’ del loro carattere distintivo. Secondo me, “King Kong” è quello che ne soffre di più, avendone sacrificato tutta la precedente intimità da musica da camera, la sottigliezza, quelle piacevoli dissonanze e quei sorprendenti cambi di tempo espressi nei concerti dal vivo degli anni ’60. Detto questo, mi accorgo di essere sedotta dagli assoli stupendi, dall’energia al calor bianco e da quella che è senza dubbio la coda di FZ più genialmente assurda e memorabile! |
Il ritardo della sezione di percussioni che si sente sul CD durante questa esecuzione è stato causato della mia continua battaglia con i poveri timpani di Frank, sfiniti e rovinati dai viaggi, mentre cercavo di convincerli a una parvenza di tono sufficientemente tollerabile, in particolare in questa coda. | Il ritardo della sezione di percussioni che si sente sul CD durante questa esecuzione è stato causato della mia continua battaglia con i poveri timpani di Frank, sfiniti e rovinati dai viaggi, mentre cercavo di convincerli a una parvenza di tono sufficientemente tollerabile, in particolare in questa coda. |
Il medley si apre con il familiare tema di “King Kong”, velocizzato. Adoravo planare sulle scale musicali all’unisono con Bruce e George! Dopo che il tempo doppio si è instaurato, l’assolo di trombone di Bruce prende il via e l’effetto è quello di un motore che si accende. Il suo stile è forte e nervoso, e a volte si avventura oltre la tradizionale orbita armonica. Ritorna, scava e si dirige verso il limite più e più volte. Frank fornisce incoraggiamento e orientamento con misurati, ma fermamente insistenti, modelli ritmici alla chitarra, e spinge la band a sostenere Bruce. Ralph e Chester mantengono scoppiettante il tutto, e lo slancio si concretizza. | Il medley si apre con il familiare tema di “King Kong”, velocizzato. Adoravo planare sulle scale musicali all’unisono con Bruce e George! Dopo che il tempo doppio si è instaurato, l’assolo di trombone di Bruce prende il via e l’effetto è quello di un motore che si accende. Il suo stile è forte e nervoso, e a volte si avventura oltre la tradizionale orbita armonica. Ritorna, scava e si dirige verso il limite più e più volte. Frank fornisce incoraggiamento e orientamento con misurati, ma fermamente insistenti, modelli ritmici alla chitarra, e spinge la band a sostenere Bruce. Ralph e Chester mantengono scoppiettante il tutto, e lo slancio si concretizza. |
Quando subentra l’assolo di George al sintetizzatore, siamo dentro la forza inarrestabile dell’ingranaggio, e Frank continua a esortare la band. L’assolo di George è spettacolare! Lui possiede la capacità di umanizzare quegli strumenti elettronici creando un’estensione di sé stesso senza soluzione di continuità e piegandoli ad ogni sua emozione o capriccio. Le sincopi sulla cima dei piatti che partono all’inizio dell’assolo di George mi conquistano ogni volta! Proprio mentre inizio a desiderare una tregua dall’ininterrotta tonalità in RE, un modello di basso emerge e prende piede, e le cose si mettono in movimento. Tom e George continuano la loro progressione armonica verso una progressione più enfatica - secondo me, un momento clou in questa registrazione, quando George tiene la sua nota e si libra per un momento mozzafiato, prima di mettersi a proprio agio nel suo nuovo universo. Poi prende la musica perfetta che ha creato e la lancia in aria con eleganza, e scintille dorate si spargono in ogni dove, come in un maestoso spettacolo pirotecnico. Quando le cose finalmente si calmano, e lo fanno alla perfezione, si passa a “La vendetta di Chunga”. | Quando subentra l’assolo di George al sintetizzatore, siamo dentro la forza inarrestabile dell’ingranaggio, e Frank continua a esortare la band. L’assolo di George è spettacolare! Lui possiede la capacità di umanizzare quegli strumenti elettronici creando un’estensione di sé stesso senza soluzione di continuità e piegandoli ad ogni sua emozione o capriccio. Le sincopi sulla cima dei piatti che partono all’inizio dell’assolo di George mi conquistano ogni volta! Proprio mentre inizio a desiderare una tregua dall’ininterrotta tonalità in RE, un modello di basso emerge e prende piede, e le cose si mettono in movimento. Tom e George continuano la loro progressione armonica verso una progressione più enfatica - secondo me, un momento clou in questa registrazione, quando George tiene la sua nota e si libra per un momento mozzafiato, prima di mettersi a proprio agio nel suo nuovo universo. Poi prende la musica perfetta che ha creato e la lancia in aria con eleganza, e scintille dorate si spargono in ogni dove, come in un maestoso spettacolo pirotecnico. Quando le cose finalmente si calmano, e lo fanno alla perfezione, si passa a “La vendetta di Chunga”. |
La qualità stupendamente triste di questo brano permane anche con questo tempo più veloce e serrato, così come l’originale e ripetuto motivo di basso. Nonostante il persistere della tonalità ripresa in RE e i precedenti magistrali assoli di Frank durante tutto il concerto, lui riesce a coinvolgerci nuovamente con una melodia interessante e con volate ritmiche che si attorcigliano, ruotano e crescono. Per tutto il tempo in cui sono stata una fan accanita di FZ e sua spettatrice, e in seguito, come parte della band, insieme a lui durante le prove e sul palco serata dopo serata, non l’ho mai sentito suonare due volte lo stesso assolo, e ho sempre ricavato qualcosa di prezioso da ognuno di essi. | La qualità stupendamente triste di questo brano permane anche con questo tempo più veloce e serrato, così come l’originale e ripetuto motivo di basso. Nonostante il persistere della tonalità ripresa in RE e i precedenti magistrali assoli di Frank durante tutto il concerto, lui riesce a coinvolgerci nuovamente con una melodia interessante e con volate ritmiche che si attorcigliano, ruotano e crescono. Per tutto il tempo in cui sono stata una fan accanita di FZ e sua spettatrice, e in seguito, come parte della band, insieme a lui durante le prove e sul palco serata dopo serata, non l’ho mai sentito suonare due volte lo stesso assolo, e ho sempre ricavato qualcosa di prezioso da ognuno di essi. |
Quando arriva “Signor Geni Verdi”, è un piacere ancora più grande del solito, in questo contesto, per il suo linguaggio armonico leggermente più vario (anche se la prima metà del verso è molto connessa al RE, per l’uso degli accordi di RE minore settimo e SOL maggiore). La funzione più importante del pezzo, adesso, è però quella di predisporci alla coda che ho citato prima. Quando il verso si ripete, c’è una marimba, formale ed esageratamente pomposa, accompagnata da un effetto solenne di tamburo militare, in forte contrasto con il provocatorio fraseggio di “Tango bebop” tornato con una nuova, beffarda dissonanza. Si alternano quattro volte, come se litigassero, ed è chiaro che FZ ha un asso nella manica. Una vera e propria cavalcata di temi e suoni disparati entra in rapida successione, come se competessero caricaturalmente per un’ultima chiamata alla ribalta; abbiamo ovviamente imparato a conoscerne la maggior parte durante questo concerto. Sentiamo il suono del sax alla Guy Lombardo Band, seguito dal materiale di transizione del “Paradiso di Fifi Dupree”. | Quando arriva “Signor Geni Verdi”, è un piacere ancora più grande del solito, in questo contesto, per il suo linguaggio armonico leggermente più vario (anche se la prima metà del verso è molto connessa al RE, per l’uso degli accordi di RE minore settimo e SOL maggiore). La funzione più importante del pezzo, adesso, è però quella di predisporci alla coda che ho citato prima. Quando il verso si ripete, c’è una marimba, formale ed esageratamente pomposa, accompagnata da un effetto solenne di tamburo militare, in forte contrasto con il provocatorio fraseggio di “Tango bebop” tornato con una nuova, beffarda dissonanza. Si alternano quattro volte, come se litigassero, ed è chiaro che FZ ha un asso nella manica. Una vera e propria cavalcata di temi e suoni disparati entra in rapida successione, come se competessero caricaturalmente per un’ultima chiamata alla ribalta; abbiamo ovviamente imparato a conoscerne la maggior parte durante questo concerto. Sentiamo il suono del sax alla Guy Lombardo Band, seguito dal materiale di transizione del “Paradiso di Fifi Dupree”. |
Segue uno “stupido fraseggio jazz” che inaugura una parte classica di timpani orchestrali. Che invita la ♫ “Fanfara al sorgere del sole” dal film di Kubrick del 1968, “2001 - Odissea nello Spazio” (composta da Richard Strauss nel 1896, dal suo poema sinfonico “Così Parlò Zarathustra”, Opera 30), e qui suonata in una tonalità sbagliata. I fiati elettronici di George si esibiscono in un vago accenno al mio passaggio nella zona percussioni di “Strade inca”, ma all’incontrario (adoro quella simmetria!), per atterrare sull’accordo in DO sesta (qui) volutamente stucchevole, glorificato con un segnale con la mano di FZ. Segue un espediente finale vecchio stampo, o barbershop coda, e l’accenno a Strauss torna per un attimo, questa volta nella tonalità giusta! Fa la sua comparsa anche il “vero fraseggio jazz” (♫ “Sole di mezzanotte”, 1954). Alla fine, sopra un accordo in DO sesta più sostenuto, Frank dice: “Grazie per essere venuti al concerto e buonanotte”. | Segue uno “stupido fraseggio jazz” che inaugura una parte classica di timpani orchestrali. Che invita la ♫ “Fanfara al sorgere del sole” dal film di Kubrick del 1968, “2001 - Odissea nello Spazio” (composta da Richard Strauss nel 1896, dal suo poema sinfonico “Così Parlò Zarathustra”, Opera 30), e qui suonata in una tonalità sbagliata. I fiati elettronici di George si esibiscono in un vago accenno al mio passaggio nella zona percussioni di “Strade inca”, ma all’incontrario (adoro quella simmetria!), per atterrare sull’accordo in DO sesta (qui) volutamente stucchevole, glorificato con un segnale con la mano di FZ. Segue un espediente finale vecchio stampo, o barbershop coda, e l’accenno a Strauss torna per un attimo, questa volta nella tonalità giusta! Fa la sua comparsa anche il “vero fraseggio jazz” (♫ “Sole di mezzanotte”, 1954). Alla fine, sopra un accordo in DO sesta più sostenuto, Frank dice: “Grazie per essere venuti al concerto e buonanotte”. |
A questo punto Frank, la sua musica, la band e tutti quelli che erano lì durante i concerti di quel fine settimana sono spazzati via dall’effetto vento e dal rullio dei piatti sospesi, e trasportati nella leggenda. | A questo punto Frank, la sua musica, la band e tutti quelli che erano lì durante i concerti di quel fine settimana sono spazzati via dall’effetto vento e dal rullio dei piatti sospesi, e trasportati nella leggenda. |
[FZ] Bene, adesso suoneremo per voi “King Kong”. È unito a “La vendetta di Chunga” e al finale di “Signor Geni Verdi”, un piccolo medley alla buona. OK? Sei pronta, Ruth? Sbrigati, Ruth! Sbrigati, Ruth! | [FZ] Bene, adesso suoneremo per voi “King Kong”. È unito a “La vendetta di Chunga” e al finale di “Signor Geni Verdi”, un piccolo medley alla buona. OK? Sei pronta, Ruth? Sbrigati, Ruth! Sbrigati, Ruth! |
[Ruth] No! | [Ruth] No! |
[FZ] Forza, Ruth! Rallenta, Ruth. È pronta. | [FZ] Forza, Ruth! Rallenta, Ruth. È pronta. |
[Spettatore] Disinibitevi! | [Spettatore] Disinibitevi! |
[FZ] Uno, uno, uno, uno… | [FZ] Uno, uno, uno, uno… |
[Strumentale] | [Strumentale] |
[FZ] Grazie mille e buonanotte | [FZ] Grazie mille e buonanotte |
Testi inglesi dal sito Information Is Not Knowledge. |