(Copertina) Foto, probabilmente, di Yoram Kahana (Retro)

Album Progetto/Oggetto

Materiale attinente:

The crux of the biscuit

Il nocciolo del biscotto / della questione

 

  1 Cosmik debris   1 Detriti cosmici
  2 Uncle Remus [Mix outtake]   2 Zio Remo
  3 Down in de dew [Alternate mix]   3 Per terra, nella rugiada
  4 Apostrophe’ [Mix outtake]   4 Apostrofo’
  5 The story of “Don’t eat the yellow snow / St. Alphonzo’s pancake breakfast”   5 La storia di “Non mangiare la neve gialla / Colazione con frittelle da Sant’Alfonso”
  6 Don’t eat the yellow snow {+ Nanook rubs it} + St. Alphonzo’s pancake breakfast {+ Rollo + Father O’Blivion + Mar-juh-rene + Steno pool}   6 Non mangiare la neve gialla + Colazione con frittelle da Sant’Alfonso
  7 Excentrifugal forz [Mix outtake]   7 Forza eccentrifuga
  8 Energy frontier {Down in de dew} [Take 4]   8 Frontiera di energia
  9 Energy frontier {Down in de dew} [Take 6 with overdubs]   9 Frontiera di energia
10 Energy frontier (Bridge) {Apostrophe’} 10 Frontiera di energia (Ponte)
11 Cosmik debris [Basic tracks - Take 3] 11 Detriti cosmici
12 Don’t eat the yellow snow [Basic tracks - Alternate take] 12 Non mangiare la neve gialla
13 Nanook rubs it [Basic tracks - Outtake] 13 Nanook la spalma
14 Nanook rubs it [Session outtake] 14 Nanook la spalma
15 Frank’s last words… 15 Ultime parole di Frank…

 

Tutte le composizioni sono di Frank Zappa.


Album notes by Simon Prentis Note di copertina di Simon Prentis
OMISSION IMPOSSIBLE - Why we can’t look away OMISSIONE IMPOSSIBILE - Perché non riusciamo a distogliere lo sguardo

Conceptual continuity” can be a vexed issue for Zappa fans. It’s a phrase we’re all familiar with in the context of the work, but when it comes down to it, what does it actually mean? Is it about the recurrence of certain symbolic motifs - poodles, “Louie Louie” and blow jobs - hidden references and secret words, or something else entirely? In 1971, the “MOI Customized Press Kit” announced that “there is, and always has been, a conscious control of thematic and structural elements flowing through each album, live performance, and interview”.
La “continuità concettuale” può rappresentare una questione spinosa per i fan di Zappa. È un’espressione che tutti conosciamo nell’ambito della sua opera, ma quando si arriva al dunque, che cosa significa per davvero? Si tratta della ricorrenza di determinati temi simbolici - barboncini, “Louie Louie” e pompini - riferimenti occulti e parole segrete, o qualcosa di completamente diverso? Nel 1971, la “Cartella Stampa Personalizzata delle Mothers of Invention annunciava che “c’è, e c’è sempre stato, un controllo cosciente sugli elementi tematici e strutturali che fluiscono attraverso tutti gli album, tutte le esibizioni dal vivo e tutte le interviste”.
But still, like the hapless Mike Nesmith posing as Frank Zappa in that notorious episode of the Monkees, our attempts to locate the soul of the music (“Is it on the one and the seven or the one and the five?”) can leave us badly wrong-footed: not only is it sometimes to be found on the three and the five, it can also turn out that we’re asking the wrong question altogether. For the continuity connecting the AAAFNRAA concept is less about symbols than symbiosis - the interaction between organic pieces of the puzzle is always going to be more interesting than any particular pooch, paean or perquisite. Eppure, come il povero Mike Nesmith che si fingeva Frank Zappa in quel famigerato episodio dei Monkees, i nostri tentativi di localizzare l’anima della musica (“È sul primo e sul settimo o sul primo e sul quinto?”) possono lasciarci spiazzati in malo modo: non solo a volte sta sul terzo e sul quinto, ma può anche essere che stiamo ponendo una domanda completamente sbagliata. Perché nella continuità che collega il concetto di AAAFNRAA (Qualsiasi Cosa, in Qualsiasi Momento, Ovunque, senza Alcun Motivo) i simboli contano meno della simbiosi - l’interazione tra i pezzi organici del puzzle sarà sempre più interessante di qualsiasi particolare cagnolino, inno o gratificazione.

So what the hell has an apostrophe (’) got to do with it, then?
E allora che diavolo c’entra un apostrofo (’)?

In the song “Stink-foot”, Fido the dog famously responds to his human interlocutor by explaining that this pesky little punctuational peccadillo is the very crux of the conceptual continuity’s biscuit . How so, indeed? The only time Frank seems to have been asked directly about the entanglement in question, he agrees that what he had in mind was the function that “denotes ownership”; but we should probably not allow ourselves to take that too seriously.
Nella canzone “Piedi puzzolenti”, come noto, il cane Fido risponde al suo interlocutore umano spiegando che questo molesto peccatuccio di punteggiatura è il nocciolo del biscotto / della questione della continuità concettuale. In che modo, però? L’unica, apparentemente, volta che Frank fu interpellato esplicitamente sul rompicapo in questione, affermò che quello che aveva in mente era la funzione che “denota possesso”; forse, però, non dovremmo concederci di prendere ciò troppo sul serio.
For one thing, Fido’s assertion is immediately challenged by a blizzard of commonly apostrophized words that have nothing to do with possession (IT DOESN’T, an’ YOU CAN’T, I WON’T, an’ IT DON’T. IT HASN’T, IT ISN’T, IT EVEN AIN’T, an’ IT SHOULDN’T…). For another, Frank was way too fond of the multivalent (not to say malevolent) possibilities lurking in almost every aspect of reality to tie himself to a single interpretation, and neither should we. And to be preposterously pedantic about it, an apostrophe does not in fact “denote ownership”: its possessive function actually derives from a contraction of the so-called “Saxon genitive”, so the only thing an apostrophe unambiguously signals is that something has been omitted, whether or not that something implies ownership. Check it out. In primo luogo, l’affermazione di Fido è subito messa in dubbio da una valanga di parole comunemente apostrofate che non c’entrano nulla con il possesso (IT DOESN’T, AN’ YOU CAN’T, I WON’T, AN’ IT DON’T. IT HASN’T, IT ISN’T, IT EVEN AIN’T, AN’ IT SHOULDN’T…). In secondo luogo, Frank era troppo intrigato dalle polivalenti (per non dire malevoli) possibilità in agguato in quasi tutti gli aspetti della realtà per vincolarsi a una sola interpretazione, e neanche noi dovremmo farlo. E, per essere a tal riguardo pedanti fino all’eccesso, in realtà un apostrofo non “denota possesso”: la sua funzione possessiva deriva infatti da una contrazione del cosiddetto “genitivo sassone”, quindi l’unica cosa univocamente segnalata da un apostrofo è l’omissione di qualche cosa, che implichi possesso oppure no. Controllate pure.
But omission can have many virtues: it’s not just the minimalists who knew that less can turn out to be more. Knowing what to omit is the essence of successful editing, and the skill of editing is what lies at the heart of Zappa’s art. His well-documented (if still shockingly intense) hatred of bootleggers was not just about ownership of his output: as he told me back in 1982, it was more about aesthetic control and maintaining the quality of what was released in his name. L’omissione può avere però molti pregi: non erano soltanto i minimalisti a sapere che il meno può rivelarsi un più. Sapere cosa omettere è l’essenza di un montaggio di successo, e l’abilità nel montaggio è al centro dell’arte di Zappa. Il suo ben documentato (e comunque incredibilmente intenso) odio verso i pirati discografici non aveva a che fare solo con la proprietà della sua produzione: come lui mi disse nel lontano 1982, aveva più a che fare con il controllo estetico e con il mantenimento della qualità di quello che veniva pubblicato a suo nome.

So the question arises: in presenting the contents of Zappa’s cutting room floor in an album such as this, and exposing his apostrophic omissions to public view, are we doing him a service? He’d probably not be best pleased were he still around: the vault was always only ever a resorz to draw on, raw material for the pancakes of his flock . But for those of us still wrestling with the staggering immensity of his output, omission is an option we are less willing to embrace: with so much that’s still delicious, we can’t bring ourselves to look away - and as with so many of his albums, the art of “Apostrophe (’)” can be glimpsed not only in what was left behind, but in what it went on to be. And both of those elements are well represented in the package you now hold in your hand.
Allora la domanda si pone: presentando in un album come questo i contenuti degli scarti di Zappa ed esponendo al pubblico le sue omissioni apostrofiche, gli stiamo rendendo un buon servizio? Se lui fosse ancora tra noi, probabilmente non ne sarebbe molto contento: il Caveau è sempre stato soltanto una risorsa dalla quale attingere la materia prima delle frittelle per il suo gregge . Ma per quelli tra noi ancora paralizzati dalla vastità sconcertante della sua produzione, l’omissione è un’opzione che siamo meno disposti ad accettare: con ancora così tante squisitezze, non riusciamo a distogliere lo sguardo - e, come per molti suoi album, l’arte di “Apostrofo (’)” può essere intravista non solo in ciò che è stato scartato ma anche in ciò che ha continuato a esistere. Ed entrambi questi elementi sono ben rappresentati nella confezione che state tenendo in mano.
The genesis for this particular disc was sparked by a find made during one of the Vaultmeister’s more fruitful speleological expeditions, wherein it was discovered that Frank had first started to sequence an “Apostrophe (’)” album in June 1973 - even though the idea for an album of that name seems to have been around since 1971 - and that it was quite different to the album he eventually released. So far, so normal: nothing was ever set in stone until the master tape was delivered, and things could, would and did change all the time. La genesi di questo disco è stata innescata da una scoperta fatta durante una delle spedizioni speleologiche più proficue del Maestro del Caveau Joe Travers, durante la quale si è scoperto che Frank aveva iniziato a compilare un album “Apostrofo (’)” nel giugno del 1973 - anche se sembra che l’idea di un album con questo nome circolasse già dal 1971 - e che era molto diverso dall’album che alla fine pubblicò. Fin qui, tutto normale: fino a quando il nastro originale non veniva depositato, niente era mai scolpito nella roccia, e le cose potevano e volevano cambiare in continuazione, e così hanno fatto.

But among other things, what made this different was the realization that the track now known as “Down in de dew” (first released on the “Läther” album) and the title track “Apostrophe’” were originally two parts of a single piece with the surprisingly straightforward title (for a Zappa composition) of “Energy frontier”, laid down separately on the same day in November 1972 with Jack Bruce, Jim Gordon and Tony Duran. The first part of this piece was what became “Down in de dew”, and the second part, named “Energy frontier - Bridge” (though with no indication as to what it might be the bridge to) went on to become “Apostrophe’”. These two were sequenced by Frank to make up the last part of side one of the album’s build reel, placed to follow “Cosmik debris” and “Uncle Remus” - whose last line would seem to have given “Down in de dew” its name - although by this stage the “bridge” section of “Energy frontier” had become “Skin-Head”. Confused enough yet?
Ma ciò che ha fatto la differenza, tra le altre cose, è stato rendersi conto che il pezzo adesso conosciuto come “Giù nella rugiada” (pubblicato la prima volta sull’album “Cuoio”) e il pezzo “Apostrofo’” che dà il titolo all’album erano in origine due parti di un unico brano dal titolo sorprendentemente semplice (per essere una composizione di Zappa) di “Frontiera di energia”, registrate separatamente nello stesso giorno del novembre del 1972 con Jack Bruce, Jim Gordon e Tony Duran. La prima parte di questo brano è diventata “Giù nella rugiada”, mentre la seconda parte, intitolata “Frontiera di energia - Ponte” (pur senza far capire verso dove portasse questo ponte) si è trasformata in “Apostrofo’”. Questi due pezzi sono stati messi in sequenza da Frank per compilare l’ultima parte del primo lato della bobina di lavoro dell’album, dopo “Detriti cosmici” e “Zio Remo” - il cui ultimo verso sembrerebbe avere dato il nome a “Giù nella rugiada” - anche se a quel punto la sezione “ponte” di “Frontiera di energia” era diventata “Testa pelata”. Siete già abbastanza confusi?

