(Copertina) Foto di Fritz Brinckmann (Interno del CD)

Dal vivo al Alte Oper, Frankfurt - 17-19 settembre 1992
Philharmonie, Berlin - 22-23 settembre 1992
Wiener Konzerthaus, Vienna - 26-28 settembre 1992

Materiale attinente:

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Lo squalo giallo

Lo squalo giallo

 

  1 Introduzione   1 Introduzione
  2 Variazioni su “Alito di cane”   2 Variazioni su “Alito di cane”
  3 Zio Carne   3 Zio Carne
  4 Oltraggio alla Valdez   4 Oltraggio alla Valdez
  5 Times Beach II   5 Times Beach II
  6 III rivista   6 III rivista
  7 La ragazza con il vestito di magnesio   7 La ragazza con il vestito di magnesio
  8 Il tango bebop   8 Il tango bebop
  9 Ruth sta dormendo   9 Ruth sta dormendo
10 Niente di tutto ciò 10 Niente di tutto ciò
11 Pomeriggio al Pentagono 11 Pomeriggio al Pentagono
12 Questi cazzo di piccioni 12 Questi cazzo di piccioni
13 Times Beach III 13 Times Beach III
14 Raccolta di cibo nell’America post-industriale, 1992 14 Raccolta di cibo nell’America post-industriale, 1992
15 Benvenuto negli Stati Uniti 15 Benvenuto negli Stati Uniti
16 Una sterlina per mostrare le chiappe 16 Una sterlina per mostrare le chiappe
17 Esercizio nº 4 17 Esercizio nº 4
18 Prendi gli sporchi bianchi 18 Prendi gli sporchi bianchi
19 Tornado del Punto G 19 Tornado del Punto G

 

Tutte le composizioni sono di Frank Zappa.


Note di copertina di Rip Rense - 1996 Note di copertina di Rip Rense - 1996
È rimasto per anni di fianco al camino nel seminterrato / sala d’ascolto di Frank Zappa, un grosso pesce giallo in vetroresina con goccioline di sangue inspiegabilmente dipinte intorno alla bocca. È rimasto per anni di fianco al camino nel seminterrato / sala d’ascolto di Frank Zappa, un grosso pesce giallo in vetroresina con goccioline di sangue inspiegabilmente dipinte intorno alla bocca.

 Lo Squalo Giallo intagliato da Mark Beam su una tavola da surf

Oggi dimora stabilmente in Germania, icona duratura di una fra le iniziative musicali di Zappa di maggior successo, una serie di concerti nel settembre del 1992 intitolata “Lo Squalo Giallo”. Oggi dimora stabilmente in Germania, icona duratura di una fra le iniziative musicali di Zappa di maggior successo, una serie di concerti nel settembre del 1992 intitolata “Lo Squalo Giallo”.
La vicenda di come quel pesce sia arrivato in Europa da Los Angeles è anche la vicenda di un’esecuzione di musica moderna fra le più originali realizzate nella storia. Almeno, cioè, nella storia di quei magnifici ma spesso conservatori auditori noti come “sale da concerto”. La vicenda di come quel pesce sia arrivato in Europa da Los Angeles è anche la vicenda di un’esecuzione di musica moderna fra le più originali realizzate nella storia. Almeno, cioè, nella storia di quei magnifici ma spesso conservatori auditori noti come “sale da concerto”.
La vicenda inizia con l’artista Mark Beam di Los Angeles, un ammiratore di Zappa di lunga data, che a Natale del 1988 si è sentito in dovere di fare alla famiglia Zappa un regalo anonimo. Intagliato da una tavola da surf, questa “specie di pesce mutante” di Beam arrivò senza preavviso negli uffici della Intercontinental Absurdities (il quartier generale di Zappa), e andò a finire nel seminterrato di Frank. Un appunto, che invitava il proprietario a completare l’opera d’arte collocando una cosa a piacere fra le mandibole insanguinate del pesce, fu ignorato. La vicenda inizia con l’artista Mark Beam di Los Angeles, un ammiratore di Zappa di lunga data, che a Natale del 1988 si è sentito in dovere di fare alla famiglia Zappa un regalo anonimo. Intagliato da una tavola da surf, questa “specie di pesce mutante” di Beam arrivò senza preavviso negli uffici della Intercontinental Absurdities (il quartier generale di Zappa), e andò a finire nel seminterrato di Frank. Un appunto, che invitava il proprietario a completare l’opera d’arte collocando una cosa a piacere fra le mandibole insanguinate del pesce, fu ignorato.
Nell’estate del 1991 un tal Andreas Mölich-Zebhauser, manager del gruppo europeo di musica contemporanea Ensemble Modern, stava parlando nel seminterrato con Zappa e Peter Rundel, direttore dell’Ensemble Modern, a proposito della musica che l’Ensemble aveva appena commissionato a Frank per il Festival di Francoforte del 1992. Improvvisamente Mölich-Zebhauser scorse il pesce. Scambiò la sua pinna per una dorsale. Nell’estate del 1991 un tal Andreas Mölich-Zebhauser, manager del gruppo europeo di musica contemporanea Ensemble Modern, stava parlando nel seminterrato con Zappa e Peter Rundel, direttore dell’Ensemble Modern, a proposito della musica che l’Ensemble aveva appena commissionato a Frank per il Festival di Francoforte del 1992. Improvvisamente Mölich-Zebhauser scorse il pesce. Scambiò la sua pinna per una dorsale.
“Quando lo vidi” ricorda Mölich-Zebhauser in un inglese di cui si scusa “mi apparve del tutto evidente che quello squalo giallo doveva diventare il simbolo del nostro evento, della nostra tournée! Perché lo squalo giallo è dotato di certe qualità proprie di Frank. Da un lato è molto tosto e un po’ velenoso, dall’altro è invece molto amichevole e affascinante. Due cose che Frank può essere molto spesso: velenoso con i cattivi, affascinante con i buoni! E ovviamente, è anche un ottimo logo”. “Quando lo vidi” ricorda Mölich-Zebhauser in un inglese di cui si scusa “mi apparve del tutto evidente che quello squalo giallo doveva diventare il simbolo del nostro evento, della nostra tournée! Perché lo squalo giallo è dotato di certe qualità proprie di Frank. Da un lato è molto tosto e un po’ velenoso, dall’altro è invece molto amichevole e affascinante. Due cose che Frank può essere molto spesso: velenoso con i cattivi, affascinante con i buoni! E ovviamente, è anche un ottimo logo”.
Non rendendosi conto della macchinazione di Mölich-Zebhauser, Zappa gli regalò generosamente lo “squalo”, scrivendo un “piccolo atto di proprietà” per farlo accettare a eventuali agenti doganali diffidenti. Sull’atto c’era scritto: “Questo è per confermare, a chi fosse interessato, che questo squalo giallo è il pesce personale di Andreas Mölich-Zebhauser, che può farne tutto ciò che vuole. Frank Zappa”. Non rendendosi conto della macchinazione di Mölich-Zebhauser, Zappa gli regalò generosamente lo “squalo”, scrivendo un “piccolo atto di proprietà” per farlo accettare a eventuali agenti doganali diffidenti. Sull’atto c’era scritto: “Questo è per confermare, a chi fosse interessato, che questo squalo giallo è il pesce personale di Andreas Mölich-Zebhauser, che può farne tutto ciò che vuole. Frank Zappa”.
Andreas sbavava per quell’oggetto” ha detto Zappa “Lo adorava. Di punto in bianco l’intero progetto è stato chiamato ‘Lo Squalo Giallo’, che a suo dire suonava benissimo in tedesco (‘Der Gelbe Hai’), io sostenevo che in inglese, invece, suonava goffissimo. La gente pensa che la musica si chiami ‘Lo Squalo Giallo’. Ho detto che avremmo intitolato la serata ‘Lo Squalo Giallo’. Come cazzo l’avresti intitolata tu? Non fa alcuna differenza” (*). (Si potrebbe anche notare che nell’arte di Zappa lo squalo ha un precedente estetico che risale al 1971, quando le Mothers of Invention portarono a inaspettata celebrità l’umile spinarolo / squalo del fango, in una canzone chiamata così). Andreas sbavava per quell’oggetto” ha detto Zappa “Lo adorava. Di punto in bianco l’intero progetto è stato chiamato ‘Lo Squalo Giallo’, che a suo dire suonava benissimo in tedesco (‘Der Gelbe Hai’), io sostenevo che in inglese, invece, suonava goffissimo. La gente pensa che la musica si chiami ‘Lo Squalo Giallo’. Ho detto che avremmo intitolato la serata ‘Lo Squalo Giallo’. Come cazzo l’avresti intitolata tu? Non fa alcuna differenza” (*). (Si potrebbe anche notare che nell’arte di Zappa lo squalo ha un precedente estetico che risale al 1971, quando le Mothers of Invention portarono a inaspettata celebrità l’umile spinarolo / squalo del fango, in una canzone chiamata così).
Anche se il titolo non aveva direttamente nulla a che fare con la musica, evocherà per sempre il ricordo della prima volta che le opere cosiddette “serie” (orchestrali) di Frank Zappa sono state rese con un tale livello di precisione e devozione da un lato da far gongolare il compositore (pareggiato soltanto, forse, dall’Ensemble Intercontemporain di Pierre Boulez, che nel 1984 commissionò e registrò qualche sua opera), dall’altro da far alternare il pubblico di Francoforte, Berlino e Vienna tra l’attenzione rapita e l’ovazione. Bisogna aggiungere che il consenso di pubblico e di critica si protrasse anche quando il compositore non fu più in condizione di partecipare o contribuire alla direzione a causa della sua malattia. (Durante l’ultratrentennale storia di collaborazione fra Zappa e le orchestre, dalla Filarmonica di Londra a quella di Los Angeles, molti progetti erano deragliati o erano stati ostacolati da tempi insufficienti per le prove, da soffocanti restrizioni sindacali o dalla politica ). Anche se il titolo non aveva direttamente nulla a che fare con la musica, evocherà per sempre il ricordo della prima volta che le opere cosiddette “serie” (orchestrali) di Frank Zappa sono state rese con un tale livello di precisione e devozione da un lato da far gongolare il compositore (pareggiato soltanto, forse, dall’Ensemble Intercontemporain di Pierre Boulez, che nel 1984 commissionò e registrò qualche sua opera), dall’altro da far alternare il pubblico di Francoforte, Berlino e Vienna tra l’attenzione rapita e l’ovazione. Bisogna aggiungere che il consenso di pubblico e di critica si protrasse anche quando il compositore non fu più in condizione di partecipare o contribuire alla direzione a causa della sua malattia. (Durante l’ultratrentennale storia di collaborazione fra Zappa e le orchestre, dalla Filarmonica di Londra a quella di Los Angeles, molti progetti erano deragliati o erano stati ostacolati da tempi insufficienti per le prove, da soffocanti restrizioni sindacali o dalla politica ).
Oltre a contraddistinguersi come interpretazione eccezionalmente precisa della musica orchestrale e da camera di Zappa (anche se, avverte il compositore, “non precisa al 100%”), “Lo Squalo Giallo” è stato unico per più motivi. Era la prima volta che un gruppo di musicisti di formazione classica eseguiva della musica in un modo tecnicamente simile a un concerto rock su larga scala. Cioè, la musica era amplificata con cura; non distorta in modo confuso ma meticolosamente amplificata, mixata e bilanciata (i musicisti avevano addirittura monitor da palco individuali). Ogni opera era composta e/o arrangiata appositamente per l’impianto audio a sei canali che David Dondorf, Spencer Chrislu e Harry Andronis, i tecnici di Zappa, avevano ideato e personalizzato attentamente per ognuna delle sale da concerto. Questa soluzione acustica era funzionale all’estetica della musica al pari di ogni altro elemento del processo compositivo. Zappa aveva infatti “collocato” gli strumenti stessi nelle configurazioni desiderate a sei canali, campionandoli e mixandoli nel suo studio a casa, la Cucina Polivalente per la Sperimentazione sui Muffin (UMRK), e quegli stessi mix erano stati poi ricreati dal vivo. Infine, è senza dubbio raro che un compositore contemporaneo sia invitato a, e incaricato di, preparare un programma della sua stessa musica per una presentazione così sofisticata (tecnicamente e artisticamente), mentre funzionari e personalità provenienti da più di una dozzina di Paesi si uniscono e collaborano per quasi due anni per dar vita a un progetto simile. Oltre a contraddistinguersi come interpretazione eccezionalmente precisa della musica orchestrale e da camera di Zappa (anche se, avverte il compositore, “non precisa al 100%”), “Lo Squalo Giallo” è stato unico per più motivi. Era la prima volta che un gruppo di musicisti di formazione classica eseguiva della musica in un modo tecnicamente simile a un concerto rock su larga scala. Cioè, la musica era amplificata con cura; non distorta in modo confuso ma meticolosamente amplificata, mixata e bilanciata (i musicisti avevano addirittura monitor da palco individuali). Ogni opera era composta e/o arrangiata appositamente per l’impianto audio a sei canali che David Dondorf, Spencer Chrislu e Harry Andronis, i tecnici di Zappa, avevano ideato e personalizzato attentamente per ognuna delle sale da concerto. Questa soluzione acustica era funzionale all’estetica della musica al pari di ogni altro elemento del processo compositivo. Zappa aveva infatti “collocato” gli strumenti stessi nelle configurazioni desiderate a sei canali, campionandoli e mixandoli nel suo studio a casa, la Cucina Polivalente per la Sperimentazione sui Muffin (UMRK), e quegli stessi mix erano stati poi ricreati dal vivo. Infine, è senza dubbio raro che un compositore contemporaneo sia invitato a, e incaricato di, preparare un programma della sua stessa musica per una presentazione così sofisticata (tecnicamente e artisticamente), mentre funzionari e personalità provenienti da più di una dozzina di Paesi si uniscono e collaborano per quasi due anni per dar vita a un progetto simile.
Per renderlo possibile c’è voluto un complesso musicale iconoclasta quasi quanto Zappa stesso. Fondato nel 1980 a Francoforte sotto la direzione della Junge Deutsche Philharmonie, l’Ensemble Modern è tanto improbabile quanto, ad esempio, uno squalo giallo: un gruppo auto-finanziato e auto-determinato di 18 musicisti straordinariamente preparati (in questo caso, insieme a musicisti aggiunti di pari virtù che si esibiscono regolarmente con l’Ensemble almeno cinque o sei volte all’anno), che campano ideando ed eseguendo programmi interamente dedicati alla musica contemporanea. In buona sostanza fanno, in grande scala, quello che il Kronos Quartet fa in piccola scala, ma con un repertorio meno orientato al pop. Per renderlo possibile c’è voluto un complesso musicale iconoclasta quasi quanto Zappa stesso. Fondato nel 1980 a Francoforte sotto la direzione della Junge Deutsche Philharmonie, l’Ensemble Modern è tanto improbabile quanto, ad esempio, uno squalo giallo: un gruppo auto-finanziato e auto-determinato di 18 musicisti straordinariamente preparati (in questo caso, insieme a musicisti aggiunti di pari virtù che si esibiscono regolarmente con l’Ensemble almeno cinque o sei volte all’anno), che campano ideando ed eseguendo programmi interamente dedicati alla musica contemporanea. In buona sostanza fanno, in grande scala, quello che il Kronos Quartet fa in piccola scala, ma con un repertorio meno orientato al pop.
Dapprima l’Ensemble Modern tentò di ingaggiare Zappa nei primi mesi del 1991, dopo che il documentarista tedesco Henning Lohner - che aveva girato un film su Zappa - aveva suggerito al dottor Dieter Rexroth, capo del Festival di Francoforte, di commissionare al compositore un brano orchestrale importante. A fronte dello scarso interesse mostrato da Zappa per un progetto di quella portata, Rexroth, Karsten Witt e Mölich-Zebhauser (il suo successore) concepirono l’idea di commissionargli invece musica moderna per l’Ensemble Modern. Volarono a Los Angeles e, usando un CD con brani di Kurt Weill e Helmut Lachenmann, presentarono l’Ensemble Modern a Zappa. Si raggiunse quasi subito un accordo. Dapprima l’Ensemble Modern tentò di ingaggiare Zappa nei primi mesi del 1991, dopo che il documentarista tedesco Henning Lohner - che aveva girato un film su Zappa - aveva suggerito al dottor Dieter Rexroth, capo del Festival di Francoforte, di commissionare al compositore un brano orchestrale importante. A fronte dello scarso interesse mostrato da Zappa per un progetto di quella portata, Rexroth, Karsten Witt e Mölich-Zebhauser (il suo successore) concepirono l’idea di commissionargli invece musica moderna per l’Ensemble Modern. Volarono a Los Angeles e, usando un CD con brani di Kurt Weill e Helmut Lachenmann, presentarono l’Ensemble Modern a Zappa. Si raggiunse quasi subito un accordo.
Kurt Weill non mi appassiona moltissimo” ha detto Zappa “ma quello che ho sentito su quel CD mi ha molto colpito, per la predisposizione, lo stile e l’intonazione dei musicisti. C’erano dei parallelismi tra quella musica e il modo in cui era eseguita, e pensai che si sarebbero facilmente trasposti a certi tipi di cose che compongo io. Ho pensato che, se erano riusciti a suonare quel materiale, allora sarebbero riusciti a suonare anche il mio. Ho ascoltato certe cose che mi ricordavano l’album ‘Zio Carne’. L’altra cosa che mi ha colpito è stata la loro registrazione di un brano di Lachenmann, basato su tutti quei rumori che non si dovrebbero fare suonando uno strumento, rumori di sbagli. È un brano stupendo”. Kurt Weill non mi appassiona moltissimo” ha detto Zappa “ma quello che ho sentito su quel CD mi ha molto colpito, per la predisposizione, lo stile e l’intonazione dei musicisti. C’erano dei parallelismi tra quella musica e il modo in cui era eseguita, e pensai che si sarebbero facilmente trasposti a certi tipi di cose che compongo io. Ho pensato che, se erano riusciti a suonare quel materiale, allora sarebbero riusciti a suonare anche il mio. Ho ascoltato certe cose che mi ricordavano l’album ‘Zio Carne’. L’altra cosa che mi ha colpito è stata la loro registrazione di un brano di Lachenmann, basato su tutti quei rumori che non si dovrebbero fare suonando uno strumento, rumori di sbagli. È un brano stupendo”.
Nel luglio del 1991 l’Ensemble Modern volò a proprie spese a Los Angeles e passò due settimane a provare con il compositore nel suo Joe’s Garage studio. Oltre ad arrivare abitualmente al lavoro con tre o quattro ore d’anticipo - solo per esercitarsi - i membri dell’Ensemble insistettero per avere le trascrizioni delle composizioni al Synclavier di Zappa più “impossibili-da-suonare-da-esseri-umani” (e spesso le ottennero, come nel caso di “Tornado del Punto G”). Il compositore aiutò il gruppo a prendere dimestichezza con i suoi elaborati metodi di direzione improvvisata, e poi registrò, o “campionò”, la gamma di suoni di ogni musicista. Inserendo questo insieme di campioni nel Synclavier e “suonando” l’Ensemble con quello strumento, Zappa poté in effetti scrivere delle composizioni che poi montò e plasmò a suo piacimento. Nel luglio del 1991 l’Ensemble Modern volò a proprie spese a Los Angeles e passò due settimane a provare con il compositore nel suo Joe’s Garage studio. Oltre ad arrivare abitualmente al lavoro con tre o quattro ore d’anticipo - solo per esercitarsi - i membri dell’Ensemble insistettero per avere le trascrizioni delle composizioni al Synclavier di Zappa più “impossibili-da-suonare-da-esseri-umani” (e spesso le ottennero, come nel caso di “Tornado del Punto G”). Il compositore aiutò il gruppo a prendere dimestichezza con i suoi elaborati metodi di direzione improvvisata, e poi registrò, o “campionò”, la gamma di suoni di ogni musicista. Inserendo questo insieme di campioni nel Synclavier e “suonando” l’Ensemble con quello strumento, Zappa poté in effetti scrivere delle composizioni che poi montò e plasmò a suo piacimento.
In seguito, con un processo lungo e minuzioso, Zappa - insieme ad Ali N. Askin, compositore / arrangiatore / copista, e a Todd Yvega, tuttofare del Synclavier alla UMRK - prese le voluminose stampe di dati numerici grezzi che rappresentavano le opere completate al Synclavier e le tradusse sul pentagramma. Zappa chiese poi ad Askin, raccomandatogli per questo lavoro dall’amico di lunga data Mölich-Zebhauser, di creare nuovi arrangiamenti di suoi “classici” come “Alito di cane” e “Zio Carne” (qui combinati come “Cane / Carne”), “Tango bebop”, “Una sterlina per mostrare le chiappe” e “La ragazza con il vestito di magnesio”. Nel luglio del ’92 Zappa volò in Germania e passò altre due settimane a provare con l’Ensemble Modern (in condizioni memorabili; per lunghe giornate il gruppo resistette indefessamente, sudando, in un edificio mal climatizzato, nel culmine di una pesante ondata di caldo). In seguito, con un processo lungo e minuzioso, Zappa - insieme ad Ali N. Askin, compositore / arrangiatore / copista, e a Todd Yvega, tuttofare del Synclavier alla UMRK - prese le voluminose stampe di dati numerici grezzi che rappresentavano le opere completate al Synclavier e le tradusse sul pentagramma. Zappa chiese poi ad Askin, raccomandatogli per questo lavoro dall’amico di lunga data Mölich-Zebhauser, di creare nuovi arrangiamenti di suoi “classici” come “Alito di cane” e “Zio Carne” (qui combinati come “Cane / Carne”), “Tango bebop”, “Una sterlina per mostrare le chiappe” e “La ragazza con il vestito di magnesio”. Nel luglio del ’92 Zappa volò in Germania e passò altre due settimane a provare con l’Ensemble Modern (in condizioni memorabili; per lunghe giornate il gruppo resistette indefessamente, sudando, in un edificio mal climatizzato, nel culmine di una pesante ondata di caldo).
Il risultato finale: un programma di 90 minuti con 19 opere, tra cui un duo pianistico, dei quintetti d’archi, e dei brevi balletti interpretati dal gruppo di ballo La La La Human Steps (tutte le opere sono incluse nel CD tranne due, un’improvvisazione introduttiva e “Amnerika”). I brani, spesso spaventosamente poliritmici e polimetrici, abbracciano stilisticamente l’intero universo di tutto quello che ha influenzato Zappa, da Edgard Varèse e Anton Webern a “Louie Louie”. Il risultato finale: un programma di 90 minuti con 19 opere, tra cui un duo pianistico, dei quintetti d’archi, e dei brevi balletti interpretati dal gruppo di ballo La La La Human Steps (tutte le opere sono incluse nel CD tranne due, un’improvvisazione introduttiva e “Amnerika”). I brani, spesso spaventosamente poliritmici e polimetrici, abbracciano stilisticamente l’intero universo di tutto quello che ha influenzato Zappa, da Edgard Varèse e Anton Webern a “Louie Louie”.
Disse Ali N. Askin: “Secondo me, la musica di Frank è unica per questo: non conosco nessun altro compositore che mescoli o alterni tutti quegli spunti e quei dialetti musicali che lui utilizza. Fin dall’inizio della sua carriera musicale lui è riuscito a elaborare, in un modo o nell’altro, moltissimi spunti. E penso che questo avrebbe potuto essere un rischio enorme per molti compositori, perdersi fra tutte le cose che si possono fare come un bambino che si perde in un negozio di giocattoli. Lui, invece, è veramente originale nell’utilizzare tutti quegli spunti. A tal riguardo potrei paragonarlo a qualcuno come Stravinskij. Anche Frank è stato fortemente influenzato dai compositori europei, però non gli interessa cosa provenga da cosa. Usa la progressione di Louie Louie’ e continua dritto in un aggregato che potrebbe essere stato scritto da Ligeti senza preoccuparsene, purché suoni bene. Non ci sono ‘teorie’ riguardo a quello che si può o non si può usare, tipo ‘posso usare un accordo di DO maggiore in questo contesto a 12 toni?’ o cose di questo genere. Il giudice ultimo è il suo orecchio. Reputo straordinario questo modo fresco di comporre, con tutti quei colori e quelle trame”. Disse Ali N. Askin: “Secondo me, la musica di Frank è unica per questo: non conosco nessun altro compositore che mescoli o alterni tutti quegli spunti e quei dialetti musicali che lui utilizza. Fin dall’inizio della sua carriera musicale lui è riuscito a elaborare, in un modo o nell’altro, moltissimi spunti. E penso che questo avrebbe potuto essere un rischio enorme per molti compositori, perdersi fra tutte le cose che si possono fare come un bambino che si perde in un negozio di giocattoli. Lui, invece, è veramente originale nell’utilizzare tutti quegli spunti. A tal riguardo potrei paragonarlo a qualcuno come Stravinskij. Anche Frank è stato fortemente influenzato dai compositori europei, però non gli interessa cosa provenga da cosa. Usa la progressione di Louie Louie’ e continua dritto in un aggregato che potrebbe essere stato scritto da Ligeti senza preoccuparsene, purché suoni bene. Non ci sono ‘teorie’ riguardo a quello che si può o non si può usare, tipo ‘posso usare un accordo di DO maggiore in questo contesto a 12 toni?’ o cose di questo genere. Il giudice ultimo è il suo orecchio. Reputo straordinario questo modo fresco di comporre, con tutti quei colori e quelle trame”.
Vale forse la pena menzionare altre due caratteristiche dell’approccio di Zappa alla musica. In primo luogo, ha sempre avuto la capacità di far emergere “talenti nascosti” nei suoi musicisti. Yvega la mette così: “Se lui scrittura un sassofonista bravo a suonare il sax, fargli soltanto suonare il sax sarebbe quasi scontato e riduttivo. Frank lo sa già che può farlo. Però poi scoprirà che sa anche ballare il tip-tap, e ne farà uso”. Di conseguenza, i musicisti dell’Ensemble Modern si scoprirono attori e narratori, più spettacolarmente nei casi della violista Hilary Sturt (che esegue il sorprendente recitativo in “Raccolta di cibo nell’America post-industriale”) e di Hermann Kretzschmar. Kretzschmar, il cui impiego normale è al piano, clavicembalo e celesta, si ritrovò ‘dentro un pianoforte’ durante le prove allo studio Joe’s Garage, a recitare di tutto, dalla sua tessera della biblioteca a una lettera all’editore piuttosto colorita in una rivista di piercing (che dettagliava metodi per trafiggere i genitali), mentre l’Ensemble improvvisava impavido sotto la direzione di Zappa. Nei concerti dello “Squalo Giallo” la recitazione vocale di Kretzschmar, in stile Dottor Stranamore, è stata impiegata in “Benvenuti negli Stati Uniti” per recitare (alla lettera) domande reali da un formulario men-che-accogliente della dogana degli Stati Uniti. Vale forse la pena menzionare altre due caratteristiche dell’approccio di Zappa alla musica. In primo luogo, ha sempre avuto la capacità di far emergere “talenti nascosti” nei suoi musicisti. Yvega la mette così: “Se lui scrittura un sassofonista bravo a suonare il sax, fargli soltanto suonare il sax sarebbe quasi scontato e riduttivo. Frank lo sa già che può farlo. Però poi scoprirà che sa anche ballare il tip-tap, e ne farà uso”. Di conseguenza, i musicisti dell’Ensemble Modern si scoprirono attori e narratori, più spettacolarmente nei casi della violista Hilary Sturt (che esegue il sorprendente recitativo in “Raccolta di cibo nell’America post-industriale”) e di Hermann Kretzschmar. Kretzschmar, il cui impiego normale è al piano, clavicembalo e celesta, si ritrovò ‘dentro un pianoforte’ durante le prove allo studio Joe’s Garage, a recitare di tutto, dalla sua tessera della biblioteca a una lettera all’editore piuttosto colorita in una rivista di piercing (che dettagliava metodi per trafiggere i genitali), mentre l’Ensemble improvvisava impavido sotto la direzione di Zappa. Nei concerti dello “Squalo Giallo” la recitazione vocale di Kretzschmar, in stile Dottor Stranamore, è stata impiegata in “Benvenuti negli Stati Uniti” per recitare (alla lettera) domande reali da un formulario men-che-accogliente della dogana degli Stati Uniti.
Ciò sottolinea un’altra caratteristica dei tratti compositivi di Zappa: nella scelta dei soggetti e dei temi, sia nella musica sia nei versi, è aperto al caso e al capriccio. Spesso usa artisticamente qualunque cosa gli capiti a portata di mano (da qui il formulario della dogana, la rivista di piercing e la tessera della biblioteca), un concetto che lui ha battezzato “Qualsiasi Cosa, in Qualsiasi Momento, Ovunque, senza Alcun Motivo” (AAAFNRAA). Se questo vi sembra avulso dalla più “nobile” (e a volte altera) sensibilità artistica, bene, lo è. Come ha commentato Yvega, anche lui compositore: “Negli ambienti della cosiddetta musica seria, spesso la gente la prende troppo sul serio. Per Frank, tutto è divertimento. O ti diverti o non ti diverti. E nulla è serio. Ecco perché, nel bel mezzo di una cosa che dovrebbe essere seria, qualcuno si appoggia alla guancia il tappo del suo fiato. Ciò sottolinea un’altra caratteristica dei tratti compositivi di Zappa: nella scelta dei soggetti e dei temi, sia nella musica sia nei versi, è aperto al caso e al capriccio. Spesso usa artisticamente qualunque cosa gli capiti a portata di mano (da qui il formulario della dogana, la rivista di piercing e la tessera della biblioteca), un concetto che lui ha battezzato “Qualsiasi Cosa, in Qualsiasi Momento, Ovunque, senza Alcun Motivo” (AAAFNRAA). Se questo vi sembra avulso dalla più “nobile” (e a volte altera) sensibilità artistica, bene, lo è. Come ha commentato Yvega, anche lui compositore: “Negli ambienti della cosiddetta musica seria, spesso la gente la prende troppo sul serio. Per Frank, tutto è divertimento. O ti diverti o non ti diverti. E nulla è serio. Ecco perché, nel bel mezzo di una cosa che dovrebbe essere seria, qualcuno si appoggia alla guancia il tappo del suo fiato.

 Dal libretto del CD ‘The Yellow Shark’

Io sono convinto che la sua musica sia importante perché credo che continuerà a vivere per molti secoli. In questo senso è seria ma, in fin dei conti, esiste per divertirci”. Io sono convinto che la sua musica sia importante perché credo che continuerà a vivere per molti secoli. In questo senso è seria ma, in fin dei conti, esiste per divertirci”.
Molti compositori - Ives, Stravinskij, Mahler, per fare degli esempi ovvi - nelle proprie opere hanno ampiamente citato la musica più disparata e usato gli stili musicali più diversi. Si potrebbe legittimamente affermare che nessuno l’ha mai fatto tanto quanto Zappa. Molti compositori - Ives, Stravinskij, Mahler, per fare degli esempi ovvi - nelle proprie opere hanno ampiamente citato la musica più disparata e usato gli stili musicali più diversi. Si potrebbe legittimamente affermare che nessuno l’ha mai fatto tanto quanto Zappa.
“Questo ci ha sorpreso molto”, ha detto Mölich-Zebhauser. “Ad esempio, il quartetto d’archi (‘Niente di tutto ciò’) o il quintetto di fiati (‘Times Beach II e III’), sono brani a un livello molto, molto alto, anche rispetto alla rigidissima scuola di composizione europea. Secondo me, è notevole che un brano come il quartetto d’archi di ‘Niente di tutto ciò’ abbia un livello paragonabile a quello dei classici del XX secolo, composizioni di Webern e cose di quel genere. Davvero. Con tali brani Frank dimostra di saper fare un buon lavoro anche in questo campo, dovete però immaginarvi la serata di ‘Squalo Giallo’, c’erano almeno tre o quattro stili musicali: dei nuovi arrangiamenti di suoi vecchi pezzi, dei brani contemporanei, degli scherzi, dell’elettronica e degli elementi jazz. E il risultato più alto, secondo me, è stato il modo in cui si sono incastrati fra loro; il fatto che si può fare una serata con quattro o cinque stili musicali diversi senza che nessuno dica: ‘Oh, mio Dio, che sta succedendo - oh, facciamola finita’. Sembra essere (grazie a) la personalità di Frank che questo può funzionare”. “Questo ci ha sorpreso molto”, ha detto Mölich-Zebhauser. “Ad esempio, il quartetto d’archi (‘Niente di tutto ciò’) o il quintetto di fiati (‘Times Beach II e III’), sono brani a un livello molto, molto alto, anche rispetto alla rigidissima scuola di composizione europea. Secondo me, è notevole che un brano come il quartetto d’archi di ‘Niente di tutto ciò’ abbia un livello paragonabile a quello dei classici del XX secolo, composizioni di Webern e cose di quel genere. Davvero. Con tali brani Frank dimostra di saper fare un buon lavoro anche in questo campo, dovete però immaginarvi la serata di ‘Squalo Giallo’, c’erano almeno tre o quattro stili musicali: dei nuovi arrangiamenti di suoi vecchi pezzi, dei brani contemporanei, degli scherzi, dell’elettronica e degli elementi jazz. E il risultato più alto, secondo me, è stato il modo in cui si sono incastrati fra loro; il fatto che si può fare una serata con quattro o cinque stili musicali diversi senza che nessuno dica: ‘Oh, mio Dio, che sta succedendo - oh, facciamola finita’. Sembra essere (grazie a) la personalità di Frank che questo può funzionare”.
Il direttore d’orchestra Rundel va oltre. Certo, ammette, altri compositori sono capaci, senza sconfinare nel dilettantismo, di comporre musica in vari stili, anche se non così diversi come Zappa. La cosa che contraddistingue ulteriormente Zappa è il fatto che la sua personalità musicale è inconfondibile, in qualsiasi contesto: “Ascoltando la sua musica, senza sapere chi l’ha composta” ha detto “secondo me, si sente che è di Frank Zappa. Soprattutto da come sono costruite le sue melodie; sono molto, molto personali e tipiche di lui. È inutile fare una distinzione tra Zappa come improvvisatore alla chitarra e Zappa come compositore, è sempre Frank Zappa! Si sente. Questo è sorprendente perché gli stili sono diversissimi”. Il direttore d’orchestra Rundel va oltre. Certo, ammette, altri compositori sono capaci, senza sconfinare nel dilettantismo, di comporre musica in vari stili, anche se non così diversi come Zappa. La cosa che contraddistingue ulteriormente Zappa è il fatto che la sua personalità musicale è inconfondibile, in qualsiasi contesto: “Ascoltando la sua musica, senza sapere chi l’ha composta” ha detto “secondo me, si sente che è di Frank Zappa. Soprattutto da come sono costruite le sue melodie; sono molto, molto personali e tipiche di lui. È inutile fare una distinzione tra Zappa come improvvisatore alla chitarra e Zappa come compositore, è sempre Frank Zappa! Si sente. Questo è sorprendente perché gli stili sono diversissimi”.
Se c’è un filo conduttore che attraversa tutta la musica di Zappa, oltre alla distintiva firma melodica o ritmica, Rundel crede sia la propensione del compositore autodidatta a infrangere le regole. Se c’è un filo conduttore che attraversa tutta la musica di Zappa, oltre alla distintiva firma melodica o ritmica, Rundel crede sia la propensione del compositore autodidatta a infrangere le regole.
“Sai, la cosiddetta musica classica contemporanea, così come quella rock e quella jazz, hanno ognuna le proprie regole”, ha detto. “Frank non ama molto le regole, sai, perché in realtà lo annoiano. La sua musica, nelle sue parti migliori, è musica libera perché non segue regole. E, secondo me, è molto tonificante ascoltare della musica che abbia anche il coraggio di interrogarsi. E interrogare l’ascoltatore tradizionale”. “Sai, la cosiddetta musica classica contemporanea, così come quella rock e quella jazz, hanno ognuna le proprie regole”, ha detto. “Frank non ama molto le regole, sai, perché in realtà lo annoiano. La sua musica, nelle sue parti migliori, è musica libera perché non segue regole. E, secondo me, è molto tonificante ascoltare della musica che abbia anche il coraggio di interrogarsi. E interrogare l’ascoltatore tradizionale”.
Interroga anche l’ascoltatore non tradizionale. Secondo Mölich-Zebhauser, all’esordio dello “Squalo Giallo” all’incirca metà del pubblico “è arrivato per vedere Frank”, ma è venuta via dal concerto “amando la musica”. E Zappa, a un certo punto, ha ricordato con gusto che “fra il pubblico c’erano anche un bel po’ di settantenni che se la godevano”. Quindi, “Lo Squalo Giallo” sembra avere introdotto molti ai piaceri della musica moderna e nel frattempo strappato via a morsi un po’ di conservatorismo al pubblico. Interroga anche l’ascoltatore non tradizionale. Secondo Mölich-Zebhauser, all’esordio dello “Squalo Giallo” all’incirca metà del pubblico “è arrivato per vedere Frank”, ma è venuta via dal concerto “amando la musica”. E Zappa, a un certo punto, ha ricordato con gusto che “fra il pubblico c’erano anche un bel po’ di settantenni che se la godevano”. Quindi, “Lo Squalo Giallo” sembra avere introdotto molti ai piaceri della musica moderna e nel frattempo strappato via a morsi un po’ di conservatorismo al pubblico.
“Secondo me, è stato fondamentale” ha osservato Askin “che Frank abbia avuto questa capacità di presentare musica moderna, o musica nuova, a un pubblico così ampio e alle orecchie di molti che non ne avevano mai sentito parlare. Poter ascoltare musica così complicata come ‘Tornado del Punto G’, ‘Prendi gli sporchi bianchi’ e ‘Amnerika’ (non sul CD), beh, è stata un’ottima pubblicità per la musica moderna - senza sintetizzatori, senza chitarre elettriche - soltanto buona musica suonata da buoni musicisti”. “Secondo me, è stato fondamentale” ha osservato Askin “che Frank abbia avuto questa capacità di presentare musica moderna, o musica nuova, a un pubblico così ampio e alle orecchie di molti che non ne avevano mai sentito parlare. Poter ascoltare musica così complicata come ‘Tornado del Punto G’, ‘Prendi gli sporchi bianchi’ e ‘Amnerika’ (non sul CD), beh, è stata un’ottima pubblicità per la musica moderna - senza sintetizzatori, senza chitarre elettriche - soltanto buona musica suonata da buoni musicisti”.

Zappa si presentò sul palco della Alte Oper di Francoforte il 17 e il 19 settembre 1992, e fu salutato da un’ovazione assordante (“C’era un tale fragore” ha detto Mölich-Zebhauser “da non crederci”). In quei due concerti ha fatto da presentatore e ha diretto tre brani: “Raccolta di cibo nell’America post-industriale, 1992”, “Benvenuti negli Stati Uniti” e il bis, “Tornado del Punto G”. I critici (incluso un giornalista olandese particolarmente esigente) hanno elogiato la musica, così come i concerti a Berlino (22 e 23 settembre) e a Vienna (26, 27, 28 settembre). Il compositore era visibilmente entusiasta: “Il genere di musica che faccio io non è mai stato eseguito in modo così accurato, in ogni momento”, ha detto poco dopo essere ritornato dall’evento. “La dedizione del gruppo nel suonare precisamente e nel metterci ‘sopracciglio’ (attitudine extra-musicale, in gergo zappiano) mozzava il fiato. Avreste dovuto vedere quanto sono state estenuanti le prove e quanto è stato meticoloso il direttore d’orchestra Peter Rundel nel risolvere tutti i dettagli”.
Zappa si presentò sul palco della Alte Oper di Francoforte il 17 e il 19 settembre 1992, e fu salutato da un’ovazione assordante (“C’era un tale fragore” ha detto Mölich-Zebhauser “da non crederci”). In quei due concerti ha fatto da presentatore e ha diretto tre brani: “Raccolta di cibo nell’America post-industriale, 1992”, “Benvenuti negli Stati Uniti” e il bis, “Tornado del Punto G”. I critici (incluso un giornalista olandese particolarmente esigente) hanno elogiato la musica, così come i concerti a Berlino (22 e 23 settembre) e a Vienna (26, 27, 28 settembre). Il compositore era visibilmente entusiasta: “Il genere di musica che faccio io non è mai stato eseguito in modo così accurato, in ogni momento”, ha detto poco dopo essere ritornato dall’evento. “La dedizione del gruppo nel suonare precisamente e nel metterci ‘sopracciglio’ (attitudine extra-musicale, in gergo zappiano) mozzava il fiato. Avreste dovuto vedere quanto sono state estenuanti le prove e quanto è stato meticoloso il direttore d’orchestra Peter Rundel nel risolvere tutti i dettagli”.
“Sai quello che succede tipicamente in un concerto di musica moderna” ha continuato “Se ci sono 500 spettatori, è un successo. E (qui) stiamo parlando di una media di 2000 posti a serata, e alla fine dei concerti, di una lunga ovazione (venti minuti) per chiedere il bis. Espressioni sbalordite sui volti degli orchestrali, degli organizzatori dei concerti e del manager, tutti fermi lì a bocca aperta. E per attirare il pubblico non c’è stato bisogno che io stessi lì a fare il butta-dentro”. “Sai quello che succede tipicamente in un concerto di musica moderna” ha continuato “Se ci sono 500 spettatori, è un successo. E (qui) stiamo parlando di una media di 2000 posti a serata, e alla fine dei concerti, di una lunga ovazione (venti minuti) per chiedere il bis. Espressioni sbalordite sui volti degli orchestrali, degli organizzatori dei concerti e del manager, tutti fermi lì a bocca aperta. E per attirare il pubblico non c’è stato bisogno che io stessi lì a fare il butta-dentro”.
Dopo che Zappa ritornò a casa, Mölich-Zebhauser prevedeva in realtà di perdere metà del pubblico. Invece, la partecipazione e il consenso hanno tenuto. “E credo sia stato un piacere per Frank” ha detto il direttore dell’Ensemble Modern “perché non gli interessava affatto che questo progetto fosse… la star famosa che organizza l’orgasmo di metà del pubblico. Non voleva essere l’idolo del concerto. Voleva la sua musica, e ha funzionato”. Dopo che Zappa ritornò a casa, Mölich-Zebhauser prevedeva in realtà di perdere metà del pubblico. Invece, la partecipazione e il consenso hanno tenuto. “E credo sia stato un piacere per Frank” ha detto il direttore dell’Ensemble Modern “perché non gli interessava affatto che questo progetto fosse… la star famosa che organizza l’orgasmo di metà del pubblico. Non voleva essere l’idolo del concerto. Voleva la sua musica, e ha funzionato”.
Uno dei momenti più indelebili dello “Squalo Giallo”, secondo Mölich-Zebhauser e Askin, è stato quando Zappa ha diretto il frenetico bis, “Tornado del Punto G”, mentre i La La La Human Steps gli turbinavano intorno. Uno dei momenti più indelebili dello “Squalo Giallo”, secondo Mölich-Zebhauser e Askin, è stato quando Zappa ha diretto il frenetico bis, “Tornado del Punto G”, mentre i La La La Human Steps gli turbinavano intorno.

 La La La Human Steps

Ma ancora più che da quella immagine, Askin è stato colpito da come il pubblico ascoltava roba tostissima come il quintetto di “Times Beach” e “Ruth sta dormendo”. “È stato incredibile” ha detto “come il pubblico ha reagito, come ha ascoltato e come è rimasto in silenzio; raramente succedono cose simili”. Ma ancora più che da quella immagine, Askin è stato colpito da come il pubblico ascoltava roba tostissima come il quintetto di “Times Beach” e “Ruth sta dormendo”. “È stato incredibile” ha detto “come il pubblico ha reagito, come ha ascoltato e come è rimasto in silenzio; raramente succedono cose simili”.
Zappa non si considera un direttore d’orchestra (anche se nel 1983, al Concerto per il Centenario della nascita di Varèse a San Francisco, è stato direttore-ospite per “Ionizzazione” di Edgard Varèse, e nel 1977 a Los Angeles ha diretto la sua stessa Abnuceals Emuukha Electric Symphony Orchestra). Di fatto, il suo modo di dirigere è qualcosa di molto diverso dal dirigere. Mentre lui batte il tempo e, quando necessario, lancia segnali agli strumentisti, la sua attività preferita sul podio è infatti quella di creare musica spontanea tramite il suo inimitabile linguaggio del corpo e i suoi segnali. Questo sistema è stato una costante di tutta la sua carriera, ma l’Ensemble Modern ne ha probabilmente imparato più dettagli e più sottigliezze di ogni altro musicista diretto da Zappa. Oltre a scegliere tra una vastissima gamma di suoni improvvisati, mentre lui dirige è anche capace di attivare a capriccio degli “aggregati” (passaggi appresi) predisposti. Un complesso diventa a tutti gli effetti uno strumento e il direttore, un solista. Zappa non si considera un direttore d’orchestra (anche se nel 1983, al Concerto per il Centenario della nascita di Varèse a San Francisco, è stato direttore-ospite per “Ionizzazione” di Edgard Varèse, e nel 1977 a Los Angeles ha diretto la sua stessa Abnuceals Emuukha Electric Symphony Orchestra). Di fatto, il suo modo di dirigere è qualcosa di molto diverso dal dirigere. Mentre lui batte il tempo e, quando necessario, lancia segnali agli strumentisti, la sua attività preferita sul podio è infatti quella di creare musica spontanea tramite il suo inimitabile linguaggio del corpo e i suoi segnali. Questo sistema è stato una costante di tutta la sua carriera, ma l’Ensemble Modern ne ha probabilmente imparato più dettagli e più sottigliezze di ogni altro musicista diretto da Zappa. Oltre a scegliere tra una vastissima gamma di suoni improvvisati, mentre lui dirige è anche capace di attivare a capriccio degli “aggregati” (passaggi appresi) predisposti. Un complesso diventa a tutti gli effetti uno strumento e il direttore, un solista.
I risultati di questa tecnica sono evidenti, con tratti esilaranti, sia in “Raccolta di cibo nell’America post-industriale” sia in “Benvenuti negli Stati Uniti”. Askin ha commentato: “Nel video (la prima serata fu trasmessa in diretta su un canale tedesco a pagamento) si può vedere com’era la faccia di Frank. Vedere come lui rideva e dirigeva e faceva piccoli gesti agli orchestrali. Non avevo mai visto nessuno che dirigesse così. Dice di sé stesso di non essere un vero e proprio direttore, cosa che lui in effetti non è. Però nessuno sa dirigere un complesso di musicisti come lui. È incredibile. Secondo me, il suo mignolo è più espressivo di qualsiasi gran gesto direttivo di Karajan! Basta osservarlo mentre fuma. La dice lunga”. I risultati di questa tecnica sono evidenti, con tratti esilaranti, sia in “Raccolta di cibo nell’America post-industriale” sia in “Benvenuti negli Stati Uniti”. Askin ha commentato: “Nel video (la prima serata fu trasmessa in diretta su un canale tedesco a pagamento) si può vedere com’era la faccia di Frank. Vedere come lui rideva e dirigeva e faceva piccoli gesti agli orchestrali. Non avevo mai visto nessuno che dirigesse così. Dice di sé stesso di non essere un vero e proprio direttore, cosa che lui in effetti non è. Però nessuno sa dirigere un complesso di musicisti come lui. È incredibile. Secondo me, il suo mignolo è più espressivo di qualsiasi gran gesto direttivo di Karajan! Basta osservarlo mentre fuma. La dice lunga”.
C’è un altro aspetto da raccontare a proposito dello “Squalo Giallo” ed è quello di Chrislu, Dondorf e Andronis, gli infaticabili audio-specialisti della UMRK. È un aspetto talmente tecnico da essere comprensibile forse soltanto ai tecnici. Basti dire che il loro lavoro ha sostanzialmente formato la spina dorsale degli “Squali”. Ecco la spiegazione di Dondorf per noi profani: “Abbiamo dovuto progettare un sistema che tenesse conto delle esigenze specifiche delle composizioni, della conformazione dei locali, dei monitor da palco per i musicisti, dei requisiti per la registrazione audio digitale a 48 canali, nonché della trasmissione multi-telecamera in diretta. Frank aveva concepito qualcosa di nuovo, a metà tra uno spettacolo rock e un concerto di musica classica, durante il quale il pubblico stava seduto circondato da sei sistemi di altoparlanti, ognuno dei quali riproduceva un diverso mix a seconda della partitura, e quindi ogni membro del pubblico ascoltava il concerto da una differente prospettiva acustica. Tutto quello che stavamo facendo era nuovo: la musica era stata scritta per un impianto audio a sei canali che prima non era mai stato costruito, montato o messo in funzione, e sarebbe stata riprodotta in questo modo in sale che non erano costruite a tal fine”. (O, come ha detto Andronis a Zappa quando ne hanno parlato la prima volta: “Un’orchestra di 26 elementi che si esibisce in alcune tra le migliori sale da concerto in Europa, mixata dal vivo in sei canali surround? Ah-ha”). C’è un altro aspetto da raccontare a proposito dello “Squalo Giallo” ed è quello di Chrislu, Dondorf e Andronis, gli infaticabili audio-specialisti della UMRK. È un aspetto talmente tecnico da essere comprensibile forse soltanto ai tecnici. Basti dire che il loro lavoro ha sostanzialmente formato la spina dorsale degli “Squali”. Ecco la spiegazione di Dondorf per noi profani: “Abbiamo dovuto progettare un sistema che tenesse conto delle esigenze specifiche delle composizioni, della conformazione dei locali, dei monitor da palco per i musicisti, dei requisiti per la registrazione audio digitale a 48 canali, nonché della trasmissione multi-telecamera in diretta. Frank aveva concepito qualcosa di nuovo, a metà tra uno spettacolo rock e un concerto di musica classica, durante il quale il pubblico stava seduto circondato da sei sistemi di altoparlanti, ognuno dei quali riproduceva un diverso mix a seconda della partitura, e quindi ogni membro del pubblico ascoltava il concerto da una differente prospettiva acustica. Tutto quello che stavamo facendo era nuovo: la musica era stata scritta per un impianto audio a sei canali che prima non era mai stato costruito, montato o messo in funzione, e sarebbe stata riprodotta in questo modo in sale che non erano costruite a tal fine”. (O, come ha detto Andronis a Zappa quando ne hanno parlato la prima volta: “Un’orchestra di 26 elementi che si esibisce in alcune tra le migliori sale da concerto in Europa, mixata dal vivo in sei canali surround? Ah-ha”).
Si aggiunga il fatto che lavoravano insieme a una troupe televisiva olandese, una compagnia francese nel TIR di registrazione, una compagnia tedesca che ha fornito l’impianto audio - per non parlare degli orchestrali provenienti da Germania, Inghilterra, Australia e Nuova Zelanda - e, come l’ha messa Chrislu: “Venirne a capo senza che ci siano stati degli omicidi è stato quasi un miracolo”. Si aggiunga il fatto che lavoravano insieme a una troupe televisiva olandese, una compagnia francese nel TIR di registrazione, una compagnia tedesca che ha fornito l’impianto audio - per non parlare degli orchestrali provenienti da Germania, Inghilterra, Australia e Nuova Zelanda - e, come l’ha messa Chrislu: “Venirne a capo senza che ci siano stati degli omicidi è stato quasi un miracolo”.
In termini non tecnici, com’era percepibile questo prodigio a sei canali durante i concerti? Zappa ha fornito un esempio: “Nel caso del quintetto d’archi, gli strumenti circondano il pubblico e si arriva a sentire il contrappunto come mai prima. La cosa che lascia tutti di stucco non è tanto che suona potente, quanto che suona chiaro e che i dettagli musicali sono proprio lì davanti. Il suono degli strumenti non è stato alterato elettronicamente in alcun modo. È un’esperienza ad alta fedeltà all’ennesima potenza”. In termini non tecnici, com’era percepibile questo prodigio a sei canali durante i concerti? Zappa ha fornito un esempio: “Nel caso del quintetto d’archi, gli strumenti circondano il pubblico e si arriva a sentire il contrappunto come mai prima. La cosa che lascia tutti di stucco non è tanto che suona potente, quanto che suona chiaro e che i dettagli musicali sono proprio lì davanti. Il suono degli strumenti non è stato alterato elettronicamente in alcun modo. È un’esperienza ad alta fedeltà all’ennesima potenza”.
Un ultimo aspetto di tutti i trucchi tecnologici merita due parole. Nel CD - come nella maggior parte dei CD di Zappa - sono compilate le “migliori” versioni dei vari concerti, amalgamate dal compositore. (“E quando si ascolta il CD” osserva Chrislu “è incredibile come siamo riusciti a farcela. Per far coincidere il tutto, Frank ha saputo creare dei montaggi molto leggeri. I cambiamenti di ambiente non si sentono affatto”). Un ultimo aspetto di tutti i trucchi tecnologici merita due parole. Nel CD - come nella maggior parte dei CD di Zappa - sono compilate le “migliori” versioni dei vari concerti, amalgamate dal compositore. (“E quando si ascolta il CD” osserva Chrislu “è incredibile come siamo riusciti a farcela. Per far coincidere il tutto, Frank ha saputo creare dei montaggi molto leggeri. I cambiamenti di ambiente non si sentono affatto”).
Lo squalo giallo stesso (a quanto pare, a stabilirne il sesso è stato Mölich-Zebhauser, che si riferisce alla creatura sempre al maschile) compariva una sola volta durante ogni concerto; all’inizio di ogni serata “nuotava” lungo il palco nelle mani del direttore di scena. Al giorno d’oggi è orgogliosamente installato nella casa del direttore dell’Ensemble Modern, in attesa di un ritorno sulle scene se il progetto dovesse mai essere ripetuto in occidente (in tal caso, per fugare l’avversione di Zappa per il titolo, Mölich-Zebhauser consiglia: “Potremmo usare il nome tedesco, ‘Der Gelbe Hai’”). Lo squalo giallo stesso (a quanto pare, a stabilirne il sesso è stato Mölich-Zebhauser, che si riferisce alla creatura sempre al maschile) compariva una sola volta durante ogni concerto; all’inizio di ogni serata “nuotava” lungo il palco nelle mani del direttore di scena. Al giorno d’oggi è orgogliosamente installato nella casa del direttore dell’Ensemble Modern, in attesa di un ritorno sulle scene se il progetto dovesse mai essere ripetuto in occidente (in tal caso, per fugare l’avversione di Zappa per il titolo, Mölich-Zebhauser consiglia: “Potremmo usare il nome tedesco, ‘Der Gelbe Hai’”).
Ma c’è ancora un po’ di questa storia gloriosa / del pesce, questa impresa orchestrale unica di Zappa che non è andata persa. Sembra che l’artista Beam, il creatore dello squalo, sia venuto a sapere che la bestia si era spostata in Germania e aveva cambiato nome. Si è comunque compiaciuto che l’abbinamento del suo dono con Frank Zappa avesse dato frutti così leggendari: “Lo faccio spesso” ha detto Beam “di accostare due cose che non stanno bene insieme e ricavarne un elemento di sorpresa. ‘Lo Squalo Giallo’ sembrava funzionare bene”. Ma c’è ancora un po’ di questa storia gloriosa / del pesce, questa impresa orchestrale unica di Zappa che non è andata persa. Sembra che l’artista Beam, il creatore dello squalo, sia venuto a sapere che la bestia si era spostata in Germania e aveva cambiato nome. Si è comunque compiaciuto che l’abbinamento del suo dono con Frank Zappa avesse dato frutti così leggendari: “Lo faccio spesso” ha detto Beam “di accostare due cose che non stanno bene insieme e ricavarne un elemento di sorpresa. ‘Lo Squalo Giallo’ sembrava funzionare bene”.
Alla data di questo scritto, appoggiato vicino al caminetto nel seminterrato / sala d’ascolto di Zappa, c’è in effetti una rappresentazione in fibra di vetro di un animale marino con la stessa dimensione e forma dello Squalo Giallo, però tutto coperto da uno spesso cappotto pelliccioso bianco e nero, come un cavallo Holstein. Beam lo chiama “Lo Squalo Mucca”. Alla data di questo scritto, appoggiato vicino al caminetto nel seminterrato / sala d’ascolto di Zappa, c’è in effetti una rappresentazione in fibra di vetro di un animale marino con la stessa dimensione e forma dello Squalo Giallo, però tutto coperto da uno spesso cappotto pelliccioso bianco e nero, come un cavallo Holstein. Beam lo chiama “Lo Squalo Mucca”.
“Vedremo cosa succederà”, ha detto. “Vedremo cosa succederà”, ha detto.

 Lo Squalo Mucca di Mark Beam

(*) Fa differenza, a quanto pare, in Giappone. Secondo Simon Prentis, che ha il particolare compito di tradurre e far pubblicare i versi di Zappa in giapponese, in Giappone c’è il malinteso che ‘squalo giallo’ rappresenti una misteriosa allusione all’aggressività economica giapponese. Falso. (*) Fa differenza, a quanto pare, in Giappone. Secondo Simon Prentis, che ha il particolare compito di tradurre e far pubblicare i versi di Zappa in giapponese, in Giappone c’è il malinteso che ‘squalo giallo’ rappresenti una misteriosa allusione all’aggressività economica giapponese. Falso.


I brani dello “Squalo Giallo” sono stati concepiti separatamente oppure formano una specie di suite de facto? Di certo Zappa non ha concepito queste opere come una suite, le sue imprese artistiche sembrano però essere spesso contraddistinte da un concetto globale . Andreas Mölich-Zebhauser, direttore generale dell’Ensemble Modern, ha fornito la riflessione forse più utile riguardo a questo interrogativo: “Certo, ogni brano può essere eseguito singolarmente, senza alcun problema”, ha detto. “Inoltre, Frank ha composto i brani della serata in periodi molto diversi della sua carriera. Quindi non si può dire che questa sia una suite di Frank Zappa del ’92. L’ordine e la struttura dei brani sono cambiati fino all’ultima settimana prima dei concerti (come, del resto, sul CD). Ma una suite, comunque, è!”
I brani dello “Squalo Giallo” sono stati concepiti separatamente oppure formano una specie di suite de facto? Di certo Zappa non ha concepito queste opere come una suite, le sue imprese artistiche sembrano però essere spesso contraddistinte da un concetto globale . Andreas Mölich-Zebhauser, direttore generale dell’Ensemble Modern, ha fornito la riflessione forse più utile riguardo a questo interrogativo: “Certo, ogni brano può essere eseguito singolarmente, senza alcun problema”, ha detto. “Inoltre, Frank ha composto i brani della serata in periodi molto diversi della sua carriera. Quindi non si può dire che questa sia una suite di Frank Zappa del ’92. L’ordine e la struttura dei brani sono cambiati fino all’ultima settimana prima dei concerti (come, del resto, sul CD). Ma una suite, comunque, è!”
Di seguito ci sono, per ognuno dei brani, i commenti di Zappa e del direttore d’orchestra Peter Rundel. (Rundel ha chiesto di ricordare che l’inglese è la sua seconda lingua). Di seguito ci sono, per ognuno dei brani, i commenti di Zappa e del direttore d’orchestra Peter Rundel. (Rundel ha chiesto di ricordare che l’inglese è la sua seconda lingua).

1. Introduzione

1. Introduzione

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Grazie. Grazie. Grazie, grazie, grazie e grazie. Vedo che fra il pubblico c’è un cartello con su scritto, ancora una volta: “Qual è la parola segreta per stasera?” Grazie. Grazie. Grazie, grazie, grazie e grazie. Vedo che fra il pubblico c’è un cartello con su scritto, ancora una volta: “Qual è la parola segreta per stasera?”
 
La parola segreta per stasera è… La parola segreta per stasera è…
 
Parliamo di cose serie, signore e signori, lo so che siete venuti qua per vedere le ottime interpretazioni di un ottimo complesso di musica moderna, diretto da un ottimo direttore d’orchestra. Ed ecco che arriva l’ottimo direttore d’orchestra, Peter Rundel, signore e signori! Parliamo di cose serie, signore e signori, lo so che siete venuti qua per vedere le ottime interpretazioni di un ottimo complesso di musica moderna, diretto da un ottimo direttore d’orchestra. Ed ecco che arriva l’ottimo direttore d’orchestra, Peter Rundel, signore e signori!
 

E se vi viene voglia di gettare delle mutandine sul palco , mettetele lì
E se vi viene voglia di gettare delle mutandine sul palco , mettetele lì

2. Variazioni su “Alito di cane”

2. Variazioni su “Alito di cane”

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[Note di FZ] Questa composizione (“Cane / Carne”) è stata eseguita la prima volta nel 1977 da un gruppo di 40 elementi (l’Abnuceals Emuukha Electric Symphony Orchestra), al concerto nella Royce Hall dell’Università della California a Los Angeles. Pochi anni dopo me ne è stato richiesto un arrangiamento dal Netherlands Wind Ensemble, una ventina di elementi. È stata ridotta e riorchestrata per la dimensione e la configurazione di quel gruppo. Ali Askin ha riorchestrato questa versione per l’Ensemble a partire dalla versione del 1983. Entrambi i temi usati qui risalgono al 1967 (hanno fatto il loro esordio sull’album “Zio Carne” del 1968). [Note di FZ] Questa composizione (“Cane / Carne”) è stata eseguita la prima volta nel 1977 da un gruppo di 40 elementi (l’Abnuceals Emuukha Electric Symphony Orchestra), al concerto nella Royce Hall dell’Università della California a Los Angeles. Pochi anni dopo me ne è stato richiesto un arrangiamento dal Netherlands Wind Ensemble, una ventina di elementi. È stata ridotta e riorchestrata per la dimensione e la configurazione di quel gruppo. Ali Askin ha riorchestrato questa versione per l’Ensemble a partire dalla versione del 1983. Entrambi i temi usati qui risalgono al 1967 (hanno fatto il loro esordio sull’album “Zio Carne” del 1968).


[Note di Peter Rundel] Questo è un ottimo arrangiamento di questo vecchio brano. Quello che mi piace tanto è che la prima volta che l’ho sentito mi ha ricordato molto Stravinskij, con i suoi modelli irregolari. Eppure la melodia è molto Frank Zappa. (Rundel non sapeva che “Alito di cane” avesse dei versi ). [Note di Peter Rundel] Questo è un ottimo arrangiamento di questo vecchio brano. Quello che mi piace tanto è che la prima volta che l’ho sentito mi ha ricordato molto Stravinskij, con i suoi modelli irregolari. Eppure la melodia è molto Frank Zappa. (Rundel non sapeva che “Alito di cane” avesse dei versi ).
È interessante quello che dici sul fatto che abbia un testo, dei versi. Molto spesso si ha proprio l’impressione di una qualità discorsiva della sua musica, anche se non ci sono dei versi. La sua musica parla moltissimo. È interessante quello che dici sul fatto che abbia un testo, dei versi. Molto spesso si ha proprio l’impressione di una qualità discorsiva della sua musica, anche se non ci sono dei versi. La sua musica parla moltissimo.
 
[Strumentale] [Strumentale]

3. Zio Carne

3. Zio Carne

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4. Oltraggio alla Valdez

4. Oltraggio alla Valdez

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[Note di FZ] Questa era la colonna sonora per un documentario del 1990 della Cousteau Society sul disastro petrolifero della Exxon Valdez in Alaska. Nel documentario ne hanno usato soltanto 50 secondi. Quindi questa è la versione intera. [Note di FZ] Questa era la colonna sonora per un documentario del 1990 della Cousteau Society sul disastro petrolifero della Exxon Valdez in Alaska. Nel documentario ne hanno usato soltanto 50 secondi. Quindi questa è la versione intera.


[Note di Peter Rundel] Abbiamo lavorato parecchio su questo brano. Fondamentalmente è uno di quei brani con una struttura semplicissima, è una canzone, di quelle che potrebbero essere definite ballate. Fondamentalmente è soltanto una melodia con un accompagnamento semplice, ma la melodia è come un’improvvisazione trascritta. C’è, di nuovo, una melodia di tipo libero, discorsiva. Abbiamo dovuto lavorarci parecchio perché è scritta con delle relazioni ritmiche molto, molto complicate. Che non sarebbero state un grosso problema se fosse stato un solista a suonarla, c’erano però molti unisoni raddoppiati - strumenti diversi che suonano le stesse parti. Mi auguro di esserci riusciti. Il brano parla da sé, davvero. L’umore della melodia sembra come - esiste questa parola in inglese? - melanconico. [Note di Peter Rundel] Abbiamo lavorato parecchio su questo brano. Fondamentalmente è uno di quei brani con una struttura semplicissima, è una canzone, di quelle che potrebbero essere definite ballate. Fondamentalmente è soltanto una melodia con un accompagnamento semplice, ma la melodia è come un’improvvisazione trascritta. C’è, di nuovo, una melodia di tipo libero, discorsiva. Abbiamo dovuto lavorarci parecchio perché è scritta con delle relazioni ritmiche molto, molto complicate. Che non sarebbero state un grosso problema se fosse stato un solista a suonarla, c’erano però molti unisoni raddoppiati - strumenti diversi che suonano le stesse parti. Mi auguro di esserci riusciti. Il brano parla da sé, davvero. L’umore della melodia sembra come - esiste questa parola in inglese? - melanconico.
 
[Strumentale] [Strumentale]

5. Times Beach II

5. Times Beach II

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[Note di FZ]Times Beach” è stata commissionata dal Aspen Wind Quintet ed era in cinque movimenti, uno dei quali sembrava impossibile da suonare quando, nel 1985, ne fecero la prima all’Alice Tully Hall. Dopo che loro l’ebbero provata, nessuno l’ha più suonata (interamente). Il titolo si riferisce alla nostra speciale città tossica, sapete, Times Beach, la piccola città contaminata dalla diossina nel primo grande disastro ambientale degli Stati Uniti, che hanno dovuto evacuare completamente a causa di tutta quella diossina. [Note di FZ]Times Beach” è stata commissionata dal Aspen Wind Quintet ed era in cinque movimenti, uno dei quali sembrava impossibile da suonare quando, nel 1985, ne fecero la prima all’Alice Tully Hall. Dopo che loro l’ebbero provata, nessuno l’ha più suonata (interamente). Il titolo si riferisce alla nostra speciale città tossica, sapete, Times Beach, la piccola città contaminata dalla diossina nel primo grande disastro ambientale degli Stati Uniti, che hanno dovuto evacuare completamente a causa di tutta quella diossina.


[Note di Peter Rundel] Inizia come un brano di Varèse. Abbiamo avuto un’esperienza molto interessante con questo brano. La prima volta che l’abbiamo suonato, eravamo a Los Angeles, abbiamo pensato fosse un brano di musica moderna molto, molto astratto. Credo che non capissimo cosa fosse o come dovesse essere eseguito. È entrato nel programma del concerto molto tardi, dopo che molto lavoro era stato fatto. Avevamo già preparato altri brani, ci serviva però qualcosa in più. Gli orchestrali si sono opposti a questo brano, io, invece, sostenevo che avremmo dovuto provarlo ancora. Frank ha detto: “Perché no, facciamolo”, e diventò evidente come suonarlo. Non aveva dinamica, nessun’articolazione, soltanto semplici note. Frank ci cantava i fraseggi. Tutt’a un tratto è diventato molto vivo, e il carattere della musica è emerso. Non era più un genere astratto di musica. [Note di Peter Rundel] Inizia come un brano di Varèse. Abbiamo avuto un’esperienza molto interessante con questo brano. La prima volta che l’abbiamo suonato, eravamo a Los Angeles, abbiamo pensato fosse un brano di musica moderna molto, molto astratto. Credo che non capissimo cosa fosse o come dovesse essere eseguito. È entrato nel programma del concerto molto tardi, dopo che molto lavoro era stato fatto. Avevamo già preparato altri brani, ci serviva però qualcosa in più. Gli orchestrali si sono opposti a questo brano, io, invece, sostenevo che avremmo dovuto provarlo ancora. Frank ha detto: “Perché no, facciamolo”, e diventò evidente come suonarlo. Non aveva dinamica, nessun’articolazione, soltanto semplici note. Frank ci cantava i fraseggi. Tutt’a un tratto è diventato molto vivo, e il carattere della musica è emerso. Non era più un genere astratto di musica.
 
[Strumentale] [Strumentale]

6. III rivista

6. III rivista

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[Note di FZ] Questo è uno dei movimenti per il quartetto d’archi “Niente di tutto ciò” che il Kronos Quartet mi aveva commissionato. In questo caso, durante la revisione è stato trasformato in quintetto d’archi, così il bassista non avrebbe poltrito mentre gli altri musicisti strimpellavano con foga. Tutta “Niente di tutto ciò” è stata riorchestrata per includere il basso. [Note di FZ] Questo è uno dei movimenti per il quartetto d’archi “Niente di tutto ciò” che il Kronos Quartet mi aveva commissionato. In questo caso, durante la revisione è stato trasformato in quintetto d’archi, così il bassista non avrebbe poltrito mentre gli altri musicisti strimpellavano con foga. Tutta “Niente di tutto ciò” è stata riorchestrata per includere il basso.


[Note di Peter Rundel] Mi piace tantissimo. Secondo me, è selvaggio. Di fatto, è uno dei pochi brani nei quali si perde la sensazione del ritmo e del tempo. Cosa che accade molto raramente nella musica di Frank. Credo che “III rivista”, così, sia più radicale. [Note di Peter Rundel] Mi piace tantissimo. Secondo me, è selvaggio. Di fatto, è uno dei pochi brani nei quali si perde la sensazione del ritmo e del tempo. Cosa che accade molto raramente nella musica di Frank. Credo che “III rivista”, così, sia più radicale.
 
[Strumentale] [Strumentale]

7. La ragazza con il vestito di magnesio

7. La ragazza con il vestito di magnesio

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[Note di FZ] Questa era una delle composizioni al Synclavier nell’album di Boulez (“Il Perfetto Sconosciuto”, del 1984). Non sapevo se degli esseri umani sarebbero mai stati capaci di suonarla, ma abbiamo corso il rischio e ne abbiamo generato gli spartiti per provare a suonarla. Per la versione sull’album di Boulez non avevo dovuto generare partiture o spartiti, era uscita direttamente dal Synclavier sul nastro. Tradurla in qualcosa che potesse essere scritto su carta ha richiesto un bel po’ di manipolazioni. (Il titolo riguarda “una ragazza che odia gli uomini e li uccide con il suo vestito speciale”. Per maggiori dettagli vedere le note di copertina sul CD “Il Perfetto Sconosciuto” ). [Note di FZ] Questa era una delle composizioni al Synclavier nell’album di Boulez (“Il Perfetto Sconosciuto”, del 1984). Non sapevo se degli esseri umani sarebbero mai stati capaci di suonarla, ma abbiamo corso il rischio e ne abbiamo generato gli spartiti per provare a suonarla. Per la versione sull’album di Boulez non avevo dovuto generare partiture o spartiti, era uscita direttamente dal Synclavier sul nastro. Tradurla in qualcosa che potesse essere scritto su carta ha richiesto un bel po’ di manipolazioni. (Il titolo riguarda “una ragazza che odia gli uomini e li uccide con il suo vestito speciale”. Per maggiori dettagli vedere le note di copertina sul CD “Il Perfetto Sconosciuto” ).


[Note di Peter Rundel] Questo è uno dei miei brani preferiti. Secondo me, è molto, molto bello e l’ho amato fin dal primo momento. All’inizio, quando abbiamo avuto piccoli screzi con Frank, dopo la prima o la seconda prova lui aveva detto più volte che non ce l’avremmo mai fatta; il brano è impossibile. E gli orchestrali dicevano: “No, il brano ci piace e vogliamo farlo, lavoriamoci su e vediamo fin dove arriviamo”. Sono contento che sia rimasto nel programma. La strumentazione è bouleziana, e quello che mi piace tantissimo è la polifonia selvaggia. Il fraseggio dei versi non è (come) musica contemporanea; viene dal rock o dal jazz. Penso che sia ancora problematico da suonare e da capire. Insieme a Frank abbiamo cambiato molte cose della trascrizione iniziale. [Note di Peter Rundel] Questo è uno dei miei brani preferiti. Secondo me, è molto, molto bello e l’ho amato fin dal primo momento. All’inizio, quando abbiamo avuto piccoli screzi con Frank, dopo la prima o la seconda prova lui aveva detto più volte che non ce l’avremmo mai fatta; il brano è impossibile. E gli orchestrali dicevano: “No, il brano ci piace e vogliamo farlo, lavoriamoci su e vediamo fin dove arriviamo”. Sono contento che sia rimasto nel programma. La strumentazione è bouleziana, e quello che mi piace tantissimo è la polifonia selvaggia. Il fraseggio dei versi non è (come) musica contemporanea; viene dal rock o dal jazz. Penso che sia ancora problematico da suonare e da capire. Insieme a Frank abbiamo cambiato molte cose della trascrizione iniziale.
 
[Strumentale] [Strumentale]

8. Il tango bebop

8. Il tango bebop

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[Note di FZ] Questo brano era suonato spesso dalla band della tournée del 1972-73. Essendo un tema abbastanza conosciuto da una parte del pubblico, ho pensato che non ci fossero motivi per non includerlo, in un arrangiamento classico, in questo concerto. [Note di FZ] Questo brano era suonato spesso dalla band della tournée del 1972-73. Essendo un tema abbastanza conosciuto da una parte del pubblico, ho pensato che non ci fossero motivi per non includerlo, in un arrangiamento classico, in questo concerto.


[Note di Peter Rundel] È uno dei “successi” di Frank. Oltre alla strumentazione, l’elemento nuovo è la sezione in mezzo dove i musicisti sembrano suonatori di jazz che rendono discorsivo quel jazz. Frank ci ha detto che dovevamo immaginare di trovarci improvvisamente seduti in un ristorante e di dovere suonare un pianoforte da ristorante (in una banale sala da cocktail), mentre la gente parla e ride. È divertentissimo. [Note di Peter Rundel] È uno dei “successi” di Frank. Oltre alla strumentazione, l’elemento nuovo è la sezione in mezzo dove i musicisti sembrano suonatori di jazz che rendono discorsivo quel jazz. Frank ci ha detto che dovevamo immaginare di trovarci improvvisamente seduti in un ristorante e di dovere suonare un pianoforte da ristorante (in una banale sala da cocktail), mentre la gente parla e ride. È divertentissimo.
 
[Strumentale] [Strumentale]

9. Ruth sta dormendo

9. Ruth sta dormendo

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[Note di FZ] È stata la prima composizione che ho provato al Synclavier. Quando ho comprato quell’apparecchio, sapevo solo che poteva fare un sacco di cose ma non sapevo come farlo funzionare. Così ho assunto il ragazzo che me l’ha venduto, Steve DiFuria. Nei primi mesi il suo lavoro è stato quello di stare seduto davanti al monitor mentre io gli dicevo quali note digitare. Eravamo noi due da soli, stipati lì a guardare quello che a quei tempi era un piccolo schermo verde. Deve essere stata per lui un’esperienza molto snervante, finché un giorno, nella disperazione più totale, mi ha detto: “Senti, siediti al mio posto, ti faccio vedere com’è facile”. Mi ha insegnato un po’ di tasti da premere e dopo di che, per arrivare all’apparecchio, lui avrebbe dovuto fare a braccio di ferro con me. Dopo avere capito e imparato come inserire la musica nell’apparecchio, sono diventato una furia e ho iniziato a fare di tutto. [Note di FZ] È stata la prima composizione che ho provato al Synclavier. Quando ho comprato quell’apparecchio, sapevo solo che poteva fare un sacco di cose ma non sapevo come farlo funzionare. Così ho assunto il ragazzo che me l’ha venduto, Steve DiFuria. Nei primi mesi il suo lavoro è stato quello di stare seduto davanti al monitor mentre io gli dicevo quali note digitare. Eravamo noi due da soli, stipati lì a guardare quello che a quei tempi era un piccolo schermo verde. Deve essere stata per lui un’esperienza molto snervante, finché un giorno, nella disperazione più totale, mi ha detto: “Senti, siediti al mio posto, ti faccio vedere com’è facile”. Mi ha insegnato un po’ di tasti da premere e dopo di che, per arrivare all’apparecchio, lui avrebbe dovuto fare a braccio di ferro con me. Dopo avere capito e imparato come inserire la musica nell’apparecchio, sono diventato una furia e ho iniziato a fare di tutto.
Ma il materiale originale di questo brano è stato inserito in quel modo. Risale all’incirca all’82-83. È rimasto a poltrire per qualche anno, fino a quando non è uscito sul mercato il pianoforte digitale della Roland. Era una scatolina MIDI che si poteva collegare al Synclavier, e i suoni che venivano fuori sembravano davvero un pianoforte, cosa che il primo Synclavier non poteva fare. Quando l’ho sentita, ho lavorato ancora un po’ su questo brano e ne ho stampato gli spartiti. C’è una versione per pianoforte solo, che è molto, molto, molto difficile, e c’è questa versione per due pianoforti che è meno difficile ma resta ostica. Ali ha preso la versione per pianoforte solo e, essendo un pianista, a partire da lì ha elaborato la diteggiatura e la suddivisione fra due pianisti. Loro (i pianisti Hermann Kretzschmar e Ueli Wiget) ci hanno davvero lottato. Non sono sicuro che questa sia l’esecuzione migliore, ma non è male, tenendo conto che l’hanno imparata in due settimane circa. Il titolo deriva dal fatto che, durante le prove della band del ’72-73, mentre davo istruzioni agli altri membri del gruppo, a volte Ruth Underwood si rannicchiava sotto la marimba e si addormentava. Ma il materiale originale di questo brano è stato inserito in quel modo. Risale all’incirca all’82-83. È rimasto a poltrire per qualche anno, fino a quando non è uscito sul mercato il pianoforte digitale della Roland. Era una scatolina MIDI che si poteva collegare al Synclavier, e i suoni che venivano fuori sembravano davvero un pianoforte, cosa che il primo Synclavier non poteva fare. Quando l’ho sentita, ho lavorato ancora un po’ su questo brano e ne ho stampato gli spartiti. C’è una versione per pianoforte solo, che è molto, molto, molto difficile, e c’è questa versione per due pianoforti che è meno difficile ma resta ostica. Ali ha preso la versione per pianoforte solo e, essendo un pianista, a partire da lì ha elaborato la diteggiatura e la suddivisione fra due pianisti. Loro (i pianisti Hermann Kretzschmar e Ueli Wiget) ci hanno davvero lottato. Non sono sicuro che questa sia l’esecuzione migliore, ma non è male, tenendo conto che l’hanno imparata in due settimane circa. Il titolo deriva dal fatto che, durante le prove della band del ’72-73, mentre davo istruzioni agli altri membri del gruppo, a volte Ruth Underwood si rannicchiava sotto la marimba e si addormentava.


[Note di Peter Rundel] Questa composizione è un’altra delle mie preferite. Ha trame simili a “La ragazza con il vestito di magnesio”. Secondo me, sono sorelle. Ha una polifonia molto complessa. Penso che brani di questo tipo o sono semplicissimi, cioè con un ritmo, un’armonia e una bella melodia, oppure hanno un ritmo che si dissolve. Ritmicamente interessanti, certo, ma senza un tempo costante, con una selvaggia, folle polifonia. “Ruth sta dormendo” è del tipo complesso. [Note di Peter Rundel] Questa composizione è un’altra delle mie preferite. Ha trame simili a “La ragazza con il vestito di magnesio”. Secondo me, sono sorelle. Ha una polifonia molto complessa. Penso che brani di questo tipo o sono semplicissimi, cioè con un ritmo, un’armonia e una bella melodia, oppure hanno un ritmo che si dissolve. Ritmicamente interessanti, certo, ma senza un tempo costante, con una selvaggia, folle polifonia. “Ruth sta dormendo” è del tipo complesso.
 
[Strumentale] [Strumentale]

10. Niente di tutto ciò

10. Niente di tutto ciò

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[Note di FZ] Ha questo titolo perché pensavo non ricadesse nella normale sfera descrittiva di quella che si suppone essere musica per quartetto o quintetto d’archi (si veda “III rivista” ). [Note di FZ] Ha questo titolo perché pensavo non ricadesse nella normale sfera descrittiva di quella che si suppone essere musica per quartetto o quintetto d’archi (si veda “III rivista” ).


[Note di Peter Rundel] C’è di nuovo voluto molto lavoro per modellare questo brano. Quando suonavamo le note, ovviamente da musicisti classici, molto spesso Frank diceva che ci limitavamo a suonare le note senza osare farci niente di diverso. Con un’espressione ormai famosa Frank ci disse: “Adesso modellatelo”. Cosa del tutto insolita da sentire per noi. Ci abbiamo provato con impegno e la versione che ne è venuta fuori era molto piacevole. Ha un’articolazione e delle tecniche decisamente insolite. Ad esempio, è suonata molto sul ponticello. [Note di Peter Rundel] C’è di nuovo voluto molto lavoro per modellare questo brano. Quando suonavamo le note, ovviamente da musicisti classici, molto spesso Frank diceva che ci limitavamo a suonare le note senza osare farci niente di diverso. Con un’espressione ormai famosa Frank ci disse: “Adesso modellatelo”. Cosa del tutto insolita da sentire per noi. Ci abbiamo provato con impegno e la versione che ne è venuta fuori era molto piacevole. Ha un’articolazione e delle tecniche decisamente insolite. Ad esempio, è suonata molto sul ponticello.

A volte era difficile per noi capire il lessico personale di Frank, come “metterci sopracciglio”. Credo che con questo intendesse una specie di interpretazione ironica della musica. Con “modellatelo” intendeva soprattutto dire che dovevamo aggiungerci le nostre esperienze personali di musica contemporanea. Dare alla musica un carattere veramente speciale.
A volte era difficile per noi capire il lessico personale di Frank, come “metterci sopracciglio”. Credo che con questo intendesse una specie di interpretazione ironica della musica. Con “modellatelo” intendeva soprattutto dire che dovevamo aggiungerci le nostre esperienze personali di musica contemporanea. Dare alla musica un carattere veramente speciale.
 
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11. Pomeriggio al Pentagono

11. Pomeriggio al Pentagono

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[Note di FZ] (ridacchiando) Questo è un poema sinfonico. Basta immaginarseli, quei tizi, quei commercianti di morte, riuniti un pomeriggio intorno a un tavolo al Pentagono mentre decidono cosa far saltare in aria da lì a poco, chi soggiogare e quali strumenti usare. Termina con il suono di quelle pistolette laser di plastica da quattro soldi. E, sul palco, il resto del complesso musicale punta le pistole laser e uccide il quintetto d’archi. E loro cadono tutti a lato dalle loro sedie. [Note di FZ] (ridacchiando) Questo è un poema sinfonico. Basta immaginarseli, quei tizi, quei commercianti di morte, riuniti un pomeriggio intorno a un tavolo al Pentagono mentre decidono cosa far saltare in aria da lì a poco, chi soggiogare e quali strumenti usare. Termina con il suono di quelle pistolette laser di plastica da quattro soldi. E, sul palco, il resto del complesso musicale punta le pistole laser e uccide il quintetto d’archi. E loro cadono tutti a lato dalle loro sedie.


[Note di Peter Rundel] Questo era parte di un brano più lungo, e ci avevamo lavorato un sacco. Poi, alla fine, ne fu eliminata la maggior parte, tranne qualche effetto musicale teatrale come l’episodio della pistolettata. [Note di Peter Rundel] Questo era parte di un brano più lungo, e ci avevamo lavorato un sacco. Poi, alla fine, ne fu eliminata la maggior parte, tranne qualche effetto musicale teatrale come l’episodio della pistolettata.
 
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12. Questi cazzo di piccioni

12. Questi cazzo di piccioni

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[Note di FZ] Significa “Questi cazzo di piccioni”.
[Note di FZ] Significa “Questi cazzo di piccioni”.
Se siete mai stati a Venezia, beh, invece degli alberi ci sono piccioni e sottoprodotti di piccioni. Il che è probabilmente una delle cause per cui la città sta sprofondando. Il titolo è stata una scelta a posteriori. Ci sono tutti quei rumori di battiti in questo brano, che erano un espediente dei suonatori d’archi. Mentre cercavano di impararlo, per loro era molto difficile tenere il tempo e mantenerlo regolarmente (visto che provavano senza un direttore d’orchestra). Così uno di loro ha detto: “Beh, perché, quando smettiamo di suonare, non battiamo il tempo sui nostri strumenti?”. Quando me l’hanno suonato con i battiti, gli ho detto di lasciarli. Così potete immaginarvi che quelli siano dei piccioni. Se siete mai stati a Venezia, beh, invece degli alberi ci sono piccioni e sottoprodotti di piccioni. Il che è probabilmente una delle cause per cui la città sta sprofondando. Il titolo è stata una scelta a posteriori. Ci sono tutti quei rumori di battiti in questo brano, che erano un espediente dei suonatori d’archi. Mentre cercavano di impararlo, per loro era molto difficile tenere il tempo e mantenerlo regolarmente (visto che provavano senza un direttore d’orchestra). Così uno di loro ha detto: “Beh, perché, quando smettiamo di suonare, non battiamo il tempo sui nostri strumenti?”. Quando me l’hanno suonato con i battiti, gli ho detto di lasciarli. Così potete immaginarvi che quelli siano dei piccioni.


[Note di Peter Rundel] (Il direttore d’orchestra non aveva familiarità con questo brano, essendo stato eseguito senza direttore). [Note di Peter Rundel] (Il direttore d’orchestra non aveva familiarità con questo brano, essendo stato eseguito senza direttore).
 
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13. Times Beach III

13. Times Beach III

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[Note di FZ]Times Beach” è stata commissionata dal Aspen Wind Quintet ed era in cinque movimenti, uno dei quali sembrava impossibile da suonare quando, nel 1985, ne fecero la prima all’Alice Tully Hall. Dopo che loro l’ebbero provata, nessuno l’ha più suonata (interamente). Il titolo si riferisce alla nostra speciale città tossica, sapete, Times Beach, la piccola città contaminata dalla diossina nel primo grande disastro ambientale degli Stati Uniti, che hanno dovuto evacuare completamente a causa di tutta quella diossina. [Note di FZ]Times Beach” è stata commissionata dal Aspen Wind Quintet ed era in cinque movimenti, uno dei quali sembrava impossibile da suonare quando, nel 1985, ne fecero la prima all’Alice Tully Hall. Dopo che loro l’ebbero provata, nessuno l’ha più suonata (interamente). Il titolo si riferisce alla nostra speciale città tossica, sapete, Times Beach, la piccola città contaminata dalla diossina nel primo grande disastro ambientale degli Stati Uniti, che hanno dovuto evacuare completamente a causa di tutta quella diossina.


[Note di Peter Rundel] Penso che il carattere generale di questo brano sia un nuovo aspetto della musica di Frank. In un certo senso, per come me lo ricordo, era piuttosto triste, cosa che non si sente molto spesso nella sua musica. [Note di Peter Rundel] Penso che il carattere generale di questo brano sia un nuovo aspetto della musica di Frank. In un certo senso, per come me lo ricordo, era piuttosto triste, cosa che non si sente molto spesso nella sua musica.
 
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14. Raccolta di cibo nell’America post-industriale, 1992

14. Raccolta di cibo nell’America post-industriale, 1992

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[Note di FZ] Credo sia stato il debutto di Hilary (la violista Hilary Sturt) come attrice. Doverlo fare la rendeva nervosissima. Il testo non è molto lungo, ma lei aveva paura di dimenticarselo. Così si è preparata un oggetto simile a un rullino che lei, quando usciva per fare questa parte, srotolava, in modo da sembrare una recitatrice di poesie o qualcosa del genere. Secondo me, la sua voce è perfetta per questo brano. Nel punto in cui lei arriva alle parole “liquami arricchiti al trizio” c’è un gorgoglio orribile. È Catherine (Catherine Milliken), la cornista australiana, che infila un didgeridoo in una sputacchiera piena d’acqua con della vermiculite che galleggia in superficie. La vermiculite è una specie di “corroborante di humus”. Non corrobora molto il tono musicale, ma faceva la sua figura per le telecamere che zoomavano su quelle cosette marroni schiumose che galleggiavano nell’acqua e su quella ragazza che coscienziosamente emetteva starnazzi nella sputacchiera con questo enorme coso di legno che le spuntava dalla bocca. [Note di FZ] Credo sia stato il debutto di Hilary (la violista Hilary Sturt) come attrice. Doverlo fare la rendeva nervosissima. Il testo non è molto lungo, ma lei aveva paura di dimenticarselo. Così si è preparata un oggetto simile a un rullino che lei, quando usciva per fare questa parte, srotolava, in modo da sembrare una recitatrice di poesie o qualcosa del genere. Secondo me, la sua voce è perfetta per questo brano. Nel punto in cui lei arriva alle parole “liquami arricchiti al trizio” c’è un gorgoglio orribile. È Catherine (Catherine Milliken), la cornista australiana, che infila un didgeridoo in una sputacchiera piena d’acqua con della vermiculite che galleggia in superficie. La vermiculite è una specie di “corroborante di humus”. Non corrobora molto il tono musicale, ma faceva la sua figura per le telecamere che zoomavano su quelle cosette marroni schiumose che galleggiavano nell’acqua e su quella ragazza che coscienziosamente emetteva starnazzi nella sputacchiera con questo enorme coso di legno che le spuntava dalla bocca.

 Didgeridoo in una sputacchiera piena d’acqua e vermiculite

L’altro episodio notevole è quando lei parla delle “bande di bambini selvatici”, l’intera sezione di fiati si alza dalle sedie, facendo dei brutti grugniti, e avanza gattoni verso il fronte del palco contorcendosi e toccandosi. Diventano una massa contorta ai piedi di Hilary mentre lei recita quella parte. L’altro episodio notevole è quando lei parla delle “bande di bambini selvatici”, l’intera sezione di fiati si alza dalle sedie, facendo dei brutti grugniti, e avanza gattoni verso il fronte del palco contorcendosi e toccandosi. Diventano una massa contorta ai piedi di Hilary mentre lei recita quella parte.


[Note di Peter Rundel] L’abbiamo eseguita una sola volta con Frank sul palco. Il pomeriggio del giorno del concerto ci stavamo ancora lavorando sopra! È stato un vero peccato che Frank sia dovuto partire perché sono convinto che questo brano si sarebbe evoluto. Penso che abbia comunque degli aspetti interessanti. Questa esecuzione è diretta da Frank. La annunciò come “una cagata”. Disse proprio così. Ovviamente, in un certo senso, non è affatto una cagata. [Note di Peter Rundel] L’abbiamo eseguita una sola volta con Frank sul palco. Il pomeriggio del giorno del concerto ci stavamo ancora lavorando sopra! È stato un vero peccato che Frank sia dovuto partire perché sono convinto che questo brano si sarebbe evoluto. Penso che abbia comunque degli aspetti interessanti. Questa esecuzione è diretta da Frank. La annunciò come “una cagata”. Disse proprio così. Ovviamente, in un certo senso, non è affatto una cagata.

 Hilary Sturt e FZ

“Raccolta di cibo nell’America post-industriale, 1992” “Raccolta di cibo nell’America post-industriale, 1992”
 
Dopo che l’ultima fabbrica decrepita Dopo che l’ultima fabbrica decrepita
Ha finito di scaricare nella rete idrica i suoi rifiuti tossici Ha finito di scaricare nella rete idrica i suoi rifiuti tossici
E ha spedito il suo ultimo oggetto di consumo prodotto malamente E ha spedito il suo ultimo oggetto di consumo prodotto malamente
E progettato incompetentemente E progettato incompetentemente
 
Noi contempliamo sbigottiti Noi contempliamo sbigottiti
Gli abitanti della nuova-perfetta America Gli abitanti della nuova-perfetta America
Che cenano… a base di… topi! Che cenano… a base di… topi!
 
Di barboncini Di barboncini
Di pallini di polistirolo per imballaggio Di pallini di polistirolo per imballaggio
Galleggianti in una broda di liquami arricchiti al trizio Galleggianti in una broda di liquami arricchiti al trizio
 
[Strumentale] [Strumentale]
 
Arrostendo le parti meno infette di corpi di bambini selvatici abbandonati Arrostendo le parti meno infette di corpi di bambini selvatici abbandonati
(In aumento, dopo il divieto totale di aborto introdotto qualche anno prima) (In aumento, dopo il divieto totale di aborto introdotto qualche anno prima)

15. Benvenuto negli Stati Uniti

15. Benvenuto negli Stati Uniti

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[Note di FZ] Beh, quando ho visto quel formulario della dogana degli Stati Uniti che deve essere compilato da chiunque entri nel Paese, mi sembrava impossibile che qualcuno ponesse tali domande e si aspettasse delle risposte oneste. Sembrava proprio un classico caso di stupidità governativa: in primo luogo, che esistesse, e in secondo luogo, che la gente fosse obbligata a compilarlo. Da qualche parte ci sarà un intero apparato governativo che deve occuparsi di quei formulari compilati, è proprio stupido. Essendo molti membri del gruppo tedeschi, so che, quando sono arrivati negli Stati Uniti, hanno dovuto compilare quel formulario e l’avranno trovato particolarmente offensivo. [Note di FZ] Beh, quando ho visto quel formulario della dogana degli Stati Uniti che deve essere compilato da chiunque entri nel Paese, mi sembrava impossibile che qualcuno ponesse tali domande e si aspettasse delle risposte oneste. Sembrava proprio un classico caso di stupidità governativa: in primo luogo, che esistesse, e in secondo luogo, che la gente fosse obbligata a compilarlo. Da qualche parte ci sarà un intero apparato governativo che deve occuparsi di quei formulari compilati, è proprio stupido. Essendo molti membri del gruppo tedeschi, so che, quando sono arrivati negli Stati Uniti, hanno dovuto compilare quel formulario e l’avranno trovato particolarmente offensivo.

 Modulo di esenzione dal visto per non immigranti negli Stati Uniti

Inoltre, c’è una marcia che si chiama Marcia del Paradiso del Giullare / Marcia di Valhalla, una musica tradizionale suonata durante il Carnevale, una festività annuale in Germania. La parte che fa “da-dà, da-dà, da-dà” si chiama “Tusch”. La funzione del Tusch è di avvertire gli ebbri spettatori tedeschi del fatto che in quel momento devono ridere, qualunque cosa abbia appena detto il presentatore. È questo il motivo per cui il percussionista Rainer Römer dice in sottofondo: “Ridete adesso!” Ciò è parte integrante del misterioso folclore dell’intrattenimento carnascialesco. Inoltre, la parlata usata da Rainer è la tipica parlata dei presentatori durante il Carnevale.
Inoltre, c’è una marcia che si chiama Marcia del Paradiso del Giullare / Marcia di Valhalla, una musica tradizionale suonata durante il Carnevale, una festività annuale in Germania. La parte che fa “da-dà, da-dà, da-dà” si chiama “Tusch”. La funzione del Tusch è di avvertire gli ebbri spettatori tedeschi del fatto che in quel momento devono ridere, qualunque cosa abbia appena detto il presentatore. È questo il motivo per cui il percussionista Rainer Römer dice in sottofondo: “Ridete adesso!” Ciò è parte integrante del misterioso folclore dell’intrattenimento carnascialesco. Inoltre, la parlata usata da Rainer è la tipica parlata dei presentatori durante il Carnevale.


[Note di Peter Rundel] Questa era un pezzo improvvisato che abbiamo fatto anche dopo che Frank è dovuto partire. L’avevamo provato molto bene, il gruppo era così a proprio agio con questo materiale da poter fare ogni cosa. Hermann (Kretzschmar) ha fatto un ottimo lavoro nella recitazione di questo pezzo. [Note di Peter Rundel] Questa era un pezzo improvvisato che abbiamo fatto anche dopo che Frank è dovuto partire. L’avevamo provato molto bene, il gruppo era così a proprio agio con questo materiale da poter fare ogni cosa. Hermann (Kretzschmar) ha fatto un ottimo lavoro nella recitazione di questo pezzo.
 
Eccolo, signore e signori, Peter Rundel, che sembra disgustato. Pazienza. Eccolo, signore e signori, Peter Rundel, che sembra disgustato. Pazienza.
RIDERÒ, RIDERÀ! RIDERÒ, RIDERÀ!
OGGI INIZIA IL MARTEDÌ GRASSO DI CARNEVALE OGGI INIZIA IL MARTEDÌ GRASSO DI CARNEVALE
AH AH AH! AH AH AH!
 

RIDETE ADESSO!
RIDETE ADESSO!
AH AH AH! AH AH AH!
 
Silenzio! Silenzio!
Dal suo banco di lavoro, il nostro Hermann Kretzschmar è venuto stasera qui per noi. Lo faremo entrare? Dal suo banco di lavoro, il nostro Hermann Kretzschmar è venuto stasera qui per noi. Lo faremo entrare?
 
Ridete adesso! Ridete adesso!
Ah ah ah! Ah ah ah!

 Hermann Kretzschmar e FZ

Benvenuto negli Stati Uniti Benvenuto negli Stati Uniti
 
Questo modulo deve essere compilato da tutti i visitatori non immigranti, non in possesso di visto turistico Questo modulo deve essere compilato da tutti i visitatori non immigranti, non in possesso di visto turistico
 
Stampa o scrivi in modo leggibile a penna, tutto in maiuscolo Stampa o scrivi in modo leggibile a penna, tutto in maiuscolo
 
USA… L’INGLESE! USA… L’INGLESE!
 
Articolo 7: se stai entrando negli Stati Uniti via terra, scrivi “terra” in questo spazio (Terra!) Articolo 7: se stai entrando negli Stati Uniti via terra, scrivi “terra” in questo spazio (Terra!)
Se stai entrando negli Stati Uniti per nave, scrivi… ah-ah, “mare” in questo spazio Se stai entrando negli Stati Uniti per nave, scrivi… ah-ah, “mare” in questo spazio
 
Qualcosa di quanto segue si applica a te? Rispondi “sì” o “no”! (No! No! Sì! No! Sì! No!) Qualcosa di quanto segue si applica a te? Rispondi “sì” o “no”! (No! No! Sì! No! Sì! No!)
 
A. Soffri di qualche malattia contagiosa (Tossite adesso!), qualche disturbo fisico o mentale, o sei un consumatore di droga o un tossicodipendente? A. Soffri di qualche malattia contagiosa (Tossite adesso!), qualche disturbo fisico o mentale, o sei un consumatore di droga o un tossicodipendente?
Dimmi, Bill: “Sì” o “No”. (No) Più forte. (No!) Dimmi, Bill: “Sì” o “No”. (No) Più forte. (No!)
 
B. Sei mai stato arrestato o condannato per reati o crimini di depravazione morale o per trasgressioni relative a sostanze stupefacenti, o sei mai stato arrestato o condannato per due o più reati per i quali la pena complessiva era di cinque anni o più di reclusione? B. Sei mai stato arrestato o condannato per reati o crimini di depravazione morale o per trasgressioni relative a sostanze stupefacenti, o sei mai stato arrestato o condannato per due o più reati per i quali la pena complessiva era di cinque anni o più di reclusione?
Rispondi “Sì” o “No”. (Sì! Sissignore! Sì! No! No! No!) Rispondi “Sì” o “No”. (Sì! Sissignore! Sì! No! No! No!)
 
Oppure sei stato un trafficante di sostanze stupefacenti, o stai cercando di entrare negli Stati Uniti per intraprendere attività criminali o immorali? Oppure sei stato un trafficante di sostanze stupefacenti, o stai cercando di entrare negli Stati Uniti per intraprendere attività criminali o immorali?
Rispondi “Sì” o “No”. (Sì o No) Rispondi “Sì” o “No”. (Sì o No)
Grazie! Grazie!
 
C. Sei mai stato o sei attualmente coinvolto in… spionaggio… o… sabotaggio o attività terroristiche o genocidio, oppure tra il 1933 e il 1945 sei stato coinvolto, in qualsiasi modo, nelle persecuzioni perpetrate dalla Germania nazista o dai suoi alleati? C. Sei mai stato o sei attualmente coinvolto in… spionaggio… o… sabotaggio o attività terroristiche o genocidio, oppure tra il 1933 e il 1945 sei stato coinvolto, in qualsiasi modo, nelle persecuzioni perpetrate dalla Germania nazista o dai suoi alleati?
Rispondi “Sì” o “No”. (Sì) Rispondi “Sì” o “No”. (Sì)
 
GRAZIE MILLE! E BENVENUTO NEGLI STATI UNITI! GRAZIE MILLE! E BENVENUTO NEGLI STATI UNITI!
 
Grazie mille! Eccoli! Frank Zappa e Hermann Kretzschmar! Grazie mille! Eccoli! Frank Zappa e Hermann Kretzschmar!
 
Di nuovo sul palco, Peter Rundel! Di nuovo sul palco, Peter Rundel!

16. Una sterlina per mostrare le chiappe

16. Una sterlina per mostrare le chiappe

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[Note di FZ] Il brano risale al 1957 o al ’58. In origine era un quartetto d’archi che ho scritto nel periodo in cui mi sono diplomato (al liceo). È uno dei brani più vecchi ed è stato interpretato, in una versione o nell’altra, da quasi tutte le band in tournée. “Esercizio nº 4”, che lo segue come in un medley, è un altro brano tratto dall’album “Zio Carne”. In realtà il tema risale all’incirca al 1962. Il titolo, “Una sterlina per mostrare le chiappe”, deriva da una scommessa. Durante il nostro primo viaggio in Europa, quando siamo arrivati in Inghilterra, uno dei ragazzi della band ha scommesso una sterlina con un altro ragazzo della band che lui avrebbe mostrato le chiappe dal pullman che ci portava a Londra. [Note di FZ] Il brano risale al 1957 o al ’58. In origine era un quartetto d’archi che ho scritto nel periodo in cui mi sono diplomato (al liceo). È uno dei brani più vecchi ed è stato interpretato, in una versione o nell’altra, da quasi tutte le band in tournée. “Esercizio nº 4”, che lo segue come in un medley, è un altro brano tratto dall’album “Zio Carne”. In realtà il tema risale all’incirca al 1962. Il titolo, “Una sterlina per mostrare le chiappe”, deriva da una scommessa. Durante il nostro primo viaggio in Europa, quando siamo arrivati in Inghilterra, uno dei ragazzi della band ha scommesso una sterlina con un altro ragazzo della band che lui avrebbe mostrato le chiappe dal pullman che ci portava a Londra.


[Note di Peter Rundel] Sembra un po’ musica comedy, come Kurt Weill o qualcosa di quel genere, ma è molto interessante in termini di complessità. Include melodie semplici ma l’interpretazione è raffinata. Non c’è alcuna regolarità, davvero. [Note di Peter Rundel] Sembra un po’ musica comedy, come Kurt Weill o qualcosa di quel genere, ma è molto interessante in termini di complessità. Include melodie semplici ma l’interpretazione è raffinata. Non c’è alcuna regolarità, davvero.
 
[Strumentale] [Strumentale]

17. Esercizio nº 4

17. Esercizio nº 4

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[Strumentale] [Strumentale]

18. Prendi gli sporchi bianchi

18. Prendi gli sporchi bianchi

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[Note di FZ] Il titolo nasce dal fatto che nella prima versione, il prototipo ‘Sporchi bianchi’ provato nel ’91 quando il gruppo è venuto a Los Angeles, si usavano soltanto i tasti bianchi del pianoforte. [Note di FZ] Il titolo nasce dal fatto che nella prima versione, il prototipo ‘Sporchi bianchi’ provato nel ’91 quando il gruppo è venuto a Los Angeles, si usavano soltanto i tasti bianchi del pianoforte.
Questa versione, però, è più cromatica. Pensavo di cambiarne il titolo, ma alla maggioranza del gruppo piaceva “Prendi gli sporchi bianchi”. Questa versione, però, è più cromatica. Pensavo di cambiarne il titolo, ma alla maggioranza del gruppo piaceva “Prendi gli sporchi bianchi”.


[Note di Peter Rundel] È uno dei cosiddetti brani semplici, però la trama della melodia è molto, molto complicata. Secondo me, è bellissimo, non solo per come la melodia è costruita e si intreccia attraverso il brano, ma anche in termini di armonia. [Note di Peter Rundel] È uno dei cosiddetti brani semplici, però la trama della melodia è molto, molto complicata. Secondo me, è bellissimo, non solo per come la melodia è costruita e si intreccia attraverso il brano, ma anche in termini di armonia.
 
[Strumentale] [Strumentale]

19. Tornado del Punto G

19. Tornado del Punto G

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[Note di FZ] Un giorno sono arrivato durante le prove del ’91 e c’erano un po’ di orchestrali che stavano cercando di suonare questo brano. Gli piaceva molto, per qualche ragione, e hanno chiesto se potevano averne un arrangiamento per il concerto. Era un’altra delle composizioni al Synclavier (inclusa nell’album “Jazz dall’Inferno” del 1986). Ne ho stampato i dati, l’ho consegnato ad Ali che l’ha orchestrato. Il resto è storia. [Note di FZ] Un giorno sono arrivato durante le prove del ’91 e c’erano un po’ di orchestrali che stavano cercando di suonare questo brano. Gli piaceva molto, per qualche ragione, e hanno chiesto se potevano averne un arrangiamento per il concerto. Era un’altra delle composizioni al Synclavier (inclusa nell’album “Jazz dall’Inferno” del 1986). Ne ho stampato i dati, l’ho consegnato ad Ali che l’ha orchestrato. Il resto è storia.


[Note di Peter Rundel] Non devo dire niente. Mi piace tanto. È un brano davvero straordinario. [Note di Peter Rundel] Non devo dire niente. Mi piace tanto. È un brano davvero straordinario.
 
[Strumentale] [Strumentale]



Poster della tournée

Testi inglesi dal sito Information Is Not Knowledge.