But before getting into more detail about the dining and dancing delights to come, let me briefly divert the proceedings with a different species of apostrophe: Oh. My. God. (Recalling that an “apostrophe” is also “an address to an imaginary or absent person”). The deployment of a rhetorical appeal to the divine at this juncture is a cue to remind ourselves just what an astonishingly good album “Apostrophe (’)” was and still is: the most commercially successful of all Frank’s releases, not only did it eventually go gold, within the space of 11 weeks it had hit the giddy heights of #10 on the Billboard album charts. This is a year in which the running was being made with records like Eric Clapton’s “461 Ocean Boulevard”, Paul McCartney’s “Band on the Run”, and Elton John’s “Caribou”. The top Billboard spot in the week that “Apostrophe (’)” appeared was in fact taken by Barbra Streisand and “The Way We Were”: so to have reached #10 with an album of material that rode roughshod over almost every contemporary social, sexual and musical norm was an extraordinary achievement.
Ma prima di scendere in maggiori dettagli sui piaceri a venire per le cene e per i balli , permettetemi di deviare brevemente il discorso con un altro tipo di apostrofo: Oh. Mio. Dio. (Ricordando che un “apostrofo” è anche “un riferimento a una persona immaginaria o assente”). L’impiego di un appello retorico al divino è, in questo frangente, solo uno spunto per ricordare a noi stessi quanto fosse, e ancora è, incredibilmente valido “Apostrofo (’)” come album: maggior successo di mercato fra tutti i dischi di Frank, non solo alla fine vinse un disco d’oro, ma nel giro di 11 settimane toccò addirittura la vetta vertiginosa del nº 10 nelle classifiche dei dischi del settimanale Billboard. In quell’anno c’erano in competizione dischi come “461 Ocean Boulevard” di Eric Clapton, “Band in Fuga” di Paul McCartney, e “Caribù” di Elton John. Nella settimana in cui esordì “Apostrofo (’)”, in cima al Billboard c’era “Come Eravamo” di Barbra Streisand: è stato quindi un risultato straordinario l’avere raggiunto il decimo posto con un album di materiale che oltraggiava quasi tutte le convenzioni sociali, sessuali e musicali del tempo.

As has been widely reported, Frank was so delighted at this that he hired a 50-piece marching band to parade up and down with signs in front of the Warner Bros. offices in Burbank, one reading “Warner Bros. you got one HELL of a team” and another saying “Anybody who can get a Frank Zappa LP even to the bottom of the Top Ten is OK in my booklet”.
Come ampiamente riportato, Frank ne fu così compiaciuto che ingaggiò una banda musicale di 50 elementi per sfilare su e giù davanti agli uffici della Warner Brothers a Burbank con dei cartelli, su uno c’era scritto “Warner Brothers, avete una GRAN BELLA squadra”, su un altro “Chiunque riesca a far arrivare un LP di Frank Zappa anche solo in fondo alla Top Ten, secondo me va forte”.

Parata per celebrare il successo di “Apostrophe (’)”

But this unprecedented (if sadly unrepeated) success probably had little to do with the promotional skills of Warner Bros.: its unexpected journey up the charts can more reasonably be put down to an unauthorized re-edit of the first two tracks into a “novelty record” by a radio DJ in Pittsburgh that saw significant radio play in the station’s region. Never slow to spot an opportunity, Frank quickly released his own edit as a single, nimbly paired with “Cosmik debris” on the B-side. Ma probabilmente questo successo inedito (anche se non ripetuto, purtroppo) aveva poco a che fare con le capacità pubblicitarie della Warner Brothers: il suo cammino inaspettato fino in cima alle classifiche può essere più ragionevolmente attribuito a un remix non autorizzato dei primi due pezzi fatto da un DJ di Pittsburgh in un “disco novità” che fece molti passaggi nelle radio di quella zona. Sempre rapido a fiutare tutte le opportunità, Frank prontamente pubblicò il proprio remix come singolo, abbinato furbamente a “Detriti cosmici” sul lato B.
His version of the “Don’t eat the yellow snow” single actually combines segments from the first three tracks of the album, tailing off with a teasing glimpse of the aural fireworks of “St. Alfonzo’s pancake breakfast” - no doubt a stealthy attempt to draw more attention to the musical appeal of the record. In that sense it works as a compressed version of what became known as the “Yellow snow suite” - an expanded and embellished version of the released album’s first four tracks that was such a staple of the 1973-74 tours, later revived for the 1978-80 touring band (a fine version of the latter is found on “YCDTOSA Vol. 1”, replete with audience participation). It’s not hard to see why: apart from the obvious crowd-recognition factor, it’s a superb showcase both for his writing and the stupendous musical chops of the band, and features some of Zappa’s snarkiest and most surreal lyrics, all marshaled to the service of gleefully dissing the idiocies of convention, commercialism and organized religion. And this is really the core of the project as far as the lyrics are concerned, a focus that comes to bear most obviously in “Cosmik debris”. La sua versione del singolo “Non mangiare la neve gialla” in realtà combina segmenti dei primi tre pezzi dell’album, sfumando in un assaggio stuzzicante dei fuochi d’artificio acustici di “Colazione con frittelle da Sant’Alfonso” - senza dubbio un tentativo furtivo di attirare maggior attenzione verso il fascino musicale del disco. In questo senso funziona come una versione compressa di quella che diventò poi nota come la “Suite della neve gialla” - una versione ampliata e arricchita dei primi quattro pezzi dell’album pubblicato, un vero punto fermo delle tournée del 1973-74 poi riproposto dalla band delle tournée del 1978-80 (una bella versione di quest’ultima si trova su “Non Potrete Più Fare Questo sul Palco, Volume 1”, con tanto di partecipazione del pubblico). Non è difficile capire perché: a parte l’ovvio motivo di essere nota al pubblico, si tratta di una superba vetrina sia per la sua composizione sia per l’eccezionale talento musicale della band, e presenta alcuni dei più irriverenti e surreali testi di Zappa, tutti rigorosamente orientati a prendere allegramente in giro le idiozie delle convenzioni, delle reclame e delle religioni organizzate. Per quanto riguarda i testi, sono davvero il cuore del progetto, un obiettivo che si manifesta più palesemente in “Detriti cosmici”.
So what we have on this disc is a snapshot of the “Apostrophe (’)” album project as it was developing in mid-1973: a first draft of the first side of the album, featuring a very different sequence and different mixes to the tracks that eventually appeared on the finished record; a complete version of the “Yellow snow suite” as it had evolved on the road and which Frank himself describes in the accompanying interview as “two songs” - even though by the time it came to the album he divided them into four tracks; a mix outtake for “Excentrifugal forz”; and a medley of other outtakes and basic tracks from the recording sessions, all of which had taken place at this point and were merely awaiting the alchemy of mixing and editing that would transmute their base material into the gold of “Apostrophe (’)”. In questo disco abbiamo quindi un’istantanea dell’album-progetto “Apostrofo (’)” come si stava sviluppando a metà del 1973: una prima bozza del primo lato del disco, con un ordinamento e un mix molto diversi rispetto ai pezzi che alla fine sono stati inclusi nel disco una volta finito; una versione completa della “Suite della neve gialla” come si era evoluta in tournée, e che Frank stesso descrive nell’intervista d’accompagnamento come “due canzoni” - anche se poi, quando l’album uscì, lui le divise in quattro pezzi; un mix scartato di “Forza eccentrifuga”; e una selezione di altri scarti e tracce di base dalle sessioni di registrazione che si erano tenute fino a quel punto e aspettavano solo che l’alchimia del mixaggio e del montaggio ne tramutasse il materiale di partenza nell’oro di “Apostrofo (’)”.


But as with any album, the downside of prising “Apostrophe (’)” apart to see how it hangs together is that it can begin to seem less of an album than an ad hoc assemblage - much more like, say, “Weasels Ripped My Flesh” or “Man from Utopia”. And that’s knowledge you can’t undo: any continuity that might have been divined from the placement of the tracks will forever now seem more conceptual than structural. But despite the way we may have come to perceive them, the fact is that most of the albums were put together like that. Jimmy Carl Black once told me he had no idea what form the music that eventually became “We’re Only in It for the Money”, “Ruben & The Jets” and “Uncle Meat” would actually take until the albums were released, because the material was all worked on together in the studio. Ultimately, it’s all in the edit: addition by omission. Ma suddividendo “Apostrofo (’)”, come qualunque altro album, per capire come il tutto è collegato, si rischia di cominciare a percepirlo meno come un album e più come un assemblaggio ad hoc - molto più simile, ad esempio, a “Le Donnole Mi Hanno Lacerato la Carne” o a “L’Uomo da Utopia”. E questo è un dato di fatto che non può essere ignorato: ogni possibile continuità intuita nel posizionamento dei pezzi sembrerà d’ora in poi più concettuale che strutturale. Ma il fatto è che la maggior parte degli album è stata preparata così, nonostante il modo in cui siamo arrivati a percepirli. Jimmy Carl Black una volta mi ha detto che, fino a quando i dischi non venivano pubblicati, lui non aveva idea di quale forma avrebbero in realtà preso le musiche che infine diventarono “Lo Facciamo Solo per Soldi”, “Ruben & The Jets” e “Zio Carne”, essendo il materiale stato prodotto tutto insieme in studio. In ultima analisi, sta tutto nel montaggio: addizione per omissione.

So there we have it, a smorgasbord of alternative versions and basic tracks rescued from the shelves where the tapes go to die , able at last to cast their glow of insight back down the line from later on to way back when . But it’s not quite over yet. Lest it be we that become those suckers that fell right in , there’s one more task to perform - an act of ownership. To make this album into something more than just a sneak peek behind the scenes - just another cheap thrill it’s your turn to participate. Make your way back to the original album and listen to it straight through, as it was meant to be heard - but with ears now primed for the crux of the biscuit , the essence of the apostrophe, more finely tuned to the art of Frank’s skill: omission accomplished.
Allora, eccola qui, un’ampia scelta di versioni alternative e di tracce di base recuperate dagli scaffali dove i nastri vanno a morire , finalmente liberi di esprimere la loro scintilla d’intuizione oltre il confine tra ‘a quel tempo’ e ‘successivamente’ . Ma non è finita qui. Per non farci diventare quelle ventose / quei coglioni che si sono allineati , c’è un altro compito da svolgere - una presa di possesso. Per fare in modo che questo album non sia soltanto una sbirciatina dietro le quinte - l’ennesima emozione da poco - adesso tocca a voi. Riprendete l’album originale e ascoltatelo tutto così com’è stato concepito per essere ascoltato - ma adesso con le orecchie pronte per il nocciolo del biscotto / della questione , l’essenza dell’apostrofo, e sintonizzate meglio sull’arte dell’abilità di Frank: omissione compiuta.

1. Cosmik debris

1. Detriti cosmici


[Notes by Simon Prentis] Apart from six extra seconds of brass intro, the version of “Cosmik debris” on this disc is essentially the one released on the album: same mix, same instrumentation, same take. But in considering it for pole position, Frank underlines its importance to his overall theme. Religious hokum and New Age charlatans had been in his sights before, but by 1973 the rampant espousal of self-proclaimed gurus by pop-stars and other celebs was in need of serious satirical attention. It was a deficit that Frank was only too happy to fill, and he went straight for the jugular: [Note di Simon Prentis] Tranne sei secondi di ottoni in più nell’introduzione, la versione di “Detriti cosmici” in questo disco è essenzialmente la stessa pubblicata sull’album: stesso mix, stessi strumenti, stessa registrazione. Però, collocandola in pole position, Frank ne sottolinea l’importanza per il suo tema generale. Già da prima aveva preso di mira i ciarlatani e le baggianate religiose della New Age, ma nel 1973 il connubio dilagante tra i guru auto-proclamati e le pop-star e altre celebrità richiedeva una seria attenzione satirica. Era una lacuna che Frank è stato felicissimo di colmare, e ha puntato dritto alla giugulare:

“He said for a nominal service charge

“Disse che, pagando una tariffa standard

I could reach Nervonna t’nite”

Quella sera stessa al Nirvonna potevo arrivare”

is a line that absolutely nails the crass commercialism of a mystery man whose grasp of detail is so poor he can’t even pronounce “nirvana” correctly. The whole idea of “debris” as a descriptor for the lazy assumptions and dodgy cosmology of such spiritual snake-oil salesmen is a theme later enthusiastically revisited in the artwork for “One Size Fits All”, and explored further in “The adventures of Greggery Peccary” . una frase che inchioda in pieno il grossolano affarismo di un uomo del mistero talmente ignorante in materia da non saper neanche pronunciare correttamente “Nirvana”. L’immagine di “detriti” per descrivere gli sciatti presupposti e la losca cosmologia di tali commercianti spirituali di olio di serpente è un tema in seguito rivisitato con entusiasmo nella grafica di “Taglia Unica per Tutti” ed esplorato ulteriormente nelle “Avventure di Gregorio Pècari” .
 
The mystery man came over L’uomo del mistero arrivò
An’ he said: “I’m outasiteE disse: “Io sono di gran lunga il migliore”
He said for a nominal service charge Disse che, pagando una tariffa standard
I could reach Nervonna t’nite Quella sera stessa al Nirvonna potevo arrivare
 

If I was ready, willing an’ able
Se ero pronto, disposto e capace
To pay him his regular fee Di pagargli la sua normale rimunerazione
He would drop all the rest of his pressing affairs Avrebbe mollato tutti gli altri suoi affari urgenti
And devote his attention to me Per dedicare a me la sua attenzione
But I said: Ma io dissi:
 
Look here, brother, who you jivin’ with that cosmik debris? “Fratello, chi vuoi coglionare con quei detriti cosmici, eh?
Now, who you jivin’ with that cosmik debris? Dimmi, chi vuoi coglionare con quei detriti cosmici?
Look here, brother, don’t you waste your time on me” Fratello, non perder tempo con me”
 
The mystery man got nervous L’uomo del mistero s’innervosì
An’ he fidget around a bit E iniziò a dimenarsi
He reached in the pocket of his mystery robe Infilò una mano nella tasca della sua vestaglia del mistero
An’ he whipped out a shaving kit E tirò fuori un kit per radersi
 
Now, I thought it was a razor Ebbene, ci sarà un rasoio, pensai
An’ a can of foamin’ goo E una bomboletta di schiuma da barba, ma lui mi ha detto
But he told me right then when the top popped open Proprio mentre il coperchio si apriva di scatto
There was nothin’ his box won’t do Che la sua scatoletta poteva fare di tutto
 
With the oil of Afro Dytee Con l’unguento di Afro Dita

An’ the dust of the Grand Wazoo
E la polvere del Gran Wazoo
He said: “You might not believe this, little fella, but it’ll cure your asthma too!” Disse: “Forse non ci crederai, piccolo mio, ma pure alla tua asma non ci penserai più!”
An’ I said: Ed io dissi:
 
Look here, brother, who you jivin’ with that cosmik debris? “Fratello, chi vuoi coglionare con quei detriti cosmici, eh?
Now, what kind of a geroo are you anyway? Comunque, dimmi, che razza di gurù sei?
Look here, brother, don’t you waste your time on me Fratello, non perder tempo con me
Don’t waste yer time…” Non perder tempo…”
 
[Instrumental] [Strumentale]
 
“I’ve got troubles of my own” I said “Ho già i miei problemi” dissi
“An’ you can’t help me out “E tu non puoi aiutarmi in nessun caso
So take your meditations an’ your preparations Quindi prendi le tue meditazioni e le tue preparazioni
An’ ram it up yer snout” E ficcatele su per il naso”
 
“BUT I GOT A KRISTL BOLE!” “ASPETTA, HO UNA SFERA DI CRISTALLO!”
He said, an’ held it to the light Disse, e la mise sotto la luce
So I snatched it all away from him Allora io gliela strappai via
An’ I showed him how to do it right E gli feci vedere come farlo in modo efficace
 
I wrapped a newspaper ‘round my head Mi arrotolai un giornale sulla testa
So I’d look like I was Deep In modo da sembrare ‘profondo’
I said some mumbo jumbos then Poi recitai qualche abracadabra
An’ told him he was goin’ to sleep E gli dissi che si sarebbe addormentato in qualche secondo
 
I robbed his rings an’ pocket watch Gli rubai gli anelli e l’orologio da tasca
An’ everything else I found E tutto quello che trovai
I had that sucker hypnotized Avevo ipnotizzato quel coglione
He couldn’t even make a sound Non poteva nemmeno dire ‘bah’
 
I proceeded to tell him his future then Continuai poi predicendogli il futuro
As long as he was hanging around Fino a quando lui avesse continuato a battere la fiacca
I said: “The price of meat has just gone up Dissi: “Il prezzo della carne è appena salito
An’ yer ol’ lady has just gone down…” E la tua tipa è appena scesa di bocca…”
 
Look here, brother, who you jivin’ with that cosmik debris? Fratello, chi vuoi coglionare con quei detriti cosmici, eh?

(Now, is that a real poncho or is that a Sears poncho? )
(Dimmi, è un vero poncho o è un poncho dei grandi magazzini Sears? )
Don’t you know? You could make more money as a butcher Sai una cosa? Potresti fare più soldi come macellaio
So don’t you waste your time on me Quindi non perder tempo con me
Don’t waste it, don’t waste your time on me Non perderlo, non perder tempo con me
Ohm shanti, ohm shanti, ohm shanti-ohm Om shanti, om shanti, om shanti-om
SSSHANTI SHANTI

2. Uncle Remus [Mix outtake]

2. Zio Remo


[Notes by Simon Prentis] Next up is “Uncle Remus”. Juxtaposed in this way, the lush funk of the piano places it in sharp contrast to the smart-ass cynicism of “Cosmik debris”, which strikes down its target in such uncompromising and unanswerable terms. The version unveiled here is an alternate mix from the session at Paramount Studios on May 24,1972, which took place toward the end of the “Grand Wazoo” recordings. The backing singers Tina Turner and the Ikettes, lest we forget - are mixed more to the fore, and George gets an extra chorus to showcase the pathos in his piano work (so ably abetted by the wistful tone of Frank’s guitar), adding 75 seconds to the album edit. Interestingly, this session was not originally intended for release on an FZ album. Let George Duke take up the story, from an unreleased interview in 1997 with Andy Hollinden (whom I hereby thank): [Note di Simon Prentis] La seguente è “Zio Remo”. Accostata così, il lussureggiante funk del pianoforte la pone in netto contrasto con il cinismo saccente di “Detriti cosmici”, che stronca senza se e senza ma il proprio bersaglio. La versione presentata qui è un mix alternativo dalla sessione negli studi Paramount del 24 maggio 1972 che si tenne alla fine delle registrazioni della orchestra “Gran Wazoo”. Le coriste - Tina Turner e le Ikettes, non dimentichiamolo - sono mixate più in primo piano e, aggiungendo 75 secondi rispetto al montaggio nell’album, George ha una strofa in più per esibire pathos con il suo pianoforte (molto abilmente spalleggiato dal tono cogitabondo della chitarra di Frank). È interessante notare che in origine questa sessione non doveva essere pubblicata su un album di FZ. Lasciamo che sia George Duke a raccontarci la storia, da un’intervista inedita nel 1997 con Andy Hollinden (che con la presente ringrazio):

“Uncle Remus” came about as a result of Frank producing a demo for me… I already had a record deal with a label called MPS Records in Germany but their distribution here in the States was not very good. So he was going to do a demo for me. We did three songs and “Uncle Remus” was one of them. Frank decided, after we recorded it - I didn’t get a deal out of it, by the way - but, basically, he said: “I think I’d like to use this track on my album and I’m going to write some lyrics to it”. And so I said: “Hey Frank, you paid for it. Go ahead”. I would never have written a lyric like that. I really wouldn’t have, but Frank saw the humor in it. He just decided for some reason to put it on his record. A lot of people like that song. I was very happy and honored by the fact that he’d even consider doing it, because I didn’t think it’d be the kind of song that he’d be interested in.

“Zio Remo” nacque perché Frank stava producendo una demo per me… io avevo già un contratto discografico in Germania con un’etichetta chiamata MPS Records, ma la loro distribuzione qui negli Stati Uniti non era molto buona. Così lui avrebbe fatto una demo per me. Abbiamo fatto tre canzoni e “Zio Remo” era una di queste. Frank decise, dopo che le abbiamo registrate - tra parentesi, non ne ho poi fatto un contratto - ebbene, in sostanza disse: “Mi piacerebbe usare questo pezzo per il mio album e ci scriverò dei testi”. Allora ho detto: “Ehi, Frank, l’hai pagato tu. Fai pure”. Io non avrei mai scritto un testo del genere. Davvero, non l’avrei fatto, ma Frank ci ha visto dell’umorismo. Per un qualche motivo ha deciso di metterlo nel suo disco. Questa canzone piace a molti. Ero proprio contento e onorato che lui avesse anche solo preso in considerazione di fare questo, perché non pensavo fosse il genere di canzone che gli interessava.

Which just goes to show , you can’t tell: Anything anytime anyplace - for no reason at all. At the same time, it’s not hard to see what might have drawn Frank to it: this is a song that brims with humor and compassion in equal measure, asking how much progress has really been made with civil rights since the Watts riots (the subject of “Trouble every day” ) if all it amounts to is the freedom to “look sharp in these clothes” and the aspiration to grow out a ‘fro. It’s a question that still resonates in the US today: if you’re liable to get squirted with a hose if you step out of line, hard work isn’t going to buy redemption when the playing field is tilted against you by rich (white) people with little jockeys on their lawn (Stunning to note: the entrance to Zappa’s studio was once guarded by just such a jockey - over-painted with a stylish Z - whose battered features suggested he’d already been knocked off someone’s lawn).
Il che serve solo a dimostrare che non si può mai dire: qualsiasi cosa, in qualsiasi momento, ovunque, senza alcun motivo. D’altronde non è difficile capire cosa potrebbe avere spinto Frank: questa è una canzone ricca in egual misura di umorismo e compassione, che s’interroga su quanto siano veramente progrediti i diritti civili degli afroamericani dalle sommosse di Watts (l’argomento di “Problemi ogni giorno” ), se poi tutto si riduce alla libertà di “essere proprio una bomba con questi vestiti addosso” e all’aspirazione a farsi crescere la capigliatura afro. È una domanda che ancora oggi echeggia negli Stati Uniti: dato che, quando uscite dai ranghi, rischiate di essere spruzzati con una pompa dell’acqua, lavorare sodo non vi assicurerà alcuna redenzione, se a vostro sfavore remano ricchi (bianchi) che hanno pupazzetti (negri) in giardino (strano ma vero: una volta l’ingresso dello studio di Zappa era sorvegliato proprio da un pupazzo così - con dipinta sopra un’elegante Z - il cui aspetto malconcio lasciava intuire che fosse già stato buttato giù in qualche giardino).
 
[FZ & Susan Glover] Woh, are we movin’ too slow? Oh, ce la stiamo prendendo troppo comoda?
Have you seen us, Uncle Remus? Hai visto come stiamo, Zio Remo?
[FZ] We look pretty sharp in these clothes Con questi vestiti addosso siamo proprio una bomba
(Yes we do) (Sì, davvero)
Unless we get sprayed with a hose Sempre che non ci annaffino con una pompa
 
It ain’t bad in the day Di giorno non è poi malaccio
If they squirt it your way Se ti spruzzano d’acqua mentre passi
‘Cept in the winter, when it’s froze Ma non d’inverno, quando diventa ghiaccio
An’ it’s hard if it hits on yer nose E fa male se ti colpisce sulla testa
[Susan Glover] On yer nose Sulla testa
 
[FZ] Just keep yer nose (Keep yer nose) to the grindstone, they say Continuate a lavorare (Continuate a lavorare) a testa bassa, così dicono
Will that redeem us (Will redeem us), Uncle Remus? (Uncle Remus) Con questo ci riscatteremo (ci riscatteremo), Zio Remo? (Zio Remo)
I can’t wait till my fro is full-grown Non vedo l’ora che la mia capigliatura afro sia cresciuta del tutto
I’ll just throw ‘way my doo-rag at home Soltanto a casa, mi toglierò il cerchietto
[Susan Glover] What was that? Che cosa?
[FZ] I’ll go to Beverly Hills, just before dawn Andrò a Beverly Hills, prima che albeggi
An’ knock those little jockeys off the rich people’s lawn E nei giardini dei ricconi butterò giù quei pupazzetti negri
An’ before they get up I’ll be gone, I’ll be gone E prima che si sveglino sarò sparito da quei paraggi
 
Just keep yer nose to the grindstone, they say Continuate a lavorare a testa bassa, così dicono
Will that redeem us, Uncle Remus? Con questo ci riscatteremo, Zio Remo?
I can’t wait till my fro is full-grown Non vedo l’ora che la mia capigliatura afro sia cresciuta del tutto
I’ll just throw ‘way my doo-rag at home Soltanto a casa, mi toglierò il cerchietto
 
I’ll take a drive to Beverly Hills, just before dawn Andrò in macchina a Beverly Hills prima che albeggi
An’ knock the little jockeys off the rich people’s lawn E nei giardini dei ricconi butterò giù i pupazzetti negri
An’ before they get up I’ll be gone, I’ll be gone E prima che si sveglino sarò sparito da quei paraggi
Before they get up I’ll be gone, I’ll be gone Prima che si sveglino sarò sparito, sarò sparito
Before they get up I’ll be knocking the jockeys off the lawn Prima che si sveglino avrò buttato giù nei giardini i pupazzi negri
Down in the dew Per terra, nella rugiada

3. Down in de dew [Alternate mix]

3. Per terra, nella rugiada


[Notes by Simon Prentis] The third track is “Down in de dew”, which, as already noted , appears to have been conceived as part of a larger work. This version is both a different mix and, at 20 seconds longer, a very different edit to the version eventually released on “Läther”. What’s interesting is just how different it is to the two other outtakes that Joe has found (tracks 8 and 9). [Note di Simon Prentis] Il terzo pezzo è “Giù nella rugiada” che, come già notato , sembra essere stato concepito come parte di un pezzo più ampio. Questa versione è un mix diverso e anche, essendo 20 secondi più lungo, un montaggio molto diverso dalla versione pubblicata infine su “Cuoio”. La cosa interessante è proprio quanto sia diversa dagli altri due scarti (i pezzi 8 e 9) che Joe ha trovato.
 
[Instrumental] [Strumentale]

4. Apostrophe’ [Mix outtake]

4. Apostrofo’


[Instrumental] [Strumentale]

5. The story of “Don’t eat the yellow snow / St. Alphonzo’s pancake breakfast”

5. La storia di “Non mangiare la neve gialla / Colazione con frittelle da Sant’Alfonso”


[Notes by Simon Prentis] Track 5 is a brief spoken interlude in which Frank outlines the story of the “Yellow snow suite” to an Australian journalist, during which he also reveals the inspiration for “St. Alfonzo’s pancake breakfast” - a TV commercial for Imperial Margarine that was so “loathsome” he felt compelled to memorialize it in song. It’s a telling example of his penchant for placing found material center stage in some of his most apparently absurd inventions: if you’re looking for insanity, there’s nothing better than reality itself. It remains unclear whether or which St. Alfonzo actually is or was the patron saint of the smelt fisherman of Portuguese extraction, but the Columbia River delta is without doubt a popular location for the entrapment of smelt (otherwise known as candlefish, hooligan, or the Pacific eulachon. But then you probably knew that). [Note di Simon Prentis] Il quinto pezzo è un breve intermezzo parlato in cui Frank tratteggia a un giornalista australiano la storia della “Suite della neve gialla”, svelando anche cosa gli ispirò “Colazione con frittelle da Sant’Alfonso”, cioè uno spot televisivo della Imperial Margarine talmente “ripugnante” da sentirsi in dovere d’immortalarlo in una canzone. È un esempio eloquente della sua propensione a piazzare il materiale che trovava per caso al centro della scena in alcune delle sue più apparentemente assurde invenzioni: se cercate follia, non c’è niente di meglio della realtà stessa. Non è chiaro se o quale Sant’Alfonso sia o sia stato davvero il santo patrono dei pescatori di osmeri di origini portoghesi, ma il delta del fiume Columbia è molto noto come zona di pesca di osmeri (altrimenti noti come pesci-candela, hooligan, o eulachon del Pacifico. D’altronde, probabilmente, già lo sapevate).
 
[Interviewer] Is it likely that you’ll be doing any more comedy routine stuff as… [Intervistatore] È possibile che farai degli altri numeri comici come…
[FZ] Well, we have one thing that you might qualify as a comedy routine that’s built into the show right now. It’s a new piece that hasn’t been released yet. [FZ] Beh, adesso nello spettacolo abbiamo una cosa che potrebbe essere definita come numero comico. Si tratta di una nuova suite che non è stata ancora pubblicata.
It’s a combination of two songs. One of them is called “Don’t eat the yellow snow”. It’s about an Eskimo and his seal and an evil fur trapper. And that… And then the evil fur trapper uh… has something terrible happen to him and then he has to get repaired, and in order to get repaired he seeks out uh… well, he has to trudge across the tundra so that he can get to St. Alfonzo’s parish at the juncture of the Columbia River delta. And he has to seek out the representative of St. Alfonzo, who is the patron saint of the smelt fishermen of Portuguese extraction. È una combinazione di due canzoni. Una di queste si chiama “Non mangiare la neve gialla”. Parla di un eschimese, della sua foca e di un malvagio cacciatore di pellicce. E questo… E al malvagio cacciatore di pellicce ehm… succede qualcosa di terribile e quindi deve porci rimedio, e per porci rimedio si mette in cerca ehm… beh, deve arrancare attraverso la tundra in modo da arrivare alla parrocchia di Sant’Alfonso alla radice del delta del fiume Columbia. E deve cercare il rappresentante di Sant’Alfonso, il patrono dei pescatori di osmeri di origini portoghesi.
And… he has to find St. Alfonzo’s only authorized representative here on Earth, Father Vivian O’Blivion, man of the cloth. E… deve trovare l’unico rappresentante ufficiale in Terra di Sant’Alfonso, Padre Viviano O’Blio, uomo di clero.

DUNT-DUN-DUN!
DAN-DAN-DAN!
[Interviewer] He he [Intervistatore] Eh eh
[FZ] And then uh… The two songs are “Don’t eat the yellow snow” and “St. Alfonzo’s pancake breakfast”. [FZ] E poi ehm… Le due canzoni sono “Non mangiare la neve gialla” e “Colazione con frittelle da Sant’Alfonso”.
 
[FZ] I watch television every once in a while and… some things that I’ve seen on television have enthused me to the point of writing songs about them. “St. Alfonzo’s pancake breakfast” has some… is derived from a television commercial in the United States. [FZ] Di tanto in tanto guardo la televisione e… alcune cose che ho visto in televisione mi hanno talmente entusiasmato da scriverci delle canzoni. “Colazione con frittelle da Sant’Alfonso” ha qualche… ha origine da uno spot televisivo negli Stati Uniti.
I’ll tell you about it. Te lo racconto.

There’s a margarine in the United States called Imperial Margarine, and they have this commercial that is in such a bad taste it makes you wanna die every time it comes on.
C’è una margarina negli Stati Uniti, la Imperial Margarine, che ha questo spot che è talmente di cattivo gusto da farti venir voglia di morire ogni volta che passa.
There’s a young black gentleman sitting in a bed, and he’s just woken up, and he’s got his covers up like this. And then his young girlfriend comes trudging into the room; she’s carrying a tray. She walks in, and he goes: “Oh boy! Pancakes and butter!” And she says: “Good morning, your highness! No, it’s not butter!” And as soon as she says “Your highness” this crown appears on his head. It goes “Ding!” Like that, he he he! And he takes a big mouthful of these pancakes and starts shoveling it in and goes: “Mmm mmm… This really tastes better than butter” you know. God, it’s horrible! It’s just… C’è un giovanotto nero seduto in un letto che si è appena svegliato e tiene la coperta così. Al che la sua giovane fidanzata arriva arrancando nella stanza con un vassoio. Lei entra e lui dice: “Oh, accipicchia! Frittelle e burro!” E lei dice: “Buongiorno, Vostra Altezza! No, non è burro!” E non appena lei dice “Vostra Altezza”, sulla testa di lui appare una corona. Fa “Ding!” Così, eh eh eh! E si prende un bel po’ di quelle frittelle e inizia a spalmargliela sopra e fa: “Hmm hmm… Ha proprio un sapore migliore del burro”, capisci. Dio, è orribile! È proprio…
We used to see that two or three times a night watching science fiction movies and that would come on and I would just roll all over the couch, you know. Just loathsome. Quando guardavamo film di fantascienza, lo vedevamo due o tre volte a sera, e quando passava, mi rotolavo per tutto il divano, sai. Proprio ripugnante.
So it turned into a song. Così si è trasformato in una canzone.

6. Don’t eat the yellow snow {+ Nanook rubs it} + St. Alphonzo’s pancake breakfast {+ Rollo + Father O’Blivion + Mar-juh-rene + Steno pool}

6. Non mangiare la neve gialla + Colazione con frittelle da Sant’Alfonso


[Notes by Simon Prentis] The recording of the “Yellow snow suite” that forms the heart of the disc on track 6 is a performance from the day before the recording released as “Australian snow” on “One Shot Deal”. That was an edit of the full version featured here (it omits the Sal Marquez vocal on “Father O’Blivion”) but this is the one in which FZ first comes up with the idea of a hyphen standing for “something that might be used for erotic gratification by a very desperate stenographer” (a formulation that pleased him so much he repeated it the following day). [Note di Simon Prentis] La registrazione della “Suite della neve gialla”, il sesto pezzo che rappresenta il cuore del disco, è un’esecuzione del giorno precedente la registrazione pubblicata come “Neve gialla australiana” su “Momento Propizio Unico”. Quest’ultima era un montaggio della versione completa presentata qui (omette la parte vocale di Sal Marquez su “Padre O’Blio”), è però qui che FZ tira fuori per la prima volta l’idea di un trattino che sta per “qualcosa che potrebbe essere utilizzato per gratificazione erotica da una disperatissima stenografa” (una formulazione che gli piacque tanto che la ripeté il giorno successivo).

This suggests - in case we hadn’t guessed it - that his daily association of words that spell out the letters MAR-JUH-RENE was ad-libbed on the spot. Those of you who already appreciate his bravura performance on “Australian snow” (noteworthy items being M for marsupial, H for homunculus and R for rebus) will be further thrilled by A for Australopithecus (how many people even know that what that is, let alone can pronounce it properly?) H for horny in America and randy in Australia (he’d clearly been doing his research) and E for the “extended, overwhelming, obnoxious, ubiquitous, comestible” E to the nth degree (followed by “an N which is the N of the nth degree of the E that you just heard”).
Ciò fa capire - nel caso già non l’avessimo capito - che la sua associazione di parole che compongono le lettere MAR-JUH-RENE era improvvisata ogni giorno al momento. Quelli di voi che già avevano apprezzato la sua brillante esibizione sulla “Neve australiana” (gli elementi da segnalare sono M per marsupiale, H per omuncolo e R per rebus) saranno ancora più stuzzicati da A per australopiteco (quanti neanche sanno cosa sia, e tanto meno sanno pronunciarlo correttamente?) H per arrapato in America e infoiato in Australia (evidentemente, aveva fatto le sue ricerche) ed E per la “estesa, soverchiante, odiosa, onnipresente, commestibile” E all’ennesima potenza (seguita da “una N che è la N dell’ennesima potenza della E che avete appena sentito”).
Where did he get this stuff from? What didn’t he know? Pole-vaulting seamlessly from paleoanthropology to pure mathematics by way of semi-semiotic argot - all this over a deliberately rong spelling of a stick of margarine that some deranged fur trapper was using to heal his deflicted eyes? It’s too good, as Cap’n Beefheart was wont to say. Da dove aveva preso queste cose? C’era qualcosa che lui non sapesse? Saltare di palo in frasca dalla paleoantropologia alla matematica pura, senza soluzione di continuità, usando un gergo semi-semiotico - il tutto su un’ortografia volutamente sbagliata di un panetto di margarina che uno sconvolto cacciatore di pellicce stava usando per guarire i propri occhi deflitti? È ‘troppo bello’, come era solito dire il Capitano Cuore di Manzo.
And then the very next day, after some idiot looses off a firecracker in the audience (this after the fire at Montreux… seriously?) he unhesitatingly retorts with: “The ‘M’ of the mystery mar-juh-rene must stand for moron, which is the kind of person who lights fireworks in a crowded room, and the ‘A’ of mar-juh-rene stands for asshole, as if moron was not a good enough word to describe the motherfucker and ‘R’ in this case stands for rat, which is also what that guy is for lighting fireworks in this room and there is a hyphen, ladies and gentlemen, ‘M-A-R-hyphen’ the hyphen should be stuffed up his ass, ‘M-A-R-hyphen-J’ and ‘J’ is for juvenile hall, which is where they would send him if they caught him in Los Angeles and ‘U’ is for Unguentine, which is a remedy for burns which might be used for a potential victim of his stupidity over there, folks…Unguentine? But yes indeed: of course it is. E poi, il giorno successivo, dopo che un qualche idiota aveva lanciato un petardo in mezzo al pubblico (e ciò dopo l’incendio a Montreux… ci credereste?), lui senza esitazione risponde a tono con: “La ‘M’ della margarina del mistero deve stare per minchione, che è quel tipo di persona che accende petardi in una sala affollata, e la A di margarina sta per acefalo, come se minchione non fosse una parola sufficiente per descrivere quel pezzo di merda e R in questo caso sta per ratto, cioè quello che costui anche è, per avere acceso dei petardi in questa sala, e c’è un trattino, signore e signori, ‘M-A-R-trattino’ il trattino dovrebbe essergli ficcato su per il culo, ‘M-A-R-trattino-J’ e J sta per carcere minorile, è lì che lo avrebbero mandato se lo avessero beccato a Los Angeles e U sta per Unguentine, che è un farmaco per le ustioni che potrebbe essere usato da una potenziale vittima della sua stupidità, amici…” Unguentine? Ma sì, certo: è così, ovviamente.
Nor is it just the lyrical invention. The brief flourish from the band at the start of this version of the “Yellow snow suite” is notable for two ridiculously compressed renditions of the “the big Nanook motif” - a musical theme almost as much quoted in Zappa’s work as “Louie Louie”. E non si tratta soltanto di mera inventiva lirica. La breve infiorettatura da parte della band all’inizio di questa versione della “Suite della neve gialla” si distingue per due interpretazioni assurdamente compresse del “gran motivo di Nanook” - un tema musicale citato nell’opera di Zappa quasi quanto “Louie Louie”.

And here’s the thing. Despite its day job as a melody that meanders improbably up and down a quirky scale that seems so quintessentially Zappa (doo-DEEdoo-dahdy-doodly-dahdy-doo-dah, dee-do-da-do-DAH-dee-doo), this wholesome little ditty turns out to be none other than a sublimely depraved take on the opening line to Lionel Hampton’s “Midnight sun”, a well-known jazz-standard to those in the know. If you’re not in the know - and I wasn’t, until far too recently - I heartily suggest you check out the original. To discover the “strictly commercial” pedigree of this historic tune is perhaps the most extraordinary of the many jaw-dropping musical moments on the “Apostrophe (’)” album: managing in plain sight to smuggle a twisted version of “Midnight sun”’s classic theme into a song about the frozen north and dog-doo snow cones is both a monstrously clever counter-cultural coup and a cheeky homage of the highest order (if you ever find yourself looking for a name to blame for the vibraphone sound that is such a signature aroma in Zappa’s music, you need look no further than the legendary “Hamp”).
Ed ecco il punto. Nonostante il suo aspetto palese di melodia che si snoda in modo improbabile su e giù lungo una peculiare scala apparentemente molto tipica di Zappa (du-DIdu-dadi-dudli-dadi-du-da, di-do-da-do-DAA-di-du), questo genuino motivetto si rivela essere nient’altro che una citazione sublimemente depravata del verso iniziale di “Sole di mezzanotte” di Lionel Hampton, un classico pezzo jazz noto agli intenditori. Se non siete intenditori - come me, purtroppo, fino a poco tempo fa - vi consiglio caldamente di ascoltare l’originale. Scoprire il pedigree “di sana pianta reclamistico” di questa canzone storica è forse il più straordinario dei tanti momenti musicali sbalorditivi dell’album “Apostrofo (’)”: riuscire a contrabbandare in bella vista una versione distorta del tema classico di “Sole di mezzanotte” in una canzone che parla del Nord gelato e di sorbetti di piscio di cane è al tempo stesso un golpe contro-culturale mostruosamente intelligente e un omaggio sfacciato di altissimo livello (se mai doveste incolpare qualcuno per il suono del vibrafono, caratteristica così distintiva nella musica di Zappa, vi basta indirizzarvi verso il mitico “Hamp”).
And speaking of ridiculous compression, another notable moment in this deliciously modulated version is the “very, very, very very fast” reprise of “St. Alfonzo’s pancake breakfast” delivered at bionic speed by a band that really had the material under its belt after two months on the road and a whole set of studio sessions. As always, Ruth’s mallet runs are exemplary in their extraordinary precision, but kudos must also go to Bruce Fowler and Sal Marquez as they push hard up against the limits of the possible. And then just as the piece closes, this fantastically tight rhythm section is spurred to newer heights by Frank’s cryptic instruction “Join the march and eat my starch!” - which triggers a dizzying 28-second virtuoso performance of the otherwise un-named composition that precedes the “steno pool” segment of “Greggery Peccary” (still doing business at that time as the front end of “Farther O’Blivion” - an early version of which can be heard on “Imaginary Diseases”). E a proposito di compressione assurda, un altro passaggio degno di nota in questa versione deliziosamente modulata è la ripresa “molto, molto, molto molto veloce” di “Colazione con frittelle da Sant’Alfonso” eseguita a velocità bionica da una band che, dopo due mesi di tournée e tutta una serie di sessioni in studio, conosceva davvero a menadito questo materiale. Come sempre, le corse di bacchette di Ruth sono esemplari nella loro straordinaria precisione, però le lodi devono andare anche a Bruce Fowler e Sal Marquez per come si scagliano contro i limiti del possibile. E dopo, proprio mentre la suite si sta concludendo, quella sezione ritmica incredibilmente serrata viene spinta verso nuove vette dalla criptica istruzione di Frank “Unitevi al viaggio e nutritevi del mio coraggio!” - che innesca una vertiginosa esecuzione virtuosa in 28 secondi della composizione altrimenti senza nome che precede il segmento “Gruppo di stenografe” di “Gregorio Pècari” (al tempo ancora impiegato come introduzione a “O’Blio più lontano” - una sua prima versione può essere ascoltata su “Malattie Immaginarie”).
 
One, two, three, four… Uno, due, tre, quattro…
 
No, no, don’t eat it No, no, non mangiarla
No, no, don’t eat it No, no, non mangiarla
No, no, don’t eat it No, no, non mangiarla
No, no, don’t eat it No, no, non mangiarla
 
[FZ] Dreamed I was an Eskimo Di essere un eschimese ho sognato
Frozen wind began to blow Aveva iniziato a soffiare un vento ghiacciato
Under my boots an’ around my toe Sotto i miei stivali e intorno al mio alluce assiderato
Frost had bit the ground below Il terreno sotto era morso dal gelo
And it was a hundred degrees below zero E c’erano quaranta gradi sottozero
And my momma cried E mia madre gridò
She said: Disse:
Nanook, no, no Nanook, no, no
Save your money: don’t go to the show” Non sprecare i tuoi soldi: non andare allo show”
And I turned around an’ I said: E io mi girai e dissi:
“HO HO” “OH-OH”
An’ the northern lites commenced t’glow E l’aurora boreale balenò
An’ she said: E lei disse:
“WATCH OUT WHERE THE HUSKIES GO “STA’ ATTENTO A DOVE VANNO GLI HUSKY
AN’ DON’T YOU EAT THAT YELLOW SNOW E NON MANGIARE QUELLA NEVE GIALLA LÌ
WATCH OUT WHERE THE HUSKIES GO STA’ ATTENTO A DOVE VANNO GLI HUSKY
AN’ DON’T YOU EAT THAT YELLOW SNOW” E NON MANGIARE QUELLA NEVE GIALLA LÌ”
 
Well, right about that time, people Ebbene, proprio in quel momento, amici
A fur trapper Un cacciatore di pellicce
Who was strictly from commercial Sbucato di sana pianta da una reclame
Strictly commercial Di sana pianta reclamistico
Had the unmitigated audacity to hop up from behind my igyaloo Ebbe l’imperdonabile audacia di saltar fuori da dietro il mio igloo
Peek-a-boo woo-ooo-ooo Cucù
And he started in to whippin’ on my fav’rite baby seal E si mise a colpire il mio cucciolo di foca prediletto
With a lead-filled snow shoe… Con una ciaspola riempita di piombo…
 
I said: Io dissi:
“With a lead… “Di piombo…
Lead… Piombo…
With a lead-filled… Con una ciaspola…
Lead-filled… Riempita di piombo…
With a lead-filled snow shoe…” Con una ciaspola riempita di piombo…”
Snow shoe Ciaspola
He said: “Peak-a-boo” Lui disse: “Cucù”
Peek-a-boo Cucù
“With a lead… “Di piombo…
Lead… Piombo…
Filled… Riempita…
Lead-filled… Riempita di piombo…
With a lead-filled snow shoe…” Con una ciaspola riempita di piombo…”
Snow shoe Ciaspola
He said: “Peak-a-boo” Lui disse: “Cucù”
Peek-a-boo Cucù
He said: “Peak-a-boo” Lui disse: “Cucù”
Peek-a-boo Cucù
 
On my favorite baby seal Sul mio cucciolo di foca prediletto
With a lead-filled snow shoe… Con una ciaspola riempita di piombo…
And he said: “Peak-a-boo” to the baby seal E disse: “Cucù” al cucciolo di foca
With a lead-filled snow shoe… Con una ciaspola riempita di piombo…
An’ he hit him on the head an’ he hit him on the fin E lo colpì sulla testa e lo colpì sulla pinna
An’ he hit him on the nose an’ he hit him on the eye with a snow shoe E lo colpì sul naso e lo colpì sugli occhi con una ciaspola
An’ he said: “Peak-a-boo” E lui disse: “Cucù”
 

You know, that got me just about as evil as an Eskimo boy can be…
Questo, sapete, m’incattivì quasi quanto può incattivirsi un ragazzo eschimese…
 
So I reached down with my special patented Nanook of the North whale blubber mitten Così infilai la mano con il mio speciale guanto brevettato al grasso di balena di Nanook il Nordico
An’ I reached down an’ I scooped up a generous hand full… a mitten full of the deadly… E infilai la mano e appallottolai una manciata abbondante di… un guanto pieno di micidiale…
Yellow snow Neve gialla
The deadly yellow snow from right there where the huskies go Quella micidiale neve gialla lì proprio da dove vanno gli husky
 
And then I pounced Al che mi avventai
And I pounced again E mi avventai di nuovo
And I pounced E mi avventai
And I jumped up an’ down on the chest of the… E saltai su e giù sul torace del…
I got vicious with the fur trapper Aggredii il cacciatore di pellicce

And I took my mitten full of deadly yellow snow flakes and I started rubbing it all into his beady little eyes with a vigorous circular motion destined to supplant the mud shark in Sydney mythology, hey!
E presi il mio guanto pieno di micidiali fiocchi di neve gialla e iniziai a spalmargliela tutta sugli occhietti tondi, con un vigoroso movimento rotatorio destinato a soppiantare lo spinarolo nella mitologia di Sydney, ehi!
 
Until finally this… Fino a che quel…
Finally… (Oh, calm yourself, ladies and gentlemen) Fino a che… (Oh, state calmi, signore e signori)
Finally the evil fur trapper succumbed to the… deadly yellow crystals Fino a che il malvagio cacciatore di pellicce soccombette ai… micidiali cristalli gialli
And he said: E disse:
“I can’t see” “Non vedo niente”
I can’t see, temporarily Momentaneamente, non vedo niente
“I can’t see” “Non vedo niente”
I can’t see, temporarily Momentaneamente, non vedo niente
“Oh woe is me“Oh, povero me, che inconveniente
I… I can’t see, temporarily Io… momentaneamente, non vedo niente
“What if there’s something good on TV?” “E se c’è qualcosa di bello in TV?”
I… I can’t see, temporarily Io… momentaneamente, non vedo niente
“And I can’t see, temporarily” “E, momentaneamente, non vedo un accidente”
I… Io…
 
“He took a dog-doo snow cone an’ stuck it in my right eye “Ha preso un sorbetto di piscio di cane e me l’ha ficcato nell’occhio destro
He took a dog-doo snow cone an’ stuffed it in my other eye Ha preso un sorbetto di piscio di cane e me l’ha ficcato nell’altro occhio
An’ the huskie wee-wee, I mean, the doggie wee-wee has blinded me E la pipì di husky, cioè, la pipì di cane mi ha reso non vedente
Temporarily Momentaneamente
An’ goddamn I can’t see” E, maledizione, non vedo un accidente”
 
Well the fur trapper was in a terrible condition Ebbene, il cacciatore di pellicce versava in pessime condizioni
He couldn’t see where he was going or nothing Non vedeva dove stava andando né nient’altro
But it serves him right for pummeling the baby seal Ma gli stava bene, per aver preso a pugni il cucciolo di foca
However he wanted to see “War of the Worlds” Però lui voleva vedere il film “La Guerra dei Mondi”
No, no, “The Day the Earth Caught Fire” on television that night No, no, “Il Giorno che la Terra Prese Fuoco” in TV quella sera
Wouldn’t miss it for the world Non se lo sarebbe perso per niente al mondo
But he couldn’t see it Ma non poteva vederlo
And so he had to do something to fix himself up E quindi doveva fare qualcosa per rimettersi in sesto
So he remembered an ancient legend of the North Allora si ricordò di un’antica leggenda nordica
You don’t know where that is, folks Voi, amici, non sapete dove è
But an ancient legend of the North Land Ma un’antica leggenda delle Terre Nordiche
That says if anything bad happens to your eyes Racconta che se ti succede qualcosa di brutto agli occhi
From an Eskimo Per colpa di un eschimese
You have to trudge across the tundra… Devi arrancare attraverso la tundra…
All the way from the Arctic Circle Fino al Circolo Artico
Down to the Columbia River delta Al delta del fiume Columbia
And seek out E cercare
The parish of Saint Alfonzo La parrocchia di Sant’Alfonso
Patron saint of the smelt fishermen of Portuguese extraction Santo patrono dei pescatori di osmeri di origini portoghesi
And his only living representative here on Earth, folks E il suo unico rappresentante vivente qui in Terra, amici
Father Vivian O’Blivion, man of the cloth Padre Viviano O’Blio, uomo di clero

DUNT-DUN-DUN!
DAN-DAN-DAN!
 
So the evil fur trapper starts Il malvagio cacciatore di pellicce inizia quindi
Trudgin’ across the tun-duh-ra Ad arrancare attraverso la tundra
An’ he goes trudgin’ across the tun-duh-ra E arranca attraverso la tundra
Mile after mile Chilometro dopo chilometro
Winding and whistling and dwindling his way Serpeggiando e sibilando e strisciando lungo il suo cammino
Slowly but assuredly, yes, yes, folks Lento ma determinato, sì, sì, amici
Down to Saint Alfonzo’s parish and here’s what happened… Fino alla parrocchia di Sant’Alfonso, ed ecco cos’è successo…
 
Yes, here we are! Sì, eccoci qua!
 
At Saint Alfonzo’s pancake breakfast Alla colazione con frittelle da Sant’Alfonso
Where I stole the mar-juh-rene Dove ho rubato la marijuana / margarina
An’ widdled on the bingo cards in lieu of the latrine E ho pisciato sulle cartelle della tombola invece che nella latrina
 
I saw a handsome parish lady Ho visto una parrocchiana carina
Make her entrance like a queen Entrare in scena come una regina
Why, she was totally chenille and her old man was a Marine Caspita, era tutta in ciniglia e il suo uomo era in Marina
 
As she abused a sausage pattie Abusando di un hamburger di salsiccia
And said: “Why don’t you treat me mean?” Lei ha detto: “Perché non mi maltratti?”
(Hurt me) Hurt me (Hurt me) Hurt me (Hurt me, oooooh!) (Fammi male) Fammi male (Fammi male) Fammi male (Fammi male, uh!)
 
At Saint Alfonzo’s pancake breakfast Alla colazione con frittelle da Sant’Alfonso
Good God! What you say? Santo cielo! Che dici?
Where I stole the mar-juh-rene… Dove ho rubato la marijuana / margarina
 
[Instrumental] [Strumentale]
 
Saint Alfonzo Sant’Alfonso
Saint Alfonzo Sant’Alfonso
Saint Alfonzo Sant’Alfonso
Saint Alfonzo Sant’Alfonso
Ooo-ooo-WAH
 
Ah, Father Vivian O’Blivion Ah, Padre Viviano O’Blio
Resplendent in his frock Smagliante nel suo abito talare
Was whipping up the batter Stava sbattendo la pastella delle frittelle
For the pancakes of his flock Che al suo gregge avrebbe fatto mangiare
He was looking rather bleary Sembrava piuttosto imbambolato
(He forgot to watch the clock) (L’orologio si dimenticò di guardare)
 
The night before La sera prima
Behind the door Dietro la porticina
A leprechaun had stroked his smock Un folletto gli aveva accarezzato il camice / pistolino
 
Set him off in such a frenzy Scatenandogli una tale frenesia

He sang Lock around the crock
Che si mise a cantare Serratura intorno al pentolino
An’ he topped it off with a… E culminò con un…
An’ he topped it off with a… E culminò con un…
An’ he topped it off with a… E culminò con un…
WOO WOO WOO
WOO WOO WOO
WOO WOO WOO
 
As he stumbled on his cock Inciampando nel suo pisellino
He was delighted as it stiffened Si compiacque quando s’irrigidì
Yeah, it ripped right through his sock Sì, proruppe dal suo calzino
“Oh, Saint Alfonzo would be proud of me “Oh, Sant’Alfonso sarebbe fiero di me
Proud of me” Fiero di me”
 
He shouted down the block Gridò per strada lì vicino
 

Dominus vo-bisque’em
Il Signore sia con voi
Et cum spear a tu-tu, oh E con il tuo spirito
Won’t you eat my sleazy pancakes Volete mangiare le mie turpi frittelle
Just for Saintly Alfonzo? In onore di Sant’Alfonso?
They’re so light an’ fluffy-white Sono soffici, bianche e delicate
We’ll raise a fortune by tonite Entro stasera raccoglieremo soldi a palate
They’re so light an’ fluffy-white Sono soffici, bianche e delicate
We’ll raise a fortune by tonite Entro stasera raccoglieremo soldi a palate
They’re so light an’ fluffy-brown Sono soffici, delicate e marrone
They’re the finest in the town Sono le migliori del rione
They’re so light an’ fluffy-brown Sono soffici, delicate e marrone
They’re the finest in the town Sono le migliori del rione
 

Good morning, Your Highness
Buongiorno, Vostra Altezza
Ooo-ooo-ooo

I brought you your snow shoes
Vi ho portato le vostre ciaspole
Ooo-ooo-ooo
Good morning, Your Highness Buongiorno, Vostra Altezza
Ooo-ooo-ooo
I brought you your snow shoes Vi ho portato le vostre ciaspole
 
Very, very, very very fast Molto, molto, molto molto veloce
 
At Saint Alfonzo’s pancake breakfast Alla colazione con frittelle da Sant’Alfonso
Where I stole the mar-juh-rene Dove ho rubato la marijuana / margarina
An’ widdled on the bingo cards in lieu of the latrine E ho pisciato sulle cartelle della tombola invece che nella latrina
 
I saw a handsome parish lady Ho visto una parrocchiana carina
Make her entrance like a queen Entrare in scena come una regina
Why, she was totally chenille and her old man was a Marine Caspita, era tutta in ciniglia e il suo uomo era in Marina
 
As she abused a sausage pattie Abusando di un hamburger di salsiccia
And said: “Why don’t you treat me mean?” Lei ha detto: “Perché non mi maltratti?”
Hurt me, hurt me, hurt me, oooooh! Fammi male, fammi male, fammi male, oh!
 
At Saint Alfonzo’s pancake breakfast Alla colazione con frittelle da Sant’Alfonso
Ha!
Good God! Feet on fire! Santo cielo! Carboni ardenti!
 
Where I stole… Dove ho rubato…
Oh, Lord, where I stole… Oddio, dove ho rubato…
Where I, where I, where I… Dove, dove, dove…
Where I stole the mar-juh-rene Dove ho rubato la marijuana / margarina
Here’s what I did Ecco cos’ho fatto
I finally made my way into the pantry where they keep the stuff Mi sono diretto alla dispensa dove tengono le cose
(You have to imagine that I’m the fur trapper, you understand, boys and girls) (Dovete immaginarvi che io sia il cacciatore di pellicce, capite, ragazzi e ragazze)
And I went in there and I found the box with the mar-juh-rene E sono entrato lì e ho trovato la confezione di margarina
And I fumbled around for it Cercandola tentoni
And I could tell because it said Imperial on the package E l’ho riconosciuta perché c’era scritto ‘Imperial’ sulla confezione
You don’t know about that, but… Voi non la conoscete ma…
Raised lettering and aluminum covered cardboard package Lettere in rilievo e confezione rivestita d’alluminio
And I fondled the little crown on the packet E ho tastato la piccola corona sul pacchetto
And I said: “This must be the stuff” and I reached in there and I… E mi sono detto: “Deve essere questa” e ho allungato la mano e…
Pulled out a… pulled out a chunk of it Ne ho preso un… preso un tocco
Rubbed a little on my right eye Me lo sono spalmato un po’ sul mio occhio destro
And I said, mmmm… “M”… E mi sono detto, hmm… “M”…
“M” is for the mystery and the majesty of the mar-juh-rene “M” sta per il mistero e la maestosità della margarina
And “A” is for Australopithecus E “A” sta per australopiteco
Which might have lived around here at one time or another Che un tempo potrebbe aver vissuto da queste parti
And “R”… Ed “R”…
“R” is for RATS, which is what lives in New York “R” sta per ratti, che sono gli esseri viventi a New York
And then there’s a hyphen E poi c’è un trattino
Which is something that might be used for erotic gratification Che è qualcosa che potrebbe essere utilizzato per gratificazione erotica
By a very desperate stenographer Da una disperatissima stenografa
And then there’s a “J” E poi c’è una “J”
Lord, Lord, there is a “J” Oddio, oddio, c’è una “J”
There’s “M-A-R” and a hyphen and a “J” C’è “M-A-R”, un trattino, e una “J”
And that “J” stands for jubilation E quella “J” sta per giubilo
Juba juba juba
‘Cause we need a little bit of that every day Perché ogni giorno ne abbiamo bisogno un po’
“M-A-R-hyphen-J” a “U” “M-A-R-trattino-J” una “U”
And of course the “U” always stands for you E ovviamente quella “U” sta sempre per voi
Each and everyone of YOU out there Tutti quanti voi del pubblico
Because if you weren’t there Perché, se voi non foste qui
This place would be uninhabited which also starts with a “U” Questo luogo sarebbe disabitato, che inizia anch’esso per “U”
And then we have an “H” E poi abbiamo una “H”
“M-A-R-hyphen-J-U-H” “M-A-R-trattino-J-U-H”
“H” is for horny in America, randy in Australia “H” sta per arrapato in America, infoiato in Australia
And then another hyphen E poi un altro trattino
This second hyphen could be used… Questo secondo trattino potrebbe essere utilizzato…
What could the second hyphen be used for? Per che cosa potrebbe essere utilizzato il secondo trattino?
Lisa knows what to do with the second hyphen Lisa saprebbe cosa farci con il secondo trattino
He he Eh eh
She would hold the second hyphen with a pair of tweezers Prenderebbe il secondo trattino con un paio di pinzette
And administer acupuncture to some vital organ E somministrerebbe agopuntura a qualche organo vitale
And eventually acupuncture will be big down here E prima o poi l’agopuntura lì s’ingrosserebbe
But not yet Ma non ancora
And then after the second hyphen there’s another “R” E poi dopo il secondo trattino c’è un’altra “R”
There’s an “R” that stands for… C’è una “R” che sta per…
Raymond! Raymond!
Raymond? Yes, it stands for Raymond Raymond? Sì, sta per Raymond
Happy birthday, Raymond Buon compleanno, Raymond
Raymond is our door prize tonight Raymond stasera ha vinto il nostro premio della lotteria
He wins a napkin Ha vinto un fazzoletto
And then there’s an “E” E poi c’è una “E”
There’s a big long, gigantic, long, extended, overwhelming C’è una grossa, gigantesca, lunga, estesa, soverchiante
Obnoxious, ubiquitous, comestible “E” Odiosa, onnipresente, commestibile “E”
It’s an “E” to the n-th degree È una “E” all’ennesima potenza
And then there’s an “N” which is the “N” of the n-th degree of the “E” that you just heard E poi c’è una “N” che è la “N” dell’ennesima potenza della “E” che avete appena sentito
And then on the end of the mar-juh-rene E poi alla fine di ‘margarina’
It’s a tiny weeny dwindling off C’è una piccolissima, calante
Superficial, phlegmatic uh… Superficiale, flemmatica ehm…
It’s… (You wanna hear cosmic) È… (Volete sentire ‘cosmica’)
It’s a cosmic “E” È una “E” cosmica
It’s a teeny weeny “E” on the end of the mar-juh-rene C’è una piccolissima “E” alla fine di ‘margarina’
And boy, you know, as soon as I had spelled mar-juh-rene E, accidenti, non appena finii di compitare ‘mar-ga-rina’
And I took the stuff and rubbed it on my other eye E presi quella cosa e me la spalmai sull’altro occhio
I felt better right away Mi sentii subito meglio
I was healed Ero guarito
Miraculous healing from the mar-juh-rene La miracolosa guarigione grazie alla margarina
 
[Instrumental] [Strumentale]
 
I, I stole the mar-juh-rene Io, io ho rubato la margarina
Well I admit it, I did it Beh, lo confesso, l’ho fatto
I, I stole the mar-juh-rene Io, io ho rubato la margarina
I admit it, I did it Lo confesso, l’ho fatto
As soon as I had repaired my eyesight and had ac actually succeeded in watching that great, heavy, cosmic, thrilling movie “The Day the World Caught Fire” on television last night Non appena la mia vista si fu ristabilita, e infatti riuscii a vedere quel grande, forte, cosmico, emozionante film “Il Giorno che la Terra Prese Fuoco” in TV l’altra sera
I immediately set about Iniziai subito
To thank the guy who had made it all possible, none other than Father Vivian O’Blivion, and I looked around the parish and I found him, he was off to the side, and here’s what he was doing: A ringraziare colui che aveva reso possibile tutto questo, nientedimeno che Padre Viviano O’Blio, lo cercai nella parrocchia e lo trovai, stava in disparte, ed ecco cosa stava facendo:
 
Father Vivian O’Blivion Padre Viviano O’Blio
Was resplendent in his frock Era smagliante nel suo abito talare
He was whipping up the batter Stava sbattendo la pastella delle frittelle
For the pancakes of his flock Che al suo gregge avrebbe fatto mangiare
He was looking rather bleary Sembrava piuttosto imbambolato
(He forgot to watch the clock) (L’orologio si dimenticò di guardare)
 
Because the night before Perché la sera prima
Behind the door Dietro la porticina
A leprechaun had stroked his smock Un folletto gli aveva accarezzato il camice / pistolino
 
And that set him off in such a frenzy E questo gli scatenò una tale frenesia

He sang Lock around the crock
Che si mise a cantare Serratura intorno al pentolino
An’ he topped it off with a woo-woo-woo E culminò con un oh-oh-oh
An’ he topped it off with a woo-woo E culminò con un oh-oh
An’ he topped it off with a woo-woo E culminò con un oh-oh
 
As he stumbled on his cock Inciampando nel suo pisellino
He was delighted as it stiffened Si compiacque quando s’irrigidì
And it ripped right through his sock E proruppe dal suo calzino
“Oh, Saint Alfonzo would be proud of me” “Oh, Sant’Alfonso sarebbe fiero di me”
He shouted down the block Gridò per strada lì vicino
 
Now as soon as he shouted that, a whole bunch of people came over and they started looking at this pink thing sticking out the bottom of his discrete black stocking Ebbene, non appena lo gridò, un bel po’ di persone accorsero e iniziarono a guardare quella cosa rosa che spuntava dal fondo del suo discreto calzino nero
And they all gathered around and they started checking him out E tutti si raccolsero intorno a lui e iniziarono a osservarlo
He lifted up his pants leg a little bit like this, he was going… hey, boys and girls Lui tirò un po’ su la gamba del pantalone, così, stava… ehi, ragazzi e ragazze
And then, to calm them, because that… that got them into a frenzy, to calm them down he gave them a special secret gesture that he picked up in an extension course at Divinity School E dopo, per tranquillizzarli, perché ciò… ciò aveva scatenato in loro una frenesia, per tranquillizzarli gli fece un gesto segreto ad hoc che aveva imparato in un corso di specializzazione alla Scuola di Teologia
Gave ‘em one of these Gli fece uno di questi
Couple of those Un paio di questi
Half a dozen Dominus Vobiscums Una mezza dozzina di Padre Nostro
And that was it Ecco come andò
They relaxed Loro si tranquillizzarono
And then he turned to them in a… pseudo-biblical accent he said: Al che lui si rivolse a loro con un… accento pseudo-biblico, dicendo:
(Bring the band on down behind me, boys) (Suonate più piano dietro di me, ragazzi)
Join the march and eat my starch!Unitevi al viaggio e nutritevi del mio coraggio!
 
[Instrumental] [Strumentale]

7. Excentrifugal forz [Mix outtake]

7. Forza eccentrifuga


[Notes by Simon Prentis] Meanwhile, after the excoriation of religious and pseudo-relijermus chicanery in “Cosmik debris” and the “Yellow snow suite”, “Excentrifugal forz” arrives almost as light relief, though it can also be read as an autobiographical vignette tracking something of Frank’s personal cosmology. The version here is a mix outtake that’s no more than a hairbreadth from the final edit; but it’s still worth the price of entry. If the title sounds like a collision between “centrifugal force” and “eccentric”, it’s a phrase that fits: as well as meaning someone who is strange or unusual, “eccentric” also literally means “off-center”; and a standard definition of centrifugal force is: “A force that causes an object moving in a circular path to move out and away from the center of its path”. However appropriate it may be to conceive of Frank’s path as circular (given his belief that time is a spherical constant) his trajectory certainly took him far away from the center, and happily so: [Note di Simon Prentis] Dopo la stroncatura degli imbrogli religiosi e pseudo-religiosi in “Detriti cosmici” e dopo la “Suite della neve gialla”, “Forza eccentrifuga” arriva quasi come per alleviare la tensione, benché possa anche essere letta come una vignetta autobiografica che traccia elementi della cosmologia personale di Frank. Questa versione è un montaggio scartato appena un pelo prima del montaggio finale; vale, comunque, il biglietto d’ingresso. Il titolo sembra un cozzo tra “forza centrifuga” ed “eccentrica”, è però un’espressione adatta: “eccentrico”, oltre a denotare qualcuno di strano o inusuale, letteralmente significa anche “fuori centro”; e una definizione standard della forza centrifuga è: “Una forza che spinge un oggetto in movimento in un percorso circolare a muoversi verso l’esterno, lontano dal centro del suo percorso”. Ammesso che sia appropriato concepire il percorso di Frank come circolare (vista la sua convinzione che il tempo fosse una costante sferica), la sua traiettoria l’ha però di sicuro portato lontano dal centro, e per fortuna:

“I’m never really lonely in my excentrifugal forz”.

“Nella mia forza eccentrifuga non mi sento mai completamente isolato”.

The lyrics continue in the dreamlike vein of the “Yellow snow suite” sequence with all its apparent non-sequiturs and abrupt changes, but the vortex of images still bears down on classic Zappa themes: the masturbation parallel with “Father O’Blivion”’s pancakes may be overcooked, but from within the portholes of the capsule (shades of Studio Z’s spaceship and “The blue light”? ) it’s cheapness all the way down as he casts a cold eye on sports and assesses the microbiological implications of jamming with Korla Plankton and his bejeweled turban (a reference to the genuinely fake Korla Pandit, a cheezy staple of monocultural 1950’s television exotica). And if we really let our speculation run wild, we can perhaps even see that Pup Tentacle and the enquiry about his chin resonate both with the monster in “Cheepnis” and the teen-age dilemma in “Tryin’ to grow a chin” . I testi continuano nella vena onirica della sequenza della “Suite della neve gialla”, con tutte le loro illogicità apparenti e i loro cambiamenti bruschi, ma il vortice d’immagini approfondisce ulteriormente temi classici di Zappa: il parallelo tra la masturbazione e le frittelle di “Padre O’Blio” potrà anche essere scontato, ma dall’interno degli oblò della sua capsula (reminiscenza dell’astronave nello Studio Z e della “Luce blu”? ) vede solo dozzinalità, mentre butta uno sguardo gelido sullo sport e valuta le implicazioni microbiologiche del suonare con Korla Plancton e il suo turbante ingioiellato (un riferimento all’autenticamente falso Korla Pandit, un caposaldo dell’esotismo dozzinale della televisione monoculturale degli anni ’50). E se ci lasciamo davvero andare alle speculazioni, forse possiamo finanche capire che Tentacolo Cucciolo e la domanda sul suo mento riecheggiano sia nel mostro in “Dozzinalità” sia nel dilemma adolescenziale in “Tentando di farsi crescere il mento / pizzetto.
The presence of John Guerin on drums has led some to conclude that the basic tracks were laid down as part of the “Hot Rats” sessions in 1969, but the Vaultmeister has been able to confirm that this was also recorded at Paramount Studios in July 1972, with Guerin making a rare comeback for a jam session. Only his drum track survives into the final version; Frank’s driving overdubbed bass and George Duke’s spooky evocations of Korla Pandit were added later. La presenza di John Guerin alla batteria ha indotto qualcuno a concludere che le tracce di base fossero state registrate durante le sessioni di “Tope Calde” nel 1969; il Maestro del Caveau Joe Travers ha invece potuto confermare che anche questo pezzo è stato registrato negli studi Paramount nel luglio del 1972, durante una rara rimpatriata di Guerin per una jam session. Nella versione finale sopravvive soltanto la sua traccia di batteria; il basso principale è stato sovra-inciso da Frank e le fantasmagoriche evocazioni di Korla Pandit da parte di George Duke sono state aggiunte in seguito.
 
[FZ] The clouds are really cheap Le nuvole sono veramente scarse
The way I seen ‘em thru the ports Per come le vedo dagli oblò
Of which there is a half-a-dozen Alla base delle mie risorse
On the base of my resorz Una mezza dozzina ne ho
 
You wouldn’t think I’d have too many Che io ne abbia molte, qualcuno lo nega
Since I never cared for sports Visto che di sport non mi sono mai interessato
But I’m never really lonely Però nella mia forza eccentrifuga
In my excentrifugal forz Non mi sento mai completamente isolato
 
There’s always Korla Plankton C’è sempre Korla Plancton
Him an’ me can play the blues Lui ed io possiamo suonare il blues
An’ then I’ll watch him buff E dopo lo guarderò lucidare
That tiny ruby that he use Quel piccolo rubino che lui usa
 
He’ll straighten up his turban Si raddrizzerà il turbante
An’ eject a little ooze E si soffierà un po’ di moccio
Along a one-celled Hammond organism Sopra a un organismo / organo unicellulare Hammond
Underneath my shoes Sotto il mio tacco
 
An’ then I’ll call Pup Tentacle Poi chiamerò Tentacolo Cucciolo / Tenducolo Rotondo
I’ll ask him how’s his chin Gli chiederò se il suo mento è guarito
I’ll find out how the future is Scoprirò com’è il futuro
Because that’s where he’s been Perché è lì che lui è stato
 
His little feet got long an’ flexible Le sue zampine sono diventate lunghe e flessibili
An’ suckers fell right in E le sue ventose si sono allineate perfettamente
The time he crossed the line Quella volta che ha passato il confine
From “later on” to “way back when” Tra “a quel tempo” e “successivamente”

8. Energy frontier {Down in de dew} [Take 4]

8. Frontiera di energia


[Notes by Simon Prentis] The remaining tracks are outtakes and offcuts from the actual recording sessions at Ike Turner’s Bolic Sound studio at the end of May 1973: tantalizingly brief excerpts from the basic tracks used in the construction of “Cosmik debris”, “Don’t eat the yellow snow” and “Nanook rubs it”. It’s fascinating to see the process of assembly taking place as if before your very ears, with Frank’s weary voice at the end of the “Don’t eat the yellow snow” excerpt hinting at all the unseen work and very human graft that went into producing these fabulous recordings. (Note to ZFT: much more of this, please - this be the stuff that gets us the hottest…) [Note di Simon Prentis] I pezzi rimanenti sono scarti e sfridi dalle sessioni originali di registrazione allo studio Bolic Sound di Ike Turner, alla fine del maggio 1973: brevi estratti stuzzicanti delle tracce di base usate per realizzare “Detriti cosmici”, “Non mangiare la neve gialla” e “Nanook la spalma”. È affascinante vedere il processo di montaggio, proprio come se si svolgesse davanti alle vostre orecchie, con la voce stanca di Frank alla fine dell’estratto di “Non mangiare la neve gialla” che lascia intuire tutto il lavoro dietro le quinte e l’umanissima fatica confluita nella produzione di queste favolose registrazioni. (Nota per lo Zappa Family Trust: molto di più di questo materiale, per favore - è la cosa che ci eccita di più…)
These are essentially the original studio recordings (though track 9 has some overdubs) and apart from showing that the basic structure of the track was already quite clear, the significant discovery is not so much that Jack Bruce was part of the session, but just how thoroughly his contribution has been erased: as released, “Down in de dew” features Frank alone on guitars and bass, and Jim Gordon on drums. Sono essenzialmente registrazioni originali in studio (anche se il nono pezzo ha delle sovra-incisioni) e, oltre a dimostrare che la struttura di base del pezzo era già abbastanza definita, la scoperta degna di nota non è tanto che Jack Bruce facesse parte della sessione ma quanto accuratamente sia stato cancellato il suo contributo: “Giù nella rugiada”, come pubblicato, presenta Frank da solo alle chitarre e al basso, e Jim Gordon alla batteria.
 
[Engineer] Rolling on four Iniziamo dal quattro
 
[Instrumental] [Strumentale]

9. Energy frontier {Down in de dew} [Take 6 with overdubs]

9. Frontiera di energia


[Engineer] Six Sei
 
[Instrumental] [Strumentale]

10. Energy frontier (Bridge) {Apostrophe’}

10. Frontiera di energia (Ponte)


[Notes by Simon Prentis] Now for the “bridge”, which again has a clear underlying structure despite ending its days as a bridge to nowhere on the second side of the album. Full disclosure at this point: I should confess that I never liked this track from the get-go. Frank himself complained that Bruce was too “busy”, and to my ear that’s exactly the problem - he needed space to move around and swoop in, and Bruce is playing without extending the room that Alex Dmochowski afforded him earlier that year on “Big Swifty”, for example. Whether or not this is because he’s ignoring the bass’s root functions - as Frank later claimed - he definitely seems to have had other things on his mind. [Note di Simon Prentis] Parliamo adesso del “ponte”, che ha di nuovo una chiara struttura di fondo nonostante sia finito sul secondo lato del disco come un ponte verso il nulla. Per dirla tutta, a questo punto: devo confessare che fin dall’inizio questo pezzo non mi è mai piaciuto. Frank stesso si era lamentato che Bruce fosse troppo “occupato”, e al mio orecchio il problema è proprio questo - Frank aveva bisogno di spazio per svolazzare e scendere in picchiata, mentre Bruce suona senza estendere quello spazio che prima, in quell’anno, Alex Dmochowski aveva offerto a Frank su “Gran Lesto”, per esempio. Che fosse o non fosse perché ignorasse le funzioni di base del basso - come Frank sostenne in seguito - sembra proprio che avesse altre cose per la testa.
To that extent it’s interesting to hear this back to back with the other outtake (track 10), where Frank is constantly feeling his way but failing to take off amid a repetitive storm of high-end bass notes. It’s also instructive to compare this track with “The ocean is the ultimate solution”, where Patrick O’Hearn’s equally densely-woven bass platform allows Frank to fly effortlessly to the far end of the universe. But as a fan of Cream, Frank perhaps felt the jam was still interesting enough to make the cut, even when the cut reduced it from eight minutes to five. He may even have had one eye on attracting the ear of other Cream fans. It still doesn’t do it for me, though. In questo senso è interessante ascoltare questo pezzo paragonandolo all’altro scarto (il decimo pezzo), nel quale Frank procede con cautela non riuscendo a decollare in mezzo a una tempesta ripetitiva di pompose note di basso. È anche istruttivo confrontare questo pezzo con “L’oceano è la soluzione definitiva”, dove la base di basso di Patrick O’Hearn, altrettanto densamente tessuta, permette a Frank di volare senza sforzo fino ai confini dell’universo. Ma Frank, in quanto fan dei Cream, forse pensava che questa sessione fosse ancora abbastanza interessante da essere all’altezza, anche se ridotta da otto a cinque minuti. Può anche avere strizzato l’occhio agli altri fan dei Cream. Secondo me, comunque, non funziona.
 
[Instrumental] [Strumentale]

11. Cosmik debris [Basic tracks - Take 3]

11. Detriti cosmici


[Engineer] Rolling Iniziamo
 
[Instrumental] [Strumentale]

12. Don’t eat the yellow snow [Basic tracks - Alternate take]

12. Non mangiare la neve gialla


[FZ] Dreamed I was an Eskimo Di essere un eschimese ho sognato
Frozen wind began to blow Aveva iniziato a soffiare un vento ghiacciato
Under my boots an’ around my toe Sotto i miei stivali e intorno al mio alluce assiderato
Frost had bit the ground below Il terreno sotto era morso dal gelo
Was a hundred degrees below zero C’erano quaranta gradi sottozero
And my momma cried: E mia madre gridò:
Nanook, no, no” Nanook, no, no”
And my momma cried: E mia madre gridò:
Nanook, no, no Nanook, no, no
Save your money: don’t go to the show” Non sprecare i tuoi soldi: non andare allo show”
Well, I turned around an’ I said: Beh, io mi girai e dissi:
“HO HO” “OH-OH”
Well, I turned around an’ I said: Beh, io mi girai e dissi:
“HO HO” “OH-OH”
And the northern lites commenced to glow E l’aurora boreale balenò
An’ my momma looked at me E mia madre mi guardò
An’ she said: E disse:
“WATCH OUT WHERE THE HUSKIES GO “STA’ ATTENTO A DOVE VANNO GLI HUSKY
AN’ DON’T YOU EAT THAT…” E NON MANGIARE QUELLA…”
 
All right. Punch for the second set of fast ones. Bene. Energia sul secondo insieme di quelle note veloci.

13. Nanook rubs it [Basic tracks - Outtake]

13. Nanook la spalma


[FZ] Now, right about that time, people Ebbene, proprio in quel momento, amici
A fur trapper Un cacciatore di pellicce
Who was strictly commercial Che era di sana pianta reclamistico
 
Had the audacity to jump up behind my igyaloo Ebbe l’audacia di spuntare da dietro il mio igloo

14. Nanook rubs it [Session outtake]

14. Nanook la spalma


[FZ] Some of you might know Qualcuno di voi saprà
Saint Alfonzo is the patron saint of the smelt fishermen Che Sant’Alfonso è il santo patrono dei pescatori di osmeri
S-M-E-L-T fishermen of Portuguese extraction Pescatori di O-S-M-E-R-I di origini portoghesi
And his parish is located in the area of the Columbia River delta E che la sua parrocchia sta vicino al delta del fiume Columbia
Wherein it is really funky Che è un posto proprio curioso
 
Now the fur trapper has to make it down there Ebbene, il cacciatore di pellicce doveva arrivare laggiù
And bust into the pantry E fare un blitz nella dispensa
And locate a mysterious elixir E localizzare un elisir misterioso
Disguised as a box of mar-juh-rene Camuffato da confezione di margarina
 
He’s got to break into the pantry Doveva scassinare la dispensa
Whip out a stick of it Tirarne fuori un panetto
Rub a little bit on either of his deflected eyes Spalmarsene un po’ su entrambi gli occhi deflitti
Thereby affecting some sort of miraculous cure E simulare così una qualche cura miracolosa
 
Stay tuned for the second part of our adventure Restate sintonizzati per la seconda parte delle nostre avventure
Wherein the fur trapper gets it all together Dove il cacciatore di pellicce sistema tutto
Hoopla! Allegria!

15. Frank’s last words…

15. Ultime parole di Frank…


[FZ] OK. I think we got it. Bene. Secondo me ci siamo.
 
Ha ha ha ha Ah ah ah
 
Ha ha ha. Stop the tape. Ah ah ah. Ferma il nastro.



Foto di Emerson-Loew

Testi inglesi dal sito Information Is Not Knowledge